I comuni potranno istituire limiti di velocità al ribasso solo in determinate condizioni, arriva l’assicurazione per il monopattino.
Chi sono i ministri del nuovo governo Conte
La squadra del nuovo governo, il Conte bis, è pronta. Chi sono i ministri dell’esecutivo che oggi ha giurato al Quirinale di fronte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La squadra di ministri del nuovo governo di Giuseppe Conte ha appena giurato davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Forti di un programma che guarda al futuro dedicheremo con questa squadra le nostri migliori energie, competenze, passione a rendere l’Italia migliore nell’interesse di tutti i cittadini da nord a sud”, ha dichiarato ieri il presidente del Consiglio al Quirinale.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio è Riccardo Fraccaro, ex ministro dei Rapporti con il Parlamento. È stato portavoce del Movimento 5 stelle e segretario dell’Ufficio di presidenza, nonché forte sostenitore della legge sul taglio dei parlamentari.
Guarda: Il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, rende nota la composizione del Governo
#Quirinale, segui la diretta della cerimonia di #Giuramento del nuovo #Governo: https://t.co/P5n1xkeJKN https://t.co/X2VeEwJBTF
— Quirinale (@Quirinale) 5 settembre 2019
Chi sono i ministri che fanno parte del nuovo governo Conte
Sergio Costa, ministro dell’Ambiente
È stato comandante regionale del Corpo forestale dello Stato fino allo scioglimento nel 2016, che ha ampiamente criticato. In un post su Facebook ha dichiarato che “l’Ambiente è la sua vita” e che sta “lavorando dal primo giorno da Ministro per far tornare prioritari la legalità e la tutela dell’ambiente”. È famoso per aver guidato l’inchiesta che ha condotto alla scoperta della Terra dei fuochi, la discarica abusiva a cavallo tra le province di Napoli e Caserta. È anche generale di brigata dell’Arma dei carabinieri e si è dichiarato un “servitore dello Stato”. Nella scorsa legislatura, Di Maio aveva fatto il nome di Sergio Costa perché credeva fosse “la persona ideale da presentare al ministero dell’Ambiente, essendo tra coloro che più si sono distinti nella lotta ai crimini ambientali”. È nato nel 1959 e ha conseguito la laurea magistrale in Scienze agrarie e un master in Diritto ambientale.
Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia
Nel 2009 è approdato in Europa diventando uno degli europarlamentari più influenti del Pd. È divenuto in seguito presidente della commissione Problemi economici e monetari del Parlamento europeo ed è stato consigliere economico sia nel governo Renzi, sia nel governo Gentiloni. Nel 1985, fu Nicola Zingaretti a consegnargli la tessera firmata del Partito comunista. È nato nel 1966 ed è professore di storia contemporanea presso l’università “La Sapienza” di Roma.
Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno
Nel 2017 è stata prefetta di Milano, consigliera di Stato e capo di gabinetto durante i mandati di Alfano e Minniti. È sempre stata considerata un “tecnico” di grande esperienza, al punto che, dopo la politica di chiusura dell’ex vicepresidente del consiglio e ministro dell’Interno Matteo Salvini, è stata scelta per riaprire i rapporti con l’Europa. È nata nel 1953 a Potenza ed è un avvocato.
Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale
Da settembre 2017 è il capo politico del Movimento 5 stelle. Nella scorsa legislatura è stato vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali. Il reddito di cittadinanza e il decreto dignità sono state le due riforme che hanno segnato il suo precedente mandato. In un post su Facebook ha dichiarato che sarà sua “premura puntare all’internazionalizzazione del nostro sistema economico e della nostra industria e ricerca, incrementando i canali di cooperazione in ambito multilaterale”. È nato nel 1986 ad Avellino, in Campania, ha frequentato ingegneria e giurisprudenza senza terminare gli studi. È giornalista pubblicista dal 2007.
Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia
Siciliano di nascita, esercita a Firenze la professione di avvocato. Candidatosi a sindaco della città nel 2009 contro Matteo Renzi, ha ottenuto l’1,8 per cento dei voti. Nella scorsa legislatura ha ricoperto lo stesso ruolo. È il “braccio destro” di Luigi Di Maio ed è responsabile della funzione Scudo della rete disponibile sulla piattaforma online Rousseau, con l’obiettivo di fornire difesa legale agli iscritti ed eletti del Movimento e garantire la tutela del partito. Sostiene il movimento No tav e durante lo scorso governo ha affermato che il suo programma “rimaneva quello di rivedere tutte le grandi opere pubbliche inutili”. È nato nel 1976 ed è stato un grillino fino dal primo momento.
Lorenzo Guerini, ministro della Difesa
Tra il 2014 e il 2017 ha ricoperto la carica di vicesegretario del Pd assieme a Debora Serracchiani. Ha lavorato nel comitato per i servizi segreti e al dicastero delle forze armate ed è presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica. Nel 2014, all’inizio del governo Renzi, aveva mediato le consultazioni istituzionali per la formazione del nuovo governo. È nato nel 1966 a Lodi, è laureato in Scienze politiche e ha lavorato per un periodo come assicuratore.
Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e del turismo
Durante i governi Renzi e Gentiloni, aveva già guidato questo dicastero. Dal 2008 al 2012 ha rappresentato il Parlamento italiano al Consiglio d’Europa. Nel 2009 aveva corso per le primarie del Pd ma aveva perso la sfida contro Pier Luigi Bersani. È nato nel 1958 e si è laureato in Giurisprudenza a Ferrara, la sua città natale. Ha poi esercitato la professione di avvocato per qualche tempo.
Teresa Bellanova, ministra delle Politiche agricole e forestali
Nel 2018 è stata eletta senatrice del Pd per la circoscrizione Emilia-Romagna. Durante il governo Renzi è stata sottosegretaria al Lavoro e dal 2016 ha ricoperto la carica di viceministro dello Sviluppo economico. È nata nel 1958 in provincia di Brindisi e ha lavorato per quasi 30 anni nel sindacato.
Paola De Micheli, ministra delle Infrastrutture e dei trasporti
Ha curato la campagna di Nicola Zingaretti per le primarie e ha fatto parte del governo Renzi come sottosegretaria all’Economia, benché si sia sempre dichiarata una bersaniana e lettiana convinta. Ha avuto un ruolo chiave nella trattativa con il M5s per la nascita del nuovo governo giallo-rosso. È nata nel 1973 a Piacenza, è laureata in Scienze politiche alla Cattolica di Milano e dal 2016 è presidente della Legavolley.
Elena Bonetti, ministra delle Pari opportunità e della famiglia
Da poco nelle liste del Pd, si è distinta per il suo impegno nella lotta per il riconoscimento dei diritti della comunità Lgbt: nel 2014 ha firmato un appello, insieme a don Gallo, per chiedere allo Stato e alla Chiesa di rivedere le proprie posizioni e riconoscere le unioni gay. È nata nel 1974 in provincia di Mantova, è una professoressa associata di Analisi matematica all’Università degli studi di Milano e ha un passato da capo scout nell’Agesci, l’Associazione guide e scout cattolici italiani.
Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico
Convinto grillino e fedele sostenitore di Di Maio, si è distinto per il lavoro di negoziatore durante la crisi di governo. È nato a Trieste nel 1974 ed è laureato in Ingegneria edile.
Nunzia Catalfo, ministra del Lavoro
È considerata la madre del reddito di cittadinanza e si è battuta per cinque anni per la sua approvazione. È entrata nel Parlamento nel 2013 come senatrice per i grillini ed è stata da subito apprezzata e rispettata dai colleghi grazie al suo atteggiamento aperto al dialogo. È nata nel 1967 a Catania.
Lorenzo Fioramonti, ministro dell’Istruzione
È professore di Economia politica all’Università di Pretoria, Sud Africa ed è membro dell’Università delle Nazioni Unite. Ha scritto articoli per alcuni quotidiani esteri come il New York Times e il The Guardian e ha una rubrica mensile nel Business day, il principale quotidiano finanziario del Sud Africa.
