Una forte alluvione ha colpito il Catanese: in poche ore una quantità di pioggia pari all’80 per cento della media annuale.
Milano è per il secondo anno di seguito la città italiana che offre la migliore qualità della vita
Il capoluogo lombardo è ancora in testa nell’indagine de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita. Fanalino di coda è Caltanissetta, mentre Roma e Napoli scalano qualche posizione.
Milano ribadisce il suo buon momento ed è in testa alla classifica scaturita dalla trentesima edizione dell’indagine de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita nei territori, su base provinciale. Se quello del capoluogo lombardo è un risultato che non stupisce, sono da segnalare invece gli “avanzamenti” della capitale Roma e della più importante città del Mezzogiorno, Napoli. Scopriamo in cosa eccelle Milano e in cosa, invece, deve ancora migliorare, per esempio, la qualità dell’aria.
Qualità della vita: lo scenario generale delle province italiane
L’indagine Qualità della vita compie 30 anni e per questa edizione speciale 2019 sono stati aggiunti nuovi indicatori d’analisi che rientrano comunque nelle consuete 6 categorie: Ricchezza e consumi, Affari e lavoro, Ambiente e servizi, Demografia e società, Giustizia e sicurezza, Cultura e tempo libero. La classifica finale mostra chiaramente come, ancora in quest’epoca, il paese sia diviso in due: Settentrione e Meridione hanno risultati ben distinti e le città del sud Italia occupano per gran parte le ultime posizioni di questa indagine. Caltanissetta non è la prima volta che si trova in coda alla classifica e così pure Foggia e Crotone. Ma accanto a questi preoccupanti trend per realtà già problematiche del paese, emergono anche alcune belle novità: Napoli guadagna 13 posizioni raggiungendo l’81° posto, certo non è tra le migliori ma segnala un netto miglioramento, così pure il capoluogo di regione della Sardegna, Cagliari, che va avanti di 24 posti e arriva al 20°. Anche Bari in Puglia incrementa di 10 posizioni, raggiungendo il 67° posto. Tra le note insolite abbiamo Parma, nel 2020 Capitale italiana della cultura, che guadagna la decima posizione e quindi entra in top10, mentre Bologna scende ed è al 14° posto lasciando il trono regionale alla sopracitata.
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Le città più virtuose risultano invece quelle molto a nord, alcune delle quali sono definite alpine: dopo Milano abbiamo infatti Bolzano, Trento, Aosta, Trieste, Monza e Brianza, Verona, Treviso e Venezia.
Milano, in cosa eccelle e in cosa deve migliorare
Milano è in prima posizione in questa classifica ma non è al top in tutte le categorie prese in esame. Cominciamo con quelle che stanno più a cuore a noi di LifeGate: purtroppo il capoluogo lombardo è solo al 94° posto per la qualità dell’aria; 32, 5 è infatti la concentrazione media in microgrammi di PM10 (dato Legambiente-Ecosistema urbano). Per quanto riguarda la raccolta differenziata si attesta solo al 54° posto e a questo proposito segnaliamo che procapite in quest’area si producono 504, 3 chili di spazzatura l’anno portando Milano alla posizione 44 nella sottocategoria “Produzione di rifiuti“. Molto negative anche le prestazioni nella categoria “Giustizia e sicurezza”, la peggiore per Milano.
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In cosa invece è la migliore? In “Affari e lavoro” è al primo posto e segnaliamo con piacere per esempio che l’indicatore degli immigrati regolari residenti della città ci dice che in città la maggior parte lo è. Come pure tante sono le startup innovative, le imprese di stranieri e l’imprenditorialità giovanile in genere aumenta. Anche “Ricchezza e consumi“, come da tradizione, è una voce in cui Milano detta legge nel paese e un indicatore per tutti lo dimostra chiaramente: il reddito pro capite dei contribuenti è il più alto in Italia e in un anno sfiora il 29mila euro.
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Bello invece sapere che per “Cultura e tempo libero” Milano sia al terzo posto in Italia: questo significa che in città si guadagna e quindi si spende più che altrove ma lo si fa anche in ambito culturale grazie a un’offerta non solo capillare ma di qualità. Forse sono però poche le biblioteche per numero di abitanti e così le librerie, posizione bassa anche per il dato delle sale cinematografiche: ci siamo accorti infatti che sono sempre meno, un peccato.
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