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Notte sul pianeta Terra, la prima serie tv che svela la natura al calar delle tenebre
Grazie a telecamere innovative, in grado di filmare anche durante le ore più buie, la serie Notte sul pianeta Terra (su Netflix dal 29 gennaio) è riuscita a catturare i segreti mai svelati della fauna e della flora selvatica nei luoghi più remoti del pianeta.
Scrutare nell’oscurità e, mentre il mondo dorme, scoprire e filmare i segreti della natura. A realizzare per la prima volta questa impresa è la serie originale Netflix Notte sul pianeta Terra. Si tratta di sei episodi, disponibili dal 29 gennaio sulla piattaforma di streaming, che offrono uno sguardo inedito tra le meraviglie della natura durante le ore più buie. Un’occasione, non solo di godere della bellezza di madre natura quando l’occhio umano non può catturarla, ma anche di consentire rivelazioni scientifiche eccezionali.
Notte sul pianeta Terra, non è il solito documentario
Se di documentari sulla natura e sul comportamento degli animali ne sono stati fatti tanti, mai prima d’ora era stato possibile osservare da vicino quello che accade nel mondo animale durante la notte. A consentirlo è una tecnologia rivoluzionaria, che utilizza termocamere e telecamere di ultima generazione a sensibilità ultraelevata, che hanno consentito a intrepide e tenaci troupe di catturare immagini incredibili.
Disseminati tra i più affascinanti habitat del pianeta, gli operatori e i registi di Notte sul pianeta Terra, accompagnati da esperti e biologi, hanno sfidato condizioni estreme per riuscire in un’impresa mai compiuta fino ad ora. Scoprire come si comportano prede e predatori dopo il calare del sole.
Il risultato è una serie mozzafiato, capace di illuminare di una luce nuova e piena di fascino le ore più buie, spiando con discrezione animali di ogni specie. Dagli orsi polari delle isole Svalbard nel mar Glaciale artico ai ghepardi della savana africana; dai pipistrelli vampiro, nascosti nelle caverne della costa pacifica del Perù, alle innumerevoli specie della giungla argentina e del Borneo; dai Macachi dalla coda lunga delle giungle urbane della Thailandia, alle profondità oceaniche, dove l’attività umana costringe le specie ad adottare nuovi comportamenti per sopravvivere.
La natura, unica (e inquietante) protagonista
La serie sceglie di lasciare tutto il palcoscenico alla natura, senza che nessuna interferenza umana si inserisca. Unica eccezione per la voce narrante, affidata, nella versione italiana, ad Alessandra Mastronardi, che ci accompagna con discrezione ed eleganza in questo lungo, e talvolta inquietante, viaggio notturno.
Nel primo episodio, Pianure al chiaro di luna, attraversiamo la savana africana, inseguendo un gruppo di ghepardi a caccia, ci addentriamo nelle terre infuocate del Messico, dove scopriamo il ruolo fondamentale dei pipistrelli nella sopravvivenza dei cactus e l’immensa biodiversità del deserto di Sonora, e arriviamo fino al deserto peruviano, dove assistiamo a un inedito scontro tra pipistrelli vampiro, otarie e leoni marini. Storie che mostrano come la vita e la morte di prede e predatori siano strettamente connesse alle fasi lunari e di come i super sensi, affinati nei secoli dalle specie, le aiutino a cavarsela nelle situazioni più estreme, dove la vista spesso non basta.
La serie prosegue con Notti gelide: un excursus dei luoghi più freddi e inospitali della Terra. Dalle lunghe notti artiche, dove una famiglia di orsi polari lotta per sopravvivere, fino al Giappone, dove una comunità di macachi, al limite della sopravvivenza, resiste al freddo grazie a una pozza termale.
Piene di sorprese e spaventose meraviglie sono le Notti nella giungla. Il terzo episodio ci conduce dove la maggior parte di noi non avrà mai l’occasione (e il coraggio) di andare: nella più fitta vegetazione della giungla, dove il buio sotto le folte chiome appare talvolta impenetrabile, e dove nelle ore notturne solo il 2 per cento della luce lunare raggiunge il suolo. Qui incontreremo una variegata quantità di specie animali che popola il sottobosco e si nasconde tra gli alberi. Insetti spaventosi, scimmie, scoiattoli volanti, ma anche funghi bioluminescenti e piante carnivore.
Dai mari oscuri alle città che non dormono mai
Le telecamere di nuova generazione sono scese anche ne I mari oscuri, con una puntata interamente dedicata a mostrare ciò che accade nelle tenebrose profondità oceaniche. Un viaggio che mostra come le millenarie fasi lunari scandiscono con le maree il ritmo della vita acquatica, in quelle che vengono definite le notti “più magiche sul pianeta Terra”. Dalla Grande barriera corallina australiana dove, grazie all’alta marea del plenilunio, le tartarughe possono approdare sulla spiaggia per deporre le loro uova, fino allo stretto di Lembeh in Indonesia, dove si trovano le acque più ricche del pianeta, popolate da migliaia delle specie più bizzarre, la cui vita si svolge soprattutto di notte.
Più straniante è la visione del quinto episodio, Città insonni, che ci conduce nei luoghi del mondo in cui la natura fa direttamente i conti con l’urbanizzazione. Come ben sappiamo, infatti, l’habitat urbano sta crescendo ad una velocità ineguagliabile sul pianeta, costringendo molti animali ad adattarsi ad ambienti cittadini e adottare nuove strategie di sopravvivenza. Ne sono un esempio i macachi dalla lunga coda, che popolano le metropoli thailandesi; o gli elefanti dell’Africa meridionale, che sulle loro rotte migratorie ora si trovano di fronte a nuovi e dilaganti centri urbani che, di fatto, gli sbarrano la strada.
Storie che permettono di riflettere e vedere coi propri occhi quale impatto l’attività umana, incurante della natura circostante, possa avere anche sulla fauna.
L’ultimo episodio, Dal tramonto all’alba, rivela come la fauna selvatica in tutto il mondo si comporta nelle ore notturne. Dalle poetiche immagini dei fenicotteri caraibici dello Yucatan, illuminati dalla luna piena, all’esercito di 20 milioni di pipistrelli del Texas (di fatto il più grande raduno di mammiferi al mondo) in fuga dai falchi affamati.
Un salto nel buio, l’episodio che mostra l’eroico dietro le quinte
Per svelare i retroscena dell’impresa è stato realizzato anche l’episodio Notte sul pianeta Terra: un salto nel buio. Un backstage che approfondisce alcune delle scoperte più incredibili e che mostra come la troupe abbia utilizzato le ultime tecnologie per le riprese in notturna, tra rarissimi avvistamenti e rivelazioni inattese.
Come quella fatta nella riserva Masai Mara in Kenya, che ha confermato le ricerche della dottoressa Femke Broekhuis. I suoi studi avevano ipotizzato che i ghepardi, considerati predatori diurni, cacciassero anche durante la notte, suscitando molto scetticismo tra i colleghi. Unitasi alla troupe a bordo di un’auto, sulla quale era stata installata una telecamera sensibile alla luce lunare, la studiosa lo ha potuto constatare di persona. Un’emozione indescrivibile per chi, da oltre un decennio, dedica il proprio lavoro a questi studi.
Particolarmente affascinanti sono le riprese fatte con la termocamera, che individua il calore corporeo e offre sullo schermo un’immagine di chiaro-scuri molto nitida e di grande effetto. Con questa tecnologia e con l’aiuto di luci a infrarossi è stata filmata – caso più unico che raro – una famiglia di Aoti nella foresta argentina. Si tratta delle uniche scimmie del Sud America ad agire di notte, quando tutti i frutti della foresta sono a loro disposizione.
Chi merita tutta la nostra gratitudine è anche l’operatrice Justine Evans, che, come scopriremo solo guardando il backstage, ha acconsentito ad arrampicarsi su un altissimo albero della giungla del Borneo. Un compito che le ha richiesto di restare intere notti da sola, circondata da formiche giganti, su una piattaforma installata a trenta metri di altezza. L’impresa è stata ripagata da uno degli avvistamenti più memorabili dell’intera serie: quello di un giovane orango tango in cerca di frutti maturi nell’oscurità. Un’altra scoperta inattesa per il mondo scientifico e un altro momento indimenticabile per gli spettatori.
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