Grazie a immagini dettagliate della Nasa, si possono studiare le capacità di catturare biossido di carbonio di singoli alberi nelle terre aride africane.
I baobab stanno morendo. E la causa potrebbero essere i cambiamenti climatici
Molti dei baobab più grandi e più vecchi d’Africa sono morti nel giro di poco tempo. È l’allarme lanciato dagli studiosi che ipotizzano che la colpa sia dei cambiamenti climatici.
Il baobab è un albero un po’… sottosopra. A guardarlo, infatti, sembra capovolto, piantato al contrario. Può vivere migliaia di anni, e sviluppare tronchi talmente grossi da ospitare anche 40 persone all’interno. È una pianta unica nel suo genere, simbolo della cultura africana e conosciuta come albero della vita. Il suo frutto è un concentrato di vitamina C, ma anche la corteccia e le radici sono ricche di proprietà benefiche per il nostro organismo. Ne sono ghiotti gli elefanti, che trascorrono ore all’ombra dei grossi rami, i babbuini, i teneri galagoni, le svariate specie di uccelli che nidificano sulle sue fronde.
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Il silenzioso declino dell’albero della vita
Nonostante sia così longevo ed estremamente resistente – produce nuova corteccia ogni volta che un elefante la danneggia – l’albero della vita sta morendo. Negli ultimi 12 anni, 9 dei 13 baobab più vecchi del mondo sono crollati, o lo è la gran parte della loro struttura. La stessa sorte è toccata a 5 dei 6 alberi più grandi. Si trovavano in Zimbabwe, Namibia, Sudafrica, Botswana e Zambia e avevano tutti più di mille anni: addirittura il baobab sacro di Panke ne aveva più di 2.500. È morto anche il maestoso Sunland, famoso per il bar costruito al suo interno.
Le ipotesi dei ricercatori sulle cause della morte dei baobab
Sono i dati raccolti da un team internazionale di ricerca guidato dal professor Adrian Patrut dell’università Babes-Bolyai della Romania e pubblicati sulla rivista Nature plants. Dal 2005 i ricercatori hanno visitato il sud dell’Africa per studiare i baobab della regione e la loro struttura, determinarne l’età e lo stato di salute.
Le cause di quello che definiscono “un evento di una portata senza precedenti” sono ancora incerte, ma gli scienziati sono convinti che la colpa non sia di un’epidemia. “Statisticamente parlando, è praticamente impossibile che un numero simile di grossi e vecchi baobab muoia in così poco tempo per cause naturali”, aggiunge Patrut.
Al contrario, i responsabili della moria potrebbero essere i cambiamenti climatici, in particolare l’aumento delle temperature e la siccità: “Gli alberi più grandi sono i più vulnerabili perché hanno bisogno di quantità d’acqua ed elementi nutritivi maggiori”, chiarisce il professore.
“Le piante sono intelligenti”
Per confermare l’ipotesi del team servono ulteriori ricerche, ma uno studio pubblicato su Biological conservation ha già messo in luce come i cambiamenti climatici saranno dannosi per due delle tre specie di baobab del Madagascar che rischiano l’estinzione. Si ritiene che anche nelle foreste della Costa Rica diverse piante soccomberanno alle alte temperature.
“Gli alberi sono intelligenti e hanno una grande capacità di adattamento: a differenza degli animali, che di fronte ai problemi scelgono la fuga, non possono spostarsi e quindi devono affrontare le criticità con le proprie risorse”, spiega Stefano Mancuso, direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale. La speranza è che i baobab ce la facciano anche questa volta: invece di scappare, restiamo al loro fianco.
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