La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Per la prima volta da circa trentasei anni un pulcino di questa rara specie si è involato nella contea di Santa Barbara.
Alla fine degli anni Settanta il condor della California (Gymnogyps californianus), antico gigante che domina i cieli del Nord America dal pleistocene, ha rischiato di scomparire per sempre. La specie aveva infatti subito un drastico declino e sopravvivevano appena 22 esemplari, soprattutto a causa del Ddt abbondantemente usato in agricoltura, che indeboliva le loro uova, e del piombo dei pallini da caccia nelle carcasse di cui si nutrono. Fortunatamente questi animali sono stati protagonisti di uno straordinario progetto di conservazione che li ha salvati dall’estinzione.
La conferma arriva dalla contea di Santa Barbara, dove un pulcino si è involato da un nido situato nella foresta nazionale di Los Padres. Erano circa 36 anni che non accadeva in quest’area della California centrale. Il giovane condor è una femmina conosciuta come 33 e, secondo quanto riferito dallo United States Fish and wildlife service, è il primo pulcino di seconda generazione (ovvero figlio di uno degli esemplari utilizzati per il programma di riproduzione in cattività) ad involarsi con successo in questa zona. Oggi la specie è ancora minacciata ed è classificata “in pericolo critico” dalla Lista Rossa dell Iucn, ma la popolazione è in ripresa e conta circa 470 esemplari.
Il padre di 33 è un condor di 38 anni, noto come AC-4, originario proprio di Santa Barbara. AC-4 era uno degli ultimi condor della California superstiti ed è stato catturato negli anni Ottanta per il programma di riproduzione, contribuendo in maniera decisiva, generando trenta pulcini, alla ripresa della specie. Nel 2015 AC-4 è stato liberato ed è tornato a casa e, anche grazie a lui, il più grande uccello del Nord America potrebbe tornare a solcare i cieli della contea di Santa Barbara dove, nel 1977, restavano appena sei esemplari.
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Nel 1987, con solo 22 condor della California esistenti, fu varato un drastico programma federale che prevedeva di catturare tutti gli uccelli e avviare un programma di allevamento in cattività al San Diego Wild animal park e allo zoo di Los Angeles. Il programma si è rivelato efficace e la reintroduzione in natura dei condor della California è iniziata nel 1992.
Nonostante la protezione di cui gode oggi il condor, il tasso di mortalità della specie è ancora elevato. I cavi elettrici costituiscono una minaccia per questi animali, così come l’inquinamento, anche se in maniera indiretta. Gli scienziati hanno infatti notato un’allarmante diminuzione delle uova dei condor che vivono lungo le coste, come quelli della zona di Big Sur. Si ipotizza che la causa sia da ricercarsi nell’alimentazione di questi animali saprofagi, che si nutrono cioè di carcasse. I condor che vivono in queste zone mangiano soprattutto mammiferi marini morti che, a causa degli scarichi industriali e delle acque reflue, presentano concentrazioni sempre maggiori di tossine che potrebbero avere un impatto sul successo riproduttivo dei condor.
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