Roberto Speranza, ministro della Salute
Nel 2017 lascia il Partito democratico a seguito dei battiti contro Matteo Renzi e nel 2018, durante le politiche, è stato rieletto deputato con Liberi e uguali. È nato nel 1979 a Potenza ed è laureato in Scienze politche alla Luiss di Milano.
Federico D’Incà, ministro dei Rapporti con il parlamento
Nel 2018 era questore della Camera dei deputati e ha fatto parte della commissione Bilancio. È nato nel 1976 a Belluno ed è laureato in Economia e commercio all’Università di Trento.
Enzo Amendola, ministro degli Affari europei
Da giugno 2019 è stato responsabile esteri del Pd, ruolo che aveva già ricoperto durante il governo Renzi. È stato sottosegretario agli Esteri quando Angelino Alfano, e poi Paolo Gentiloni, erano in carica alla Farnesina. Inoltre ha curato le relazioni con le Nazioni Unite. È nato nel 1973 a Napoli.
Giuseppe Provenzano, ministro del Mezzogiorno
È economista esperto del Mezziorno e infatti dal 2016 è vicedirettore dello Svimez, un’associazione privata senza scopo di lucro che promuove lo studio delle condizioni economiche del Mezzogiorno. È nato nel 1982 a Caltanissetta.
Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali
Nella scorsa legislatura ha ricoperto la carica di presidente della commissione Bilancio della Camera. È considerato il padre della “tax web” ed è tra i firmatari della riforma della legge di bilancio. È nato nel 1968 a Bisceglie, in Puglia e si è laureato in Scienze Politiche con indirizzo economico internazionale
Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport e delle politiche giovanili
Durante il primo governo Conte era sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle pari opportunità e ai giovani. È stato il primo garante per l’infanzia d’Italia e il più giovane presidente dell’Unicef, carica che l’ha portato a viaggiare in Sierra Leone, Guinea Bissau e Ruanda. Dal 2016 è stato responsabile delle relazioni istituzionali per Di Maio. È nato nel 1974 in provincia di Napoli.
Paola Pisano, ministra dell’Innovazione tecnologica
Professoressa di Gestione dell’Innovazione all’Università di Torino e assessora all’Innovazione del comune, si occuperà della trasformazione digitale dell’Italia. Nell’aprile 2019 aveva rifiutato la candidatura alle elezioni europee del M5s per continuare i progetti cominciati con Chiara Appendino nel comune torinese. È nata nel 1977 nel capoluogo piemontese.
Fabiana Dadone, ministra della Pubblica amministrazione
Seconda ministra più giovane della legislatura, dopo Di Maio, nel 2013 è stata capogruppo del M5s nella commissione Affari Costituzionali della Camera. È stata presidente del Comitato sul traffico di esseri umani e la sua relazione non solo è stata approvata all’unanimità dalla Commissione antimafia, ma è ugualmente entrata a far parte degli atti ufficiali del Parlamento. È nata nel 1984 a Cuneo ed è laureata in giurisprudenza.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Alla presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin, il padre Gino parla di “amore da diffondere nell’ecosistema”, il ministro no.
Una forte alluvione ha colpito il Catanese: in poche ore una quantità di pioggia pari all’80 per cento della media annuale.
Il presidente della Repubblica ha risposto agli attacchi di Elon Musk contro la magistratura italiana. LifeGate, intanto, interrompe le pubblicazioni su X.
Approvata all’unanimità la legge destinata a colmare un vulnus della sanità italiana: chi non ha una residenza non ha accesso al medico di base.
L’Italia produce metà del riso europeo, soprattutto in pianura Padana. La salinizzazione dovuta alla siccità sta facendo danni, ma oggi c’è una soluzione.
Il rapporto Ecosistema urbano 2024 mostra alcuni progressi nelle città italiane, ma troppo lenti. E c’è troppo divario tra nord e sud.
Una campagna del Cnr svela una forte attività delle faglie tra le isole proprio dove sorgerà il Ponte, per la Società Stretto di Messina nessuna problema.
Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.