Intervista a Piera Tortora, coordinatrice del progetto Sustainable ocean for all dell’Ocse: “Si rischiano effetti globali catastrofici e irreversibili”.
Tutte le specie animali e vegetali dichiarate estinte dal 2010 al 2019
Nel decennio appena concluso sono state dichiarate estinte 160 specie, la maggior parte delle quali è però scomparsa da molto tempo.
L’estinzione, così come la morte, fa parte della vita ed è un imprescindibile fenomeno naturale che avviene con una certa ciclicità. Circa il 99 per cento delle specie esistite sulla Terra sono morte, a causa di fattori differenti come le alterazioni dell’ambiente o la comparsa di nuove specie, dando luogo ad un costante ricambio. Mai come oggi però, almeno in base a quello che sappiamo, le specie si sono estinte ad un ritmo così sostenuto.
La vita ai tempi della sesta estinzione
Secondo molti esperti è in corso la sesta estinzione di massa della storia del pianeta, che non ha ancora raggiunto la soglia di specie scomparse che caratterizza questi fenomeni, ma che procede ad un ritmo superiore a quella delle precedenti cinque grandi estinzioni. In condizioni normali il “tasso di speciazione, ovvero la nascita di nuove specie, è superiore al tasso di estinzione”, ha scritto il giornalista scientifico Pietro Greco, e ogni scompaiono da una a dieci specie.
Leggi anche: Metà delle specie potrebbe estinguersi entro la fine del secolo
Negli ultimi cento anni però questa cifra ha avuto una crescita esponenziale e attualmente scomparirebbero almeno mille specie all’anno. Il fattore scatenante di questa grande estinzione, è ormai noto, è l’uomo, che in un irrisorio lasso di tempo ha devastato interi ecosistemi, cacciato fino all’estinzione numerosi animali, introdotto specie invasive e alterato la composizione dell’atmosfera e gli equilibri climatici e chimici degli oceani.
Un’estinzione è per sempre
La lista delle specie scomparse, direttamente o indirettamente, a causa dell’Homo sapiens è sterminata e va aggiornata costantemente. Dall’estinzione non c’è ritorno e la scomparsa di una specie determina la definitiva scomparsa di un particolare tassello del mondo vivente, evolutosi e adattatosi in un determinato ambiente, rappresentando così una perdita per la vita sulla Terra in generale.
Leggi anche: La natura avrà bisogno di circa 5 milioni di anni per rimediare alle estinzioni che stiamo causando
La lista delle specie classificate estinte nell’ultimo decennio
Nel decennio appena concluso l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) ha classificato come definitivamente estinte 160 specie. Si tratta perlopiù di specie poco note e poco carismatiche, come diversi invertebrati, e la maggior parte di loro sarebbe estinta da molto tempo. In genere, ci vogliono infatti decenni senza avvistamenti prima che una specie si possa dichiarare effettivamente estinta. Di seguito i 160 esseri viventi, tra animali e piante, che non vedremo mai più.
Mammiferi
Bettongia anhydra
Piccolo marsupiale del genere potoro, gli scienziati ne hanno osservato solo un esemplare, nel 1933, e da allora non è più stato visto. Si crede che il declino della specie sia legato all’arrivo in Australia di topi e volpi. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Conilurus capricornensis
Questo piccolo roditore notturno australiano, appartenente al genere Conilurus, è stato descritto grazie al ritrovamento di resti fossili. Gli scienziati ritengono che si sia estinto a causa dell’introduzione di gatti e del cambiamento nell’uso del suolo. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2016.
Dusicyon avus
Questo canide era un tempo molto diffuso nelle steppe erbose di Patagonia e Sudamerica. Resti fossili trovati in alcune tombe suggeriscono che potesse essere stato addomesticato dall’uomo. Secondo le analisi sui resti la specie si sarebbe estinta tra 326 e 496 anni fa. Tra le cause ci sono la caccia e la competizione con i cani domestici. Nel 2015 la specie è stata aggiunta all’elenco delle specie estinte della Iucn.
Leporillus apicalis
Questi ratti erano noti per la costruzione di grandi nidi nel loro habitat dell’Australia meridionale. La specie era già rara all’inizio del Ventesimo secolo, e sarebbe scomparsa, forse a causa dei gatti ferali, intorno agli anni Trenta e Quaranta. La Iucn ha dichiarato la specie estinta nel 2016.
