La campagna Vote for animals, promossa da Lav e altre organizzazioni, mira a far assumere a candidati e partiti un impegno maggiore sul tema dei diritti animali.
Petra, da patrimonio dell’umanità a disgrazia per gli animali
Gli animali che ogni giorno trasportano i turisti sui sentieri accidentati di Petra, in Giordania, sono costretti a lunghe ore di lavoro sotto il sole e sottoposti a ogni genere di maltrattamento. È quanto emerge da un’indagine della Peta.
Cammelli, cavalli, asini, muli. Sono loro che accompagnano i turisti per le strade di Petra, in Giordania. Il sito è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco e fa parte delle sette meraviglie del mondo; è difficile restare immuni di fronte al fascino di una città scavata fra le rocce. Però c’è qualcosa che stona in questo paesaggio mozzafiato: condizioni di lavoro inaccettabili e maltrattamenti quotidiani sono la realtà in cui vivono gli animali. A denunciarlo è la Peta (People for the ethical treatment of animals), associazione per la tutela del benessere animale.
Cosa ha scoperto la Peta sui maltrattamenti animali a Petra
I turisti hanno a disposizione due metodi per raggiungere e visitare la città di Petra: spostarsi a piedi o in sella a uno degli oltre 1.300 animali che ogni giorno percorrono decine di chilometri su sentieri ripidi e scoscesi e si arrampicano a fatica sui 900 gradini che conducono al Monastero (al-Deir). Stando all’indagine condotta dalla Peta, cavalli, cammelli, asini e muli non hanno diritto ad alcuna pausa, a meno che non siano talmente fortunati che la coda di turisti si sia momentaneamente smaltita – e anche in quel caso sono costretti a rimanere sotto il sole, legati con catene che non consentono il minimo spostamento e senza possibilità di sfuggire alla calura. Nonostante il caldo insopportabile e le numerose ore di lavoro che devono affrontare, non vedono una goccia d’acqua prima che la giornata lavorativa sia finita.
https://youtu.be/OmpRKRy-JL8″]https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=sRudUWG7e7A&has_verified=1
Gli animali vengono ripetutamente frustati con ogni genere di strumento – bastoni, catene, frustini, corde – e spesso indossano finimenti che includono elementi in metallo. Le conseguenze sono abrasioni e ferite che non vengono curate e rimangono esposte agli insetti, con un alto rischio di infezioni. La Peta ha denunciato un episodio in particolare: un asino ha ricevuto un calcio nello stomaco da parte del padrone perché, esausto, non riusciva a muoversi.
Cosa è stato fatto finora per cambiare le cose
La fondazione giordana Princess Alia e l’organizzazione internazionale Four Paws si sono dichiarate disponibili a collaborare per migliorare la situazione, ma hanno anche aggiunto di aver già fatto molto: hanno fornito nuove stalle e si sono accertate che cibo e acqua fossero sufficienti, che i carichi da trasportare fossero più leggeri e i finimenti non potessero procurare lesioni agli animali. Gli attivisti della Peta, però, ritengono che le autorità locali non stiano facendo abbastanza e hanno segnalato che la mail a cui i turisti sono invitati a scrivere per denunciare episodi di maltrattamento, non funziona.
Cosa si può fare ancora
La situazione è molto delicata. I turisti pagano per cavalcare o fare un giro in carrozza: si tratta di un’importante fonte di reddito per la comunità beduina, essenziale al sostentamento delle famiglie. La sezione asiatica della Peta suggerisce di introdurre dei mezzi di trasporto a motore, in particolare “golf cart in modo che i turisti possano apprezzare la ricca storia di Petra senza assistere alla crudeltà nei confronti degli animali – che rovina il loro viaggio e danneggia la reputazione del paese”, ha detto la presidente Ingrid Newkirk. L’Unesco, tuttavia, ha dichiarato alla Bbc che non si tratta di una soluzione auspicabile. La speranza è che la scelta ricada su veicoli elettrici, per evitare che lo smog soffochi un luogo incontaminato. La relazione tra uomo e animale è millenaria e la loro collaborazione fondamentale, ma è importante che si basi sul rispetto e sull’amore: un po’ di riposo, dell’acqua e una carezza non sono richieste difficili da soddisfare.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Diritti animali: qual è la posta in gioco e quali sono le proposte dei principali partiti italiani candidati alle elezioni europee di giugno.
Gli orsi nel nostro paese sono una specie a rischio. I motivi? Leggi non rispettate o poco conosciute. E una sempre più palese mancanza di coscienza ambientale.
“Guarda qui, questa è la zampa di un cucciolo di rinoceronte, usata come portamatite: le persone non sanno che esiste un mercato del genere. Sì, magari vedono le foto sui social dei cacciatori in posa col proprio trofeo di caccia, ma non pensano che qualcuno sia in grado di fare questo”. Britta Jaschinki, fotografa-attivista di
“Basta animali nei circhi”. È l’appello che Lav ha lanciato al governo italiano e il titolo della campagna che tutti noi possiamo sostenere.
In Italia la presenza del lupo è ormai un’ottima novità per la salute del nostro ecosistema: ma è purtroppo ancora l’uomo il principali nemico della specie
E’ in arrivo quest’anno il bonus dedicato agli animali domestici. Per ottenerlo si deve però rispettare alcune condizioni fondamentali. Vediamo quali
Il governo della Corea del Sud rispetta la promessa fatta alle organizzazioni animaliste: l’industria della carne di cane sarà illegale a partire dal 2027.
Il governo della Corea del Sud promette di vietare il consumo della carne di cane, ormai inviso alla maggioranza della popolazione.