
Il ritratto di un bambino mutilato a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza ha vinto il World press photo 2025, il concorso fotografico che da 70 anni documenta le complessità del presente.
Conciliare carriera e famiglia dev’essere la normalità. Per dimostrarlo, la premier neozelandese Jacinda Ardern ha portato all’Onu la sua bimba di tre mesi.
A soli tre mesi di vita è troppo piccola per rendersene conto, ma Neve Te Aroha è già passata alla storia. Perché non era mai successo prima che un neonato fosse presente all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Merito di sua madre, la prima ministra neozelandese Jacinda Ardern, che lunedì 24 settembre l’ha portata con sé all’Onu, dove aveva in programma un discorso al summit sulla pace intitolato a Nelson Mandela. Nel frattempo, della bimba si occupava il suo compagno, il conduttore televisivo Clarke Gayford. Che dopo l’evento, divertito, ha condiviso su Twitter il pass ufficiale che era stato assegnato alla piccola ospite.
Because everyone on twitter’s been asking to see Neve’s UN id, staff here whipped one up.
I wish I could have captured the startled look on a Japanese delegation inside UN yesterday who walked into a meeting room in the middle of a nappy change.
Great yarn for her 21st. pic.twitter.com/838BI96VYX— Clarke Gayford (@NZClarke) 24 settembre 2018
Jacinda Ardern è la leader che ha trainato il partito laburista neozelandese fino alla vittoria delle elezioni politiche del 2017. Una tornata elettorale molto difficile, che è stata conquistata grazie anche all’appoggio esterno dei verdi e di New Zealand First, una piccola formazione nazionalista e conservatrice. Ardern ha già segnato un traguardo il 26 ottobre 2017, quando si è insediata a capo del governo del suo paese. All’età di trentasette anni, infatti, era in assoluto la più giovane premier donna della storia.
My message for International Women’s Day. pic.twitter.com/meICDXfv9A
— Jacinda Ardern (@jacindaardern) 8 marzo 2018
A pochi mesi di distanza, il 19 gennaio 2018, Ardern ha annunciato la sua gravidanza e il 21 giugno ha dato alla luce la figlia Neve. Prima di lei, solo la premier pakistana Benazir Bhutto era diventata madre nel corso del suo mandato, nel mese di gennaio 1990; solo pochi mesi dopo venne destituita in seguito ad alcune accuse di corruzione e il suo partito venne sconfitto alle successive elezioni.
Ardern è anche la prima premier in assoluto a prendersi un periodo di congedo per maternità, della durata di sei settimane.
Avendo scelto di allattare la figlia, Ardern ha dovuto portarla con sé alla trasferta a New York, della durata di sei giorni. Quando al Today Show sulla rete televisiva NBC le è stato chiesto se fosse più difficile governare la Nuova Zelanda o affrontare un volo di 17 ore con la neonata, ha replicato “più o meno siamo pari!” e con una risata, ha raccontato di aver chiesto scusa in anticipo agli altri passeggeri. Ardern deciderà di volta in volta se fare il suo ingresso agli eventi ufficiali in compagnia di Neve, a seconda della stanchezza dovuta al jet lag.
Ardern, come riporta il quotidiano Guardian, ha sottolineato in più occasioni il fatto che la possibilità che lei ha avuto, cioè quella di crescere una figlia e al contempo portare avanti un incarico così impegnativo e di responsabilità, ad oggi non sia ancora la norma. Il suo auspicio è che lo diventi in un futuro non troppo lontano. E che la sua storia serva, quantomeno, per innescare un cambiamento di mentalità nelle persone.
Leggi anche: Chi è María Fernanda Espinosa Garcés, la prima donna sudamericana a capo dell’Assemblea generale dell’Onu
Nel mese di giugno, in Canada, l’attenzione dei media è stata catturata dal video che ritraeva la parlamentare trentunenne Karina Gould allattare suo figlio in aula, mentre il ministro della Salute discuteva la legge sulla legalizzazione della marijuana a scopo ricreativo.
Solo un mese prima il Senato degli Stati Uniti aveva approvato all’unanimità una legge che consente alle neo mamme di allattare in parlamento, cosa che fino a quel momento era formalmente vietata. La misura era stata proposta dalla senatrice democratica Tammy Duckworth, che da quel momento ha potuto portare con sé in aula la sua secondogenita Baby Maile.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il ritratto di un bambino mutilato a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza ha vinto il World press photo 2025, il concorso fotografico che da 70 anni documenta le complessità del presente.
Abbiamo chiesto a chi sta vivendo i tagli voluti dal governo di Washington, di raccontarci la loro esperienza. A rischio il progresso e il futuro stesso del nostro pianeta.
In Italia il 35 per cento di padri aventi diritto preferisce non usufruire del congedo di paternità, sottolineano Inps e Save the Children.
Un elenco delle parole che l’amministrazione Trump sta scoraggiando o cancellando da siti e documenti delle agenzie federali, legate al clima e ai diritti.
L’inclusione costruita attraverso lo sci e le discipline alpine. Questo l’obiettivo del progetto SciAbile promosso da Bmw Italia e dalla scuola di sci di Sauze d’Oulx.
No other land ha vinto l’Oscar come miglior documentario. Un film, doloroso ma necessario, che racconta la forza della resistenza palestinese.
Condannato nel 1977 per l’uccisione di due agenti, Leonard Peltier – ritenuto da molti un prigioniero politico – finirà di scontare la sua pena ai domiciliari.
In un Volvo Studio ampliato e rinnovato torna un programma culturale che esplora l’interazione creativa tra arte, musica e innovazione, riflettendo l’approccio olistico del marchio alla sostenibilità e alla valorizzazione della persona.
Mentre in molte aree del pianeta si acuiscono i conflitti, l’Italia relega la cooperazione allo sviluppo, un pilastro della politica internazionale, a una “comparsa” senza soldi.