Melomys rubicola
Questo piccolo roditore, che viveva solo su una piccola isola corallina nello stretto di Torres, tra l’Australia e la Papua Nuova Guinea, può fregiarsi del poco invidiabile titolo postumo di “prima specie di mammifero ad estinguersi direttamente a causa degli effetti dei cambiamenti climatici antropogenetici”. Il circoscritto habitat dell’animale, un’isola di appena cinque ettari alta meno di tre metri sul livello del mare, ha risentito dell’aumento della frequenza delle tempeste che hanno gradualmente distrutto la vegetazione nativa da cui la specie dipendeva. Gli scienziati non ne individuano un esemplare dal 2009 e la Iucn lo ha dichiarato estinto nel 2016.
Notomys robustus
L’esistenza di questo roditore australiano è stata scoperta grazie allo studio dei crani rinvenuti nelle borre, ovvero rigurgiti costituiti da cibo indigesto, dei gufi dell’Australia meridionale. La specie si sarebbe estinta nel Diciannovesimo secolo e la Iucn l’ha inserita nel suo elenco nel 2016.
Pennatomys nivalis
Roditore della famiglia dei Cricetidi, unica specie del genere Pennatomys, che viveva nelle Piccole Antille e faceva parte della dieta delle popolazioni autoctone. È probabilmente scomparso in seguito all’arrivo dei coloni europei e dei mammiferi alloctoni che li hanno seguiti, come ratti e manguste. La Iucn l’ha dichiarato ufficialmente estinto nel 2011.
Leggi anche: Estinto il primo mammifero a causa dei cambiamenti climatici
Pipistrellus murrayi
Il pipistrello dell’isola di Natale, possedimento australiano nell’oceano Indiano, è stato dichiarato estinto nel 2017. Nel 2008 la popolazione contava appena dieci individui e l’ultimo esemplare di questo piccolo chirottero, un tempo comune sulla piccola isola, è stato osservato per l’ultima volta nel 2009. Le cause della sua estinzione non sono ancora chiare, dato che le foreste dell’isola sono in buona parte sopravvissute all’arrivo dell’uomo. Gli scienziati ritengono che abbia risentito dell’introduzione di specie aliene, come la formica pazza gialla (Anoplolepis gracilipes), il serpente lupo comune (Lycodon capucinus), i gatti e i ratti. Anche il crescente impiego di insetticidi, come il Fipronil, potrebbe aver contribuito al suo declino.
Pseudomys auritus
Gli scienziati conoscono questa specie di grande roditore australiano solo tramite alcuni esemplari che i naturalisti hanno raccolto nel 1800. Questi animali, che popolavano le foreste dell’Australia, sarebbero scomparsi verso il 1850 e la Iucn ha dichiarato estinta la specie nel 2016.
Sus bucculentus
Il cinghiale dalle verruche indocinese era una specie di suino selvatico che viveva in Laos e Vietnam. Non viene osservato dal 1892 anche se alcuni crani rinvenuti nel 1995 hanno fatto sperare che la specie fosse ancora viva, ma secondo le analisi genetiche si trattava probabilmente di un’altra specie di cinghiale. La Iucn lo ha dichiarato estinto nel 2016.
Leggi anche: Gli esseri umani costituiscono solo lo 0,01% della vita sulla Terra, ma hanno sterminato l’83% dei mammiferi selvatici
Uccelli
Acrocephalus luscinius
Piccolo uccello canoro che viveva nelle zone umide dell’isola di Guam, territorio statunitense situato in Micronesia, nel Pacifico occidentale. Fino al 1968 era una specie piuttosto comune, da allora però la popolazione ha subito un brusco declino a causa dell’introduzione di specie alloctone come gatti, ratti e serpenti bruni reali, della distruzione del suo habitat e del crescente uso di pesticidi. Sembra essere scomparso nel 1969 e la Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2016.
Acrocephalus musae
Uccello che popolava i boschi di bambù su due isole della Polinesia francese. Anche questo volatile non sarebbe sopravvissuto all’introduzione di gatti e ratti nelle isole, ma anche di una specie di uccello asiatico con cui è entrato in competizione, lo storno triste. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2016.
Acrocephalus nijoi
Come i due precedenti, un altro passeriforme della famiglia degli Acrocefalidi. Fino al 1995 questi uccelli vivevano nell’isola di Aguijan, isolotto disabitato appartenente alle isole Marianne settentrionali, nell’oceano Pacifico. Come molte specie insulari, anche questi volatili si sarebbero estinti a causa dell’introduzione di specie aliene da parte dell’uomo, come gatti, ratti e lucertole. La Iucn ha dichiarato estinta la specie nel 2017.
