La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
La parità di genere conta, anche nei mercati finanziari
La parità di genere non è “solo” un pilastro sociale e civile. Anche il mondo della finanza è sempre più attento a riconoscere – e premiare – chi garantisce a uomini e donne gli stessi diritti e le stesse responsabilità. Ne è la prova la scelta di Bloomberg di fondare il Financial Services Gender-Equality Index,
La parità di genere non è “solo” un pilastro sociale e civile. Anche il mondo della finanza è sempre più attento a riconoscere – e premiare – chi garantisce a uomini e donne gli stessi diritti e le stesse responsabilità. Ne è la prova la scelta di Bloomberg di fondare il Financial Services Gender-Equality Index, un indice che monitora un paniere di aziende finanziarie di tutto il mondo selezionate proprio perché garantiscono un trattamento equo per uomini e donne.
Chi entra e chi esce dall’indice sulla parità di genere
Alla fine di gennaio Bloomberg ha aggiornato l’elenco di aziende, che da 26 sono passate a 52, con sede in 17 Paesi. Per sceglierle, dapprima ha inviato un questionario a una serie di società dei servizi finanziari (banche, assicurazioni e così via) quotate alla Borsa statunitense, con una capitalizzazione di mercato di almeno 15 miliardi di dollari. Sulla base delle risposte fornite ha assegnato un punteggio alle loro politiche sulla parità di genere, arrivando all’elenco definitivo.
Cosa significa parità di genere e perché è così importante
Ma come si comportano, nel concreto, le aziende del campione? In media, la rappresentanza femminile nel consiglio di amministrazione si attesta sul 24,2 per cento. L’83 per cento di queste aziende sostiene programmi di educazione finanziaria rivolto alle donne, il 73 per cento ha introdotto le quote rosa per i ruoli dirigenziali e il 75 per cento ha specifici programmi di reinserimento lavorativo dopo la maternità.
Gli obiettivi che si pone Bloomberg con questo indice sono molteplici. Innanzitutto, monitorare i progressi sulla parità di genere. Poi, rispondere alla crescente sensibilità, da parte degli investitori di tutto il mondo, nei confronti delle istanze Esg (ambiente, società e governance). Tanto più perché, secondo alcuni studi, le aziende con donne al vertice hanno performance economiche e finanziarie migliori.
In Italia c’è ancora troppo divario nelle retribuzioni
L’Italia, in questo campo, ha ancora molto da imparare. A cominciare dagli stipendi. A dicembre 2016 l’Istat ha pubblicato la sua prima analisi sulla variabilità delle retribuzioni nel settore privato, basata sui dati del 2014. Ne emerge che la media della retribuzione oraria delle donne è di 13 euro, contro i 14,8 degli uomini: il differenziale è del -12,2 per cento. Una forbice che si allarga quando il titolo di studio è più alto: una donna laureata in media percepisce 16,1 euro l’ora, contro i 23,2 di un uomo laureato. Possiamo tirare un parziale sospiro di sollievo se consideriamo il fatto che, sul totale dell’economia, il gender pay gap italiano è tra i più bassi d’Europa. Ma questo dato nasce da una media tra il pubblico (che garantisce molta più equità) e il privato (dove si concentrano gli squilibri).
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il Green Deal europeo e i piani di ripresa post-Covid incideranno sulla finanza sostenibile? L’abbiamo chiesto a Davide Tentori, ricercatore dell’Ispi.
Servono investimenti immensi per realizzare gli Sdgs, ma il percorso è tracciato. Ne abbiamo parlato con Francesco Timpano di Asvis.
Il Pnrr potrebbe aprire una stagione diversa per gli investimenti a impatto nel nostro paese. Parola di Giovanna Melandri, presidente di Human foundation e Social impact agenda per l’Italia.
Cos’è un investimento responsabile? Come può il risparmiatore orientarsi in un panorama sempre più articolato? Ecco una breve guida.
La finanza sostenibile cresce, ma il nostro Pianeta resta in crisi. Eurosif, il Forum europeo per gli investimenti sostenibili e responsabili, propone alcune vie d’uscita.
Entro il 2026 l’Unione europea emetterà 250 miliardi di euro in obbligazioni verdi per finanziare le iniziative previste dal piano Next Generation Eu.
La finanza sostenibile crea valore nel lungo periodo, sia per l’investitore sia per il Pianeta e la società. Un approccio che riscuote sempre più successo.
La ripresa post-Covid è un’opportunità da non perdere per rendere più sostenibile la nostra economia. Anche grazie alla finanza etica.