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Giornata del migrante. A tre anni dalla strage di Lampedusa, il fallimento del referendum in Ungheria
Nella Giornata del migrante fallisce il referendum ungherese contro il piano di accoglienza, ma il premier Orban non si arrende. In tre anni oltre 11mila vittime nel Mediterraneo.
Il fallimento del referendum ungherese sui migranti fa tirare un bel sospiro di sollievo all’Europa e soprattutto all’Italia, che rimane il primo paese d’accoglienza del continente. Ma l’allarme sull’immigrazione resta comunque altissimo. Proprio mentre Budapest ufficializza il mancato quorum, in Italia si celebra la prima Giornata del migrante, stabilita nell’anniversario della più grande strage del Canale di Sicilia avvenuta nel 2013: il 3 ottobre di tre anni fa, infatti, persero la vita in un naufragio al largo dell’isola 368 migranti. Le cose non sembrano essere ancora migliorate: secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati da quel giorno a oggi “siamo ad oltre 11.400 vittime, e solo quest’ anno sono 3.498 le persone che nel Mediterraneo hanno perso la vita”.
Ungheria, Orban non si arrende
In Ungheria, l’atto di forza del primo ministro ultraconservatore Viktor Orban si è rivelato un flop: al referendum indetto dal governo, che chiedeva ai cittadini se Budapest dovesse rispettare o meno il piano di Bruxelles per il ricollocamento dei migranti, ha partecipato solo il 43 per cento degli aventi diritto, quota non sufficiente a raggiungere il quorum. Ma Orban non si è arreso: non solo non ha riconosciuto la sconfitta, sottolineando come i no siano stati comunque il 98 per cento (dato peraltro da considerarsi normale, visto che i favorevoli hanno preferito come sempre non ingrossare il quorum), ma ha subito rilanciato, annunciando in parlamento l’intenzione di modificare la costituzione ungherese inserendo il divieto di accoglienza di cittadini stranieri in Ungheria senza l’approvazione dei parlamentari.
Lampedusa 3 anni dopo: la strage continua
L’Italia e i suoi politici hanno applaudito al risultato negativo del referendum ungherese: il ministro dell’Interno Angelino Alfano e quello degli Esteri Paolo Gentiloni lo hanno fatto direttamente da Lampedusa, dove si trovavano per la celebrazione della giornata dedicata ai migranti. “La giornata di oggi è una giornata per educare le giovani generazioni a raccogliere la sfida delle migrazioni tutelando la vita e la dignità delle persone” è la riflessione della Fondazione Migrantes, riferendosi proprio al doppio significato, italiano e ungherese, di questo 3 ottobre.
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