Acrocephalus yamashinae
Passeriforme un tempo diffuso nelle zone umide delle isole Marianne settentrionali. La specie si sarebbe estinta prima del 1980 a causa della distruzione del suo fragile habitat, andato definitivamente perduto nel 1981 a causa di un’eruzione vulcanica. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2016.
Aegolius gradyi
L’esistenza di questo piccolo gufo, che popolava le isole Bermuda fino al Diciassettesimo secolo, è stata dimostrata solo grazie al recente studio delle sue ossa fossili. Il rapace si sarebbe estinto in seguito all’arrivo dei coloni, che abbatterono gli alberi in cui nidificava e introdussero gatti e ratti. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2014.
Akialoa ellisiana
L’akialoa maggiore apparteneva alla famiglia dei Fringillidi ed era caratterizzata da un lungo becco sottile e ricurvo. Questo piccolo uccello era endemico dell’isola di Oahu, nell’arcipelago delle Hawaii, e fu avvistato per l’ultima volta nel 1894. Il declino di questa specie, altamente specializzata, fu causato dal degrado dell’habitat e dall’arrivo di malattie trasmesse dalle specie introdotte mediante le zanzare. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Akialoa lanaiensis
Come l’akialoa maggiore, anche l’akiaola di Lanai si estinse probabilmente alla fine dell’Ottocento a causa delle malattie introdotte e della distruzione delle foreste che le fornivano riparo e sostentamento. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Akialoa stejnegeri
A differenza delle due specie precedenti, l’akiaola di Kauai è arrivata quasi ai giorni nostri, l’ultimo avvistamento avvenne nel 1969. Anche per questo uccello, però, la combinazione di distruzione dell’habitat e introduzione di specie alloctone si sarebbe rivelato fatale. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Alectroenas payandeei
L’esistenza di questo uccello appartenente alla famiglia dei Columbidi è stata rivelata agli scienziati dallo studio di resti fossili. La specie avrebbe popolato l’isola di Rodrigues, nell’oceano Indiano, fino al Diciassettesimo secolo, quando marinai di passaggio introdussero accidentalmente topi sull’isola, causandone il rapido declino. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2014.
Aplonis ulietensis
Il tordo di Raiatea viveva nella Polinesia francese ed è noto solo grazie a un dipinto risalente al Diciottesimo secolo. Probabilmente si estinse dopo che gli umani portarono i topi sull’isola, la sua comparsa è stata ufficializzata nel 2016.
Leggi anche: Specie aliene, un’invasione silenziosa che minaccia la biodiversità
Bermuteo avivorus
Il falco delle Bermuda era l’unico rappresentante del genere Bermuteo. L’esistenza di questo rapace endemico dell’isola dell’oceano Atlantico è stata scoperta tramite lo studio di resti fossili risalenti al Diciassettesimo secolo. Si crede sia scomparso a causa della caccia e dell’introduzione di specie alloctone. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2014.
Chenonetta finschi
Una volta nelle foreste della Nuova Zelanda viveva una grande anatra, quasi incapace di volare. Gli scienziati lo hanno stabilito grazie a fossili rinvenuti sull’isola. L’uccello si sarebbe estinto intorno al 1500, a causa della caccia e l’introduzione di specie invasive. La Iucn lo ha aggiunto all’elenco delle specie estinte nel 2017.
Coenocorypha barrierensis
Questo beccaccino endemico della Nuova Zelanda è stato visto l’ultima volta nel 1870. L’introduzione di mammiferi sull’isola ne ha probabilmente causato l’estinzione. La Iucn ha dichiarato scomparsa la specie nel 2016.
Coenocorypha iredalei
Anche questo uccello della famiglia degli Scolopacidi viveva in Nuova Zelanda e non sarebbe sopravvissuto all’introduzione di mammiferi invasivi, come il ratto nero. La Iucn ha dichiarato la specie estinta nel 2016.
Colaptes oceanicus
Questa specie di picchio delle Bermuda, recentemente descritta grazie al rinvenimento di resti fossili, si sarebbe estinta nel Diciassettesimo secolo in seguito all’avvento dei coloni europei, che hanno abbattuto gli alberi in cui viveva e introdotto specie alloctone. La Iucn ha dichiarato questo uccello estinto nel 2017.
Columba thiriouxi
Fino al 1730 questo piccolo colombo viveva indisturbato nell’isola di Mauritius, nell’oceano Indiano. La sua estinzione è stata probabilmente causata dalla caccia per la sua carne e