Nel report del VII Index Future Respect tutte le ombre e le luci dei report di sostenibilità. Ma tra i migliori spicca quello realizzato per Pizzoli.
Michael Bloomberg dona 4,5 milioni di dollari per rispettare l’Accordo di Parigi
L’ex-sindaco di New York Bloomberg stacca un assegno per rispettare gli impegni presi dagli Usa per il clima, prima del dietrofront di Donald Trump.
L’ex-sindaco di New York Michael Bloomberg si impegna a donare 4,5 milioni di dollari per fare in modo che, nonostante tutto, gli Stati Uniti rispettino l’Accordo di Parigi sul clima.
“L’America ha preso un impegno e, se il governo non lo rispetterà, tutti noi abbiamo delle responsabilità in quanto americani”: con queste parole Bloomberg ha spiegato la sua scelta alla Cbs, scegliendo per il suo annuncio proprio la giornata di domenica 22 aprile, Earth Day. “Io ho la possibilità di farlo. Per questo, invierò un assegno per la somma che l’America aveva promesso all’organizzazione, come se lo ricevesse dal governo federale”, ha continuato.
Un gesto simbolico, per riparare ai danni di Trump
La somma di 4,5 milioni di dollari, pari a 3,6 milioni di euro, verrà elargita alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations framework convention on climate change, Unfccc). Il contributo verrà impiegato per alcune operazioni di carattere generale, come l’affiancamento ai diversi stati che si sono impegnati a ridurre le emissioni nel corso della Cop 21 del 2015.
Si tratta dal 60 per cento della cifra che gli Usa avrebbero promesso per la causa quest’anno, se il presidente Donald Trump non avesse deciso di ritirare gli Usa dall’Accordo. Proprio a seguito di questo dietrofront, nella proposta di budget per l’anno fiscale 2018 approvata dal Congresso i finanziamenti per l’Onu sono limitati a 3 milioni di dollari; un netto calo rispetto ai 7,5 milioni che venivano stanziati negli scorsi anni.
Bloomberg non esclude la possibilità di ripetere una manovra simile il prossimo anno, pur sperando in un cambiamento di rotta da parte di Trump. “Dovrebbe cambiare idea e rendersi conto del fatto che qui c’è realmente un problema. L’America fa parte del problema, ma fa anche parte della soluzione. Dobbiamo impegnarci e aiutare il mondo a fermare un potenziale disastro”, ha affermato nella sua intervista alla Cbs.
L’impegno di Michael Bloomberg per il clima
Michael Bloomberg è stato sindaco di New York per tre mandati, prima tra le fila dei repubblicani e poi come indipendente. Eletto come successore di Rudolph Giuliani nel 2001, è rimasto alla guida della Grande Mela fino al 2013, per poi passare il testimone al democratico Bill de Blasio.
Risale al 1991 la fondazione dell’impero mediatico che porta il suo nome e che ha fatto la sua fortuna. Forbes oggi colloca Bloomberg all’undicesimo posto nella classifica delle persone più ricche del mondo, con un patrimonio stimato in 50,9 miliardi di dollari. Negli anni si è distinto anche come filantropo, donando complessivamente più di 5 miliardi di dollari a cause come il gun control e i cambiamenti climatici.
Proprio all’indomani della clamorosa uscita di Trump dall’Accordo di Parigi, Bloomberg si era fatto capofila di We are sill in, la resistenza ambientalista che ha unito centinaia di aziende, stati federali, città e atenei, in rappresentanza di 120 milioni di cittadini. Anche il suo ultimo gesto a favore dell’Accordo di Parigi assume rilievo prevalentemente per il suo valore simbolico, poiché le cifre in ballo per salvare il Pianeta viaggiano su ordini di grandezza differenti. Nel siglare l’Accordo, tra le altre cose, gli Usa avevano anche promesso 3 miliardi di dollari per il Fondo verde per il clima, un impegno ripudiato da Trump perché ritenuto “troppo costoso”.
Foto in apertura © Lukas Schulze/Getty Images
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