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Chi sono i Guardiani dell’Amazzonia e perché stanno protestando
Un gruppo di indiani brasiliani che protegge l’Amazzonia dai taglialegna illegali, ha occupato alcuni uffici governativi per chiedere la protezione delle proprie terre.
Nel nordest dell’Amazzonia brasiliana sorge un’area, conosciuta come territorio indigeno di Arariboia, dove ancora la foresta si estende a perdita d’occhio e la vegetazione è talmente fitta da non lasciare intravedere il cielo. Tutto intorno però la deforestazione avanza implacabile e il frastuono di bulldozer e motoseghe terrorizza gli animali. Cos’ha di speciale, allora, quella porzione di foresta che resiste intatta? Semplice, è sotto la protezione dei Guardiani Guajajara.
I paladini della foresta
I Guardiani sono un gruppo di nativi della tribù brasiliana dei Guajajara, i quali condividono il territorio con un altro gruppo etnico, gli Awá incontattati. Per proteggere la propria gente e aiutare gli Awá, i Guardiani Guajajara hanno iniziato a pattugliare la foresta e a fermare le invasioni dei taglialegna illegali. Proteggere la foresta è però una missione che comporta grandi rischi, i taglialegna sono infatti armati e hanno alle spalle una potente mafia, i Guardiani ricevono costantemente minacce di morte e molti di loro sono stati assassinati.
La protesta dei Guajajara
Il governo brasiliano non sta supportando in alcun modo i nativi del territorio indigeno di Arariboia, per questo i Guardiani Guajajara, prima che la loro foresta venga rasa al suolo, hanno dato vita ad una protesta, la prima di questo genere organizzata dai Guajajara. I Guardiani hanno occupato alcuni uffici governativi nella città di Imperatriz, nello Stato del Maranhão.
Una richiesta d’aiuto
“Stiamo occupando il Funai (il dipartimento governativo agli affari indigeni) per chiedere i nostri diritti alla terra e la protezione dell’ambiente – ha dichiarato Tainaky Guajajara, un leader dei Guardiani. – Abbiamo bisogno di aiuto, urgentemente. La nostra terra viene invasa continuamente e il governo brasiliano si è dimenticato di noi. Abbiamo raggiunto il limite, non sopporteremo più il modo in cui ci trattano”.
Dalla parte degli Awá
Gli Awá sono nativi incontattati, che non hanno cioè alcun contatto con il mondo esterno e che vogliono vivere isolati dalla società dominante, pertanto la distruzione della foresta rappresenterebbe per loro (soprattutto per loro) una catastrofe. “Gli Awá incontattati non possono vivere senza la loro foresta. Con il nostro lavoro abbiamo fermato molti degli invasori. Finché saremo vivi combatteremo per gli indigeni incontattati, per noi stessi e per la natura”, ha detto Kaw Guajajara, il coordinatore dei Guardiani.
Unire le forze contro la deforestazione
Per quanto determinati e nonostante i buoni risultati raggiunti, i Guardiani non possono proteggere la foresta e i suoi abitanti da soli, è necessario l’intervento delle autorità brasiliane. I Guardiani chiedono inoltre, fa sapere Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, che il governo applichi un accordo progettato con il Funai, affinché le forze di polizia militare e quelle di sicurezza statali creino dei campi base per proteggere il territorio e per condurre operazioni congiunte con la polizia locale.
L’esempio dei Guardiani
“I Guardiani stanno proteggendo uno degli ultimi angoli di foresta amazzonica nella regione. Sono fonte d’ispirazione per chiunque abbia a cuore i diritti umani e l’ambiente – ha affermato Stephen Corry, direttore generale di Survival International. – Il dovere costituzionale del governo è quello di aiutarli a proteggere la foresta. Questa è un’altra crisi umanitaria scaturita dal trattamento che il Brasile riserva ai suoi popoli indigeni”.
Le fiamme non placano la protesta
Durante la notte del 31 agosto, nel corso della protesta, un individuo non ancora identificato ha appiccato un incendio proprio dove si trovavano i Guardiani che, dopo aver spento le fiamme, hanno affermato che continueranno a protestare fino a quando le loro richieste non saranno accolte.
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