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Pastoralp, il progetto per salvare i pascoli alpini dai cambiamenti climatici
Pastoralp ha l’obiettivo di proteggere i pascoli alpini e la biodiversità che li caratterizza dai rischi collegati al riscaldamento del clima.
Anche nelle terre alte, tra altipiani, creste aguzze e fondi vallivi, il clima sta mutando e gli ecosistemi modellati per millenni dall’infaticabile lavorio del vento e del ghiaccio sono in pericolo. Negli ultimi 120 anni le temperature sulle Alpi sono aumentate di circa 2 gradi centigradi, quasi il doppio della media globale e si stima possano alzarsi di altri due gradi entro i prossimi 40 anni. Il riscaldamento globale minaccia in particolare i ghiacciai, ma anche i pascoli alpini, ritenuti tra gli ecosistemi più sensibili ai cambiamenti climatici e ai disturbi antropici, sono a rischio. Per preservare queste aree, ricche di storia e tradizione, ma anche di valore ambientale, è nato il progetto Life Pastoralp.
Cos’è il Pastoralp
Il progetto, iniziato lo scorso primo ottobre e che si concluderà il 30 marzo 2022, mira a ridurre la vulnerabilità dei pascoli alpini e ad aumentare la resilienza dell’agricoltura attraverso un approccio sia biofisico che socio-economico. I ricercatori valuteranno dunque sia l’ambito relativo all’agronomia montana che quello legato alla modellistica e ai cambiamenti climatici.
L’importanza delle comunità locali
Le possibili strategie di adattamento saranno valutate attraverso la collaborazione con le comunità locali, custodi di un sapere antico e prezioso, il cui coinvolgimento sarà un elemento centrale di tutto il progetto. L’iniziativa, finanziata dall’Unione Europea e coordinata dal dipartimento di Scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente dell’università di Firenze, si concentrerà su due parchi nazionali transfrontalieri, il parco nazionale Gran Paradiso in Italia e il parc national des Ecrins in Francia, ritenuti paradigmatici dell’ambiente alpino. Le aree interessate ospitano complessivamente 24mila persone, ripartite tra i 71mila ettari del parco italiano e i 91mila di quello francese.
Come i cambiamenti climatici minacciano le Alpi
La variazione delle temperature ha numerosi effetti negativi, riduce ad esempio la disponibilità di risorse idriche, minaccia la fauna e la flora, causa una riduzione della quantità di erba prodotta e una riduzione dell’assorbimento di CO2 e provoca la diminuzione di alcuni servizi ecosistemici. L’agricoltura pastorale offre un contributo significativo al sequestro del carbonio degli ecosistemi, in molte regioni alpine mancano tuttavia politiche adeguate per conservare i pascoli.
Il censimento dei pascoli
Il primo obiettivo della ricerca è di realizzare una mappatura dei pascoli alpini nelle due aree protette, raccogliendo dati e informazioni che serviranno successivamente per valutare la vulnerabilità delle zone adibite a pascolo attraverso l’utilizzo di appositi modelli.
Un progetto pionieristico
Pastoralp è un progetto innovativo e rappresenta una sorta di laboratorio a cielo aperto, tra le finalità dell’iniziativa c’è proprio quella di elaborare delle linee guida che saranno messe a disposizione dei tecnici e dei decisori politici. Per favorire la diffusione anche in altri contesti alpini delle più efficaci pratiche gestionali adottate nel corso del progetto, sarà infine realizzata una piattaforma online (Pastoralp platform tools). In particolare il progetto offrirà informazioni utili circa le proiezioni sui cambiamenti climatici rivolte alle Alpi, la vulnerabilità dei pascoli, le strategie per la pastorizia sostenibile e la dimostrazione e la valutazione dell’efficacia delle misure di adattamento.
Un patrimonio da proteggere
I pascoli alpini assolvono molteplici funzioni di carattere produttivo, ambientale, paesaggistico, ecologico e protettivo e testimoniano l’antica capacità dell’uomo di insediarsi in un territorio apparentemente ostile, senza stravolgerlo e rispettandone le leggi. Per questo è necessario custodire per le generazioni future questi preziosi ecosistemi e proteggerli dall’abbandono e dai cambiamenti climatici.
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