La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Avvenuto vicino ad un santuario della fauna selvatica, è il più grave atto di bracconaggio compiuto in Africa ai danni degli elefanti.
Il Botswana era ritenuto l’ultimo rifugio sicuro per gli elefanti africani (Loxodonta africana), un luogo dove vivere e riprodursi senza la costante minaccia dei bracconieri, grazie alle efficaci leggi nazionali in materia di bracconaggio. Eppure proprio il Botswana è stato teatro del più grande massacro di elefanti mai avvenuto in Africa. Un gruppo di ricercatori dell’organizzazione conservazionista Elephants without borders, durante un’indagine aerea, ha rinvenuto le carcasse di 87 pachidermi nei pressi del noto santuario della fauna selvatica del Delta dell’Okavango.
In numero di elefanti è in continuo e drastico calo, secondo una ricerca della Iucn la popolazione è diminuita del 20 per cento dal 2006 al 2015 e conta attualmente 415mila esemplari, soprattutto a causa del bracconaggio per impossessarsi delle loro preziose zanne. Il Botswana ospita la più grande popolazione di elefanti al mondo, con oltre 130mila esemplari. Gli animali trovati in Botswana sono stati uccisi per l’avorio e sarebbero stati abbattuti poche settimane fa.
Dozens of #elephants killed near Botswana wildlife sanctuary! Elephants Without Borders, is conducting an aerial survey, The scale of poaching deaths is largest seen in Africa and coincides with Botswana’s anti-poaching unit being disarmed. https://t.co/dNQYksJwMt #wildlifecrime pic.twitter.com/4lCBD5qzxo
— Global Elephants (@GlobalElephants) 3 settembre 2018
“Sono scioccato, è di gran lunga la più grave strage di elefanti che abbia mai visto o letto in qualsiasi parte dell’Africa finora”, ha dichiarato Mike Chase, biologo di Elephants without borders. Gli elefanti, come detto, consideravano il Botswana un luogo sicuro e gli animali provenienti da Angola, Namibia e Zambia decidevano di rimanere entro i confini del Paese. Gli episodi di bracconaggio, finora, sono stati rari per merito delle unità anti-bracconaggio ben equipaggiate e organizzate. Però lo scorso maggio, in seguito all’elezione del nuovo presidente, Mokgweetsi Masisi, il governo ha disarmato le sue unità anti-bracconaggio, privando, senza alcuna spiegazione, il Dipartimento della fauna selvatica delle armi e delle attrezzature militari. Questo, unito forse al declino delle altre popolazioni di elefanti, ha spinto i bracconieri a violare anche l’ultimo santuario dei pachidermi.
Lo sterminio degli elefanti, creature antiche e dalla sofisticata intelligenza che non siamo ancora in grado di comprendere a fondo, avrà gravi ricadute sia sull’ecosistema che sull’economia africana. “Il turismo legato alla fauna selvatica è di vitale importanza per la nostra economia, i nostri posti di lavoro e la nostra reputazione internazionale”, ha affermato Mike Chase.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Il 21 ottobre è iniziata in Colombia la Cop16, la conferenza delle Nazioni Unite per tutelare la biodiversità del nostro Pianeta.
L’Australia amplia la riserva marina delle isole Heard e McDonald, superando i suoi stessi obiettivi di tutela degli oceani.
Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.
I polpi lavorano in gruppo, ognuno con un ruolo ben preciso, per cacciare. Triglie e cernie sono gli “amici” più stretti.
Il Living planet report del Wwf testimonia che la crisi della biodiversità è reale e intrecciata alla crisi climatica. Ma possiamo invertire la rotta.