Con il veliero Trotamar III si allarga la flotta di navi civili di ricerca e soccorso di persone migranti nel Mediterraneo. “Navighiamo contro la fortezza Europa”.
Migranti, cadono una dopo l’altra le accuse sulle navi delle ong
Cadono, a poco a poco, i sospetti e le accuse sulle organizzazioni non governative che mandano le proprie navi nel Mediterraneo per salvare i migranti: niente sequestro per la Mare Jonio, archiviata l’indagine su Open Arms.
Cadono, a poco a poco, i sospetti e le accuse sulle organizzazioni non governative che mandano le proprie navi nel Mediterraneo a svolgere operazioni di soccorso di migranti coinvolti nei frequenti naufragi dei barconi partiti dalla Libia.
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Ieri la Procura di Agrigento non ha convalidato la richiesta di sequestro preventivo della nave Mare Jonio di Mediterranea saving humans, che era stata presentata dalla Guardia costiera dopo che la nave era sbarcata a Lampedusa con a bordo 30 migranti raccolti in mare.
Oggi invece è arrivato dal tribunale di Catania un altro responso molto atteso: dopo un anno di indagini infatti, il Giudice per le indagini preliminari di Catania Nunzio Sarpietro, ha deciso di accogliere la richiesta di archiviazione fatta dalla Procura guidata da Carmelo Zuccaro per l’inchiesta aperta in seguito allo sbarco, avvenuto il 17 marzo 2018 nel porto di Pozzallo, delle 218 persone che si trovavano a bordo della nave della ong spagnola Pro Activa Open Arms.
Le indagini sui “taxi del mare”
L’indagine vedeva coinvolti il capitano Mare Reig e la capomissione Anabel Montes Mier, accusati di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. Secondo l’accusa, “l’obiettivo primario è quello di salvare i migranti e portarli in ltalia, senza rispettare le norme, anzi violandole scientemente”.
Quella vicenda fu l’apice dei sospetti e delle accuse lanciate da alcuni esponenti politici italiani, che accusarono le ong di svolgere un ruolo di taxi del mare, praticamente favorendo con la loro azione l’immigrazione clandestina verso l’Italia anche mantenendo rapporti diretti con gli scafisti libici: accuse e sospetti che non hanno mai trovato riscontro in alcuno dei procedimenti giudiziari aperti a carico delle singole organizzazioni, ma che hanno causato un notevole contraccolpo in termini di immagine, di fiducia e di mancate donazioni alle stesse ong.
Il sollievo di Open Arms
I volontari di Proactiva Open Arms e i tutti i loro sostenitori tirano un sospiro di sollievo: “Siamo felici di apprendere che un ulteriore passo verso la verità è stato fatto, ribadiamo di aver sempre operato nel rispetto delle Convenzioni Internazionali e del diritto del mare e continueremo a farlo mossi da un unico obiettivo: difendere la vita e i diritti delle persone più vulnerabili. Siamo fiduciosi che le evidenze giudiziarie che stanno emergendo in questi ultimi mesi potranno costituire un argine verso le scellerate scelte della politica europea e sapranno ricostruire con chiarezza una tragica pagina storica, quella di migliaia di vite annegate nel Mediterraneo centrale e del silenzio dell’Europa”.
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