
In un nuovo decreto previsti limiti più stringenti per queste molecole chimiche eterne, ma ancora superiori a quelle indicate dalle agenzie ambientali.
Salvare un’ape con un like su Facebook: è quello che possiamo fare tutti noi, a partire da oggi, grazie alla campagna One like one bee lanciata da Arkopharma in collaborazione con LifeGate.
Oggi, 20 maggio 2019, ricorre la seconda edizione della Giornata mondiale delle api istituita dalle Nazioni Unite. Possiamo celebrarla all’insegna di una buona notizia; anzi, a dire il vero le buone notizie sono due. La prima è che Arkopharma, una delle più note aziende che operano nel campo della medicina naturale, aderisce al progetto Bee my Future di LifeGate. La seconda è che, grazie alla campagna One like one bee, ciascuno di noi può dare il suo contributo tangibile: basta un semplice like su Facebook.
Quando sentiamo parlare del fenomeno della moria delle api, non dobbiamo pensare che siano a repentaglio solo alimenti preziosi e benefici come il miele, la propoli e la pappa reale. Questa, purtroppo, è soltanto una piccola parte delle minacce che si stagliano all’orizzonte. Se è vero che oltre due terzi delle colture usate per l’alimentazione umana sono impollinati dalle api, appare evidente come il futuro delle api sia legato a doppio filo al futuro della sicurezza alimentare globale e della biodiversità.
Da diversi anni ormai LifeGate ha deciso di fare la sua parte, scegliendo una strada che fosse il più possibile concreta. Nasce così il progetto Bee my Future, che sostiene il lavoro di un apicoltore hobbista selezionato da Apam (Associazione produttori apistici della provincia di Milano). A partire da oggi, tutti noi possiamo metterci all’opera per far crescere questo progetto mattone dopo mattone. Grazie alla campagna One like one bee, infatti, Arkopharma adotterà un’ape per ogni nuovo like alla sua pagina Facebook. Per regalare all’apicoltore altre due arnie bisogna raggiungere il traguardo dei 100mila like: bastano pochi secondi e non bisogna nemmeno muoversi da casa, quindi non ci sono scuse!
Arkopharma, leader in Europa nel settore dei medicinali e dei preparati a base di piante, il mondo delle api lo conosce da tempo. Tra i numerosi integratori naturali che produce nei suoi laboratori di Carros (in Francia) c’è anche la gamma di pappa reale Arkoroyal®, la prima ad avere ottenuto da parte di un organismo indipendente la certificazione ufficiale di apicoltura responsabile.
Come spiega a LifeGate il direttore generale Stefano Gramignoli, ciò attesta innanzitutto che la pappa reale è di qualità superiore rispetto a quella sancita dai requisiti dell’Unione europea e dell’agricoltura biologica. L’azienda inoltre monitora costantemente l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo nei pressi degli alveari, e garantisce il rispetto dei diritti dei piccoli apicoltori locali. Ad Arkoroyal® sarà intitolata una delle due arnie di Bee my Future che potremo costruire insieme, like dopo like.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In un nuovo decreto previsti limiti più stringenti per queste molecole chimiche eterne, ma ancora superiori a quelle indicate dalle agenzie ambientali.
Trovato un accordo sul testo del trattato di pace con Baku, che non è ancora stato firmato e presuppone grosse concessioni da parte di Erevan. Intanto il parlamento approva un disegno di legge per la richiesta di adesione all’Ue.
La missione della medicina naturale, l’impegno sociale e ambientale, i progetti per salvare le api: una conversazione a tutto tondo per conoscere Arkopharma
Siamo stati a Montespluga per lo Skialp Fest di Homeland per capire perché lo scialpinismo sia un modo bellissimo e meno impattante di vivere la montagna.
Il premio Wood Architecture Prize by Klimahouse ha rappresentato anche un modo per celebrare la Giornata internazionale delle foreste.
Per la prima volta nel 2025 si celebrano le più grandi fonti di acqua dolce del pianeta, che fronteggiano la sfida dei cambiamenti climatici.
Un tribunale condanna Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari. L’accusa? Aver difeso ambiente e diritti dei popoli nativi dal mega-oleodotto Dakota Access Pipeline.
In Italia sono 265 gli impianti ormai disuso perché non nevica più: rimangono scheletri e mostri di cemento. E l’esigenza di ripensare la montagna e il turismo.
Temendo la presenza di rifiuti tossici, la Groenlandia ha interrotto l’estrazione dell’uranio. Ora potrebbe essere costretta a ricominciare. O a pagare 11 miliardi di dollari.