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Mediterraneo, le “mani che annegano” girano l’Italia per denunciare il dramma dei migranti
Durante la campagna elettorale in Abruzzo sono spuntate delle installazioni raffiguranti mani che annegano: un messaggio alla politica sul dramma dei migranti. Adesso “Mediterraneo” diventa una protesta virale.
È comparsa per la prima volta nella piazza principale di Atri, un piccolo comune della provincia di Teramo, lo scorso 3 febbraio. Pochi giorni dopo ha invaso la piazza del Duomo di Teramo e la più grande Pescara, tanto che ne ha parlato in un servizio anche la Cnn. Da lì, passando per tanti altri comuni abruzzesi, ma anche per Nardò, in Puglia, Albano Laziale e Cinisello Balsamo, è arrivata a Roma e il 2 marzo, già si sa, riempirà la piazza del Duomo a Milano. Si tratta dell’installazione Mediterraneo, un’opera composta di decine di mani di cartone protese verso il cielo a ricordare le richieste di soccorso di uomini che annegano, come i migranti che hanno perso la vita in mare negli ultimi anni oppure sono stati salvati in extremis da qualche nave della Guardia costiera o di organizzazioni non governative. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, oltre duemila persone sono morte in tutto il 2018 durante le traversate di fortuna compiute per raggiungere l’Europa dalla Libia.
Gli autori di questi flash mob sull’immigrazione e sulle politiche di accoglienza del governo sono da ricondurre a un collettivo artistico che si fa chiamare Arte resistente, nato per l’occasione e legato ad un gruppo di associazioni abruzzesi operanti nel sociale, riunitesi lo scorso agosto sotto la sigla di Rete oltre il ponte all’indomani dello sbarco a Catania della nave Diciotti con 177 migranti a bordo.
Le mani che annegano lanciano un messaggio alle istituzioni
Il destinatario del messaggio è chiaro: il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che la scorsa settimana è stato proprio in Abruzzo in occasione della chiusura della campagna elettorale per le elezioni regionali. A Salvini i manifestanti rivolgono anche un messaggio diretto, lasciato proprio nei luoghi delle installazioni, che afferma:
Ministro, sentiti libero di esprimere, qui con i tuoi elettori, idee disumane di società. Qui, tra queste mani che affondano, silenti come coloro che, in mare, hanno la testa nell’acqua. Coraggioso è chi mette in gioco la propria vita, non chi gioca con quella degli altri.
Le elezioni abruzzesi hanno visto poi la vittoria del candidato del centrodestra, Marco Marsilio e la forte crescita della Lega di Matteo Salvini, primo partito con oltre il 26 per cento dei consensi, ma l’iniziativa di dissenso non si è fermata lì: la mattina del 18 febbraio le mani che affogano sono comparse a Roma, in piazza dei Mirti, cuore del quartiere popolare di Centocelle. E Arte resistente ha già annunciato la prossima tappa: il 2 marzo al Duomo di Milano. C’è di più, perché sulla pagina Facebook del gruppo è stato pubblicato perfino un video-tutorial per realizzare in proprio le mani che annegano: l’iniziativa rischia dunque di diventare sempre più virale.
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