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Oltre il 90% dei lemuri rischia l’estinzione
L’allarme viene lanciato dall’Unione internazionale per la conservazione della natura che evidenzia come i primati siano tra gli animali più minacciati della Terra.
I lemuri sono bizzarre creature endemiche del Madagascar, rese celebri dall’omonimo cartone animato. Queste creature sono molto vicine all’uomo, infatti, proprio come noi, fanno parte dell’ordine dei primati.
Questi animali sono purtroppo fra le specie di mammiferi più minacciate del pianeta. Oltre il 90 per cento dei lemuri è a rischio estinzione, questo l’esito dell’aggiornamento della Lista rossa delle specie minacciate della Iucn, effettuato in occasione del cinquantesimo anniversario dell’Unione internazionale per la conservazione della natura. Lo studio ha preso in esame 73.686 specie animali, delle quali 22.103 sono minacciate di estinzione.
«Negli ultimi 50 anni la Lista rossa Iucn è stato un punto di riferimento per la protezione della fauna e ha guidato il lavoro di conservazione – ha dichiarato Julia Marton-Lefèvre, direttore generale di Iucn – i risultati raggiunti sono buoni ma si deve fare molto di più. Dobbiamo continuare a diffondere la nostra conoscenza delle specie animali che popolano il pianeta, per comprendere meglio le sfide che abbiamo di fronte, le priorità di conservazione e le azioni da intraprendere per fermare il declino della biodiversità».
Delle 101 specie di lemuri sopravvissute fino ad oggi 22 sono in pericolo critico, facendo di questi animali uno dei gruppi di vertebrati più minacciati del pianeta. Tra i lemuri che rischiano di scomparire c’è la specie più grande, il lemure Indri (Indri indri), alto circa un metro. È considerato dalla popolazione locale il fratello sacro degli esseri umani che, secondo le leggende, ha rinunciato alla vita nel villaggio per abitare la foresta.
Tra le cause del declino dei lemuri ci sono bracconaggio e commercio illegale, ma il nemico principale è la deforestazione che priva questi animali arborei di riparo e di cibo. Secondo gli esperti circa il 90 per cento della foresta originaria dell’isola è andata perduta. L’incertezza politica del Madagascar e la crescente difficoltà economica hanno accelerato il disboscamento illegale e spinto gli abitanti a cacciare i lemuri per la carne. Agli abitanti locali, in virtù della tradizione animista del Paese e del legame con la foresta, non piace cacciare i lemuri e abbattere gli alberi ma la povertà sembra non lasciare alternative.
«Nonostante tutto crediamo che ci sia ancora speranza – spiega Christoph Schwitzer, vicepresidente del Primate Specialist Group dell’Iucn per il Madagascar e direttore della conservazione presso la Bristol Zoological Society – alcuni casi in passato hanno dimostrato che la cooperazione tra le comunità locali, le organizzazioni non governative e i ricercatori è in grado di proteggere le specie a rischio».
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