
In un referendum i cittadini hanno scelto di creare 500 nuove “strade-giardino”, rendendo la capitale francese sempre più verde e a misura d’uomo.
Con le sue foto Anne de Carbuccia racconta l’Antropocene, l’era caratterizzata dall’impronta dell’uomo sul pianeta. Nel documentario One Ocean la si vede al lavoro per ritrarre l’oceano e la necessità di proteggerlo.
https://vimeo.com/281249244
Abbiamo un solo pianeta a disposizione, e soltanto una vita da assaporare. La sabbia scende nella clessidra, un teschio ci ricorda che non abbiamo tempo da perdere. “Non simboleggia la morte, ma una scelta”. Quella di utilizzare al meglio i minuti che trascorriamo sulla Terra.
Questo è il messaggio che l’artista Anne de Carbuccia vuole trasmettere con le sue fotografie, che mostrano l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi e includono sempre i simboli del teschio e della clessidra: One Planet One Future è il nome del suo progetto, che ora si arricchisce di un nuovo tassello con One Ocean, documentario presentato il 4 settembre alla 75esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, nell’ambito delle Giornate degli autori.
Leggi anche: One Planet One Future, le foto di Anne de Carbuccia mostrano cosa rischiamo di perdere per sempre
Il film riprende Anne de Carbuccia sulla spiaggia e sott’acqua alla ricerca di paesaggi e soggetti da fotografare. Lo spettatore ha così l’occasione di osservare da vicino come l’artista allestisce i suoi set, e di capire meglio quali idee si celano dietro ai suoi scatti. L’oceano è pieno di plastica: “È davvero questo, quello che vogliamo?”, chiede la fotografa. La risposta è ovvia, eppure la soluzione ancora lontana a e la clessidra quasi piena. A scandire il tempo nel documentario sono le musiche di Ludovico Einaudi, grande pianista italiano.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In un referendum i cittadini hanno scelto di creare 500 nuove “strade-giardino”, rendendo la capitale francese sempre più verde e a misura d’uomo.
Siamo stati a Montespluga per lo Skialp Fest di Homeland per capire perché lo scialpinismo sia un modo bellissimo e meno impattante di vivere la montagna.
Il premio Wood Architecture Prize by Klimahouse ha rappresentato anche un modo per celebrare la Giornata internazionale delle foreste.
L’Europa ragiona su un piano da 800 miliardi e intanto vota per una maggiore sicurezza: inevitabilmente quei fondi verranno sottratti alle vere emergenze.
Per la prima volta nel 2025 si celebrano le più grandi fonti di acqua dolce del pianeta, che fronteggiano la sfida dei cambiamenti climatici.
Un tribunale condanna Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari. L’accusa? Aver difeso ambiente e diritti dei popoli nativi dal mega-oleodotto Dakota Access Pipeline.
In Italia sono 265 gli impianti ormai disuso perché non nevica più: rimangono scheletri e mostri di cemento. E l’esigenza di ripensare la montagna e il turismo.
Temendo la presenza di rifiuti tossici, la Groenlandia ha interrotto l’estrazione dell’uranio. Ora potrebbe essere costretta a ricominciare. O a pagare 11 miliardi di dollari.
L’organizzazione della Cop30 nella foresta amazzonica porta con sé varie opere infrastrutturali, tra cui una nuova – contestatissima – autostrada.