Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
Sergio Mattarella e altri 15 presidenti lanciano appello per il clima in vista della Cop 24
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme ad altri 15 capi di Stato e di governo, lancia un appello in vista della Cop 24 di Katowice: è l’ultima occasione per salvare il pianeta.
“Il cambiamento climatico è la sfida chiave del nostro tempo. La nostra generazione è la prima a sperimentare il rapido aumento delle temperature in tutto il mondo e probabilmente l’ultima che effettivamente possa combattere l’imminente crisi climatica globale”. Comincia così, con una importante presa d’atto, il documento che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato oggi, insieme ad altri 15 capi di Stato e di Governo europei: una dichiarazione d’intenti che sarà portata a Katowice, in Polonia, dove dal 3 al 14 dicembre prossimi è in programma la Cop24, la conferenza delle Nazioni Unte sul cambiamento climatico.
Thank you for your support, Sergio Mattarella, President of Italy. #ClimateAmbition ? pic.twitter.com/RuKMw9fBx4
— A. Van der Bellen (@vanderbellen) 23 novembre 2018
Le attuali misure non bastano
Il presidente Mattarella, insieme ai presidenti di altri importanti paesi tra cui Germania, Austria, Paesi Bassi, Ungheria, Portogallo, Svizzera Svezia, ma anche Cipro, Finlandia, Grecia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania e Slovenia, ha convenuto nella dichiarazione sull’importanza degli accordi raggiunti nel 2015 dalla Cop 21 di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, ma ha riconosciuto che, come già sottolineato dal rapporto del Panel intergovernativo sul climate change sull’impatto di un riscaldamento globale pari a 1,5 gradi, “le attuali misure adottate dalla comunità internazionale non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi a lungo termine stabiliti nell’accordo”. Dunque, “bisogna fare di più e l’azione deve essere rapida, decisiva e congiunta”.
The take-home message of WMO Greenhouse Gas Bulletin and @IPCC_CH report on #GlobalWarming of 1.5°C. Every bit matters. #ClimateAction #COP24 https://t.co/1QnACIK4Jd pic.twitter.com/jsTMW9k5vG — WMO | OMM (@WMO) 23 novembre 2018
I 16 capi di Stato e di Governo si dicono “convinti che efficaci misure per la lotta ai cambiamenti climatici non siano solo necessarie di per sé, ma anche che queste creeranno ulteriori benefici collaterali e nuove opportunità per le nostre economie e società. Siamo convinti che l’adozione di misure sostanziali ci aiuterà a guidare il nostro pianeta verso un futuro sicuro, pacifico e prospero”.
A Katowice la Cop 24 per costruire il futuro
In questo contesto, la Cop 24 offre alla comunità internazionale una possibile per agire immediatamente ed approntare un piano d’azione futuro, e secondo Mattarella e gli altri leader non c’è tempo da perdere: “Sulla Cop 24 in Polonia grava una particolare responsabilità – scrivono – Sulla base delle competenze scientifiche e tecniche e dei mezzi finanziari che il mondo oggi possiede, abbiamo l’obbligo collettivo nei confronti delle generazioni future di fare tutto ciò che è umanamente possibile per fermare i cambiamenti climatici e per rispondere ai loro perniciosi effetti. Facciamo appello alla comunità internazionale e a tutte le parti dell’accordo di Parigi: agiamo insieme, in modo deciso e rapido per fermare la crisi climatica globale”.
Leggi anche: 12 anni per agire o il clima impazzirà
Per questo i leader invitano tutte le parti in causa, ovvero l’Onu, gli Stati e l’Unione europea, “a rivedere i propri contributi nazionali alla luce dei risultati della relazione speciale dell’Ipcc, al fine di aggiornare i rispettivi contributi entro il 2020, incrementando così il livello globale di ambizione nell’affrontare la sfida climatica e a formulare e comunicare, al più tardi entro il 2020, le proprie strategie di sviluppo sulle emissioni di gas a effetto serra, valide sino alla metà del secolo e per il periodo successivo”.
La chiusura della dichiarazione è un invito a considerare il cambio di rotta non soltanto come una necessità: “Cogliamo le molteplici opportunità che le misure per combattere i cambiamenti climatici comportano e plasmiamo un futuro positivo per il nostro pianeta. Lasciamo in eredità ai nostri figli e alle generazioni future un mondo degno di essere vissuto” dicono Mattarella e gli altri: fare di necessità virtù in pratica, aprendo le porte a una economia di tipo circolare basata sul riciclo e sull’utilizzo di energie pulite e rinnovabili che possono costituire una nuova fonte di ricchezza, oltre che di salvezza per il pianeta.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Approvato il testo sulla finanza climatica. Al sud del mondo la promessa di 300 miliardi di dollari all’anno: molto meno del necessario.
Mentre i negoziati alla Cop29 di Baku sono sempre più difficili, i paesi poveri e le piccole nazioni insulari sospendono le trattative.
Pubblicati i nuovi testi alla Cop29 di Baku. C’è la cifra di 1.300 miliardi di dollari, ma con un linguaggio molto vago e quindi debole.
Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Pubblicate nella notte le nuove bozze di lavoro alla Cop29 di Baku, compresa quella sulla finanza climatica. Strada ancora in salita.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
La digitalizzazione è il tema del 16 novembre alla Cop29 di Baku. Perché non possiamo farne a meno, anche nelle strategie climatiche.