Circa 40.000 persone hanno sostenuto le richieste indigene, che si oppongono a un progetto di revisione del trattato fondativo della Nuova Zelanda.
Manifestazione storica in Cile, un milione in piazza contro le disuguaglianze
Venerdì immensi cortei hanno attraversato le piazze del Cile. Si moltiplicano le richieste di spostare altrove la Conferenza mondiale sul clima Cop25.
Un milione di persone ha sfilato in Cile venerdì. Si tratta di una mobilitazione storica, che nella nazione sudamericana è stata già indicata da molti come “la più grande della storia”. Di certo, era dai tempi del referendum indetto dal dittatore Augusto Pinochet nel 1988 per chiedere un ulteriore mandato di otto anni che non si registravano proteste di tale ampiezza.
“No son 30 pesos, son 30 años de abuso”
Da una settimana Santiago è scossa da un’ondata di manifestazioni alle quali il governo di Sebastian Piñera ha risposto dapprima duramente, dichiarando la nazione “in guerra”, decretando lo stato d’emergenza, inviando l’esercito nelle strade ed imponendo il coprifuoco. Quindi, nei giorni successivi, il leader conservatore ha tentato di andare parzialmente incontro alle richieste della popolazione con l’annuncio di una serie di misure sociali.
Queste ultime, tuttavia, non sono bastate a placare l’ira dei cileni. “No son 30 pesos, son 30 años de abuso”: non è per 30 pesos, ma per trenta anni di abusi che manifestiamo, scandiscono i manifestanti nelle piazze di Santiago del Cile, facendo riferimento alla proposta di aumento del biglietto della metropolitana (poi ritirata dal governo).
Nel corso dell’ultima settimana anche i sindacati si sono mobilitati, proclamando uno sciopero generale. La governatrice della regione della capitale, Karla Rubilar, si è detta “emozionata” di fronte alla partecipazione popolare. Confermata anche dalla polizia, che ha parlato di “più di 820mila persone” nelle strade di Santiago. Che hanno sfilato in modo pacifico.
Over a million people in Chile took to the streets to demand social and political change – following a week of deadly demonstrations. pic.twitter.com/vQcoKSDXEi
— Al Jazeera English (@AJEnglish) October 26, 2019
Lanciati appelli per boicottare la Cop 25 in Cile. Proposte le sedi di Bonn e della Costa Rica
Da parte sua, Piñera ha affermato di aver “compreso il messaggio” della folla riunita principalmente in plaza Italia, nel pieno centro della capitale. Un movimento eterogeneo e privo di leader identificabili. Che tuttavia non fa che aumentare le proprie dimensioni col passare dei giorni. Tanto da far sorgere dubbi sulla capacità del Cile di accogliere due eventi di grande importanza, previsti a novembre e dicembre.
Impactante imagen de la multitudinaria manifestación en Chile que exige la renuncia de @sebastianpinera y este evade esa principal demanda de su pueblo#MnoalLegadoDePaz pic.twitter.com/e17WlM8mxE
— VTV CANAL 8 (@VTVcanal8) October 26, 2019
Dapprima, il summit della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec), quindi la Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop 25). Quest’ultima, in particolare, è prevista nella periferia sud di Santiago, in un’area lontana dal centro della città, raggiungibile quasi unicamente in metropolitana. Quest’ultima, tuttavia, è stata pesantemente danneggiata nel corso delle manifestazioni dei giorni scorsi. Ad oggi, infatti, soltanto tre linee su sei sono attive. E soltanto poche stazioni sono servite. Il governo ha spiegato che ci vorranno almeno sei mesi per ripristinare completamente il servizio. Nei giorni della Cop25 occorrerà consentire a migliaia e migliaia di partecipanti di spostarsi dal centro città e gestire i cortei per il clima che saranno organizzati.
Too many deads already, the army taking over the streets to repress citizens who defend their public services. Fighting for the climate means fighting for a project of peace and social justice. How could the #COP25 be held in Chile? Let’s move it #StandWithChile pic.twitter.com/p7WsFwAXgR
— Yannick Jadot (@yjadot) October 22, 2019
Anche al di là delle questioni logistiche, però, c’è chi si chiede se sia giusto svolgere il summit in un contesto militarizzato e punteggiato da episodi di violenza estrema. Le Nazioni Unite hanno infatti annunciato un’inchiesta al fine di verificare eventuali violazioni dei diritti umani. Numerosi parlamentari e intellettuali francesi hanno chiesto di boicottare la Cop 25 in Cile, proponendo di spostarla a Bonn, in Germania, dove si è tenuta la Cop 23. Mentre la deputata cilena Senadora Rincón ha chiesto che la conferenza si tenga in Costa Rica, nazione che co-presiede l’evento.
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