I murale della borgata romana di Tor Marancia costituiscono un museo unico nel suo genere. Un condominio di case popolari le cui grandi facciate ospitano opere d’arte monumentali.
Passeggiare tra le opere, all’interno del condominio, è una lenta seduzione, l’arte dona vita allo spazio della borgata creando un senso di fascino, a tratti decadente. Le grida dei bambini che giocano nei cortili tra i palazzi e i panni stesi ai balconi offrono un’atmosfera di singolare autenticità al grande museo a cielo aperto. Il museo condominiale di Tor Marancia è unico nel suo genere.
Un condominio di case popolari nel quartiere omonimo, nella zona meridionale di Roma, nel quale le grandi facciate dei palazzi color ocra ospitano murale monumentali ispirati a diversi stili, dal surrealismo all’art nouveau. Nato attraverso il progetto Big city life e selezionato per rappresentare l’Italia alla quindicesima Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia del 2015, il museo condominiale compie cinque anni.
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Una tela urbana per 22 artisti da ogni parte del mondo
Il progetto è stato fondato e ideato dal curatore Stefano Antonelli, fondatore e direttore artistico di 999Contemporary, un’istituzione culturale no-profit, e tra i pionieri in Italia delle “pratiche curatoriali urbane” e dell’arte pubblica partecipativa. Lo scopo del progetto, che ha coinvolto anche la comunità locale, le scuole e le associazioni di quartiere, è stato di trasformare la storica borgata romana in un “distretto di arte pubblica contemporanea unico al mondo”. Le oltre 500 famiglie che abitano le case popolari dello storico “lotto 1” di Tor Marancia, hanno incontrato e accolto ventidue artisti da dieci paesi del mondo venuti a Roma per dipingere l’intero quartiere.
Le facciate degli edifici sono una tela naturale per i murales, i tetti, le finestre e anche gli abitanti del condominio che si chiamano a voce alta affacciati alle finestre, diventano parte integrante delle opere. Tra gli artisti italiani che hanno partecipato al progetto ci sono Domenico Romeo, Matteo Basile, Moneyless, Diamond, Alberonero e Mr Klevra il cui murales, che non si può fare a meno di notare, è intitolato ‘Nostra Signora di Shanghai’ e rappresenta, sull’intera facciata dell’edificio, il viso malinconico di una Madonna e il suo bambino.
Un quartiere storico prende vita attraverso l’arte
Il titolo dell’opera rimanda alla storia del quartiere. A causa dei periodici allagamenti per l’infelice collocazione in una zona infossata, la piccola borgata veniva chiamata Shanghai. In uno dei racconti romani di Alberto Moravia, Il pupo (1954), uno dei protagonisti racconta: “Ebbene, io vivo a Tormarancio, con mia moglie e sei figli, in una stanza che è tutta una distesa di materassi, e quando piove, l’acqua ci va e viene come sulle banchine di Ripetta”.
Tra gli altri artisti di talento che hanno creato le opere d’arte di Tor Marancia ci sono il famoso francese Seth ‘Globepainter’ con ‘Il bambino redentore’, il portoghese Pantònio con ‘Il ponentino’ e lo statunitense Andrew Pisacane, in arte ‘Gaia’, con il suo murales ‘Spettacolo, rinnovamento, maturità’ che dipinto su sfondo azzurro e di ispirazione surrealista è tra i più affascinanti del complesso artistico di Tor Marancia.
Il museo è gratuito e si può visitare in qualsiasi momento. Si può anche prenotare una visita guidata. In questo periodo dell’anno, il condominio è particolarmente rigoglioso; i fiori sbocciano, le piante e gli alberi, di un verde acceso, si arrampicano verso il cielo ed incorniciano con armonia l’arte dei murales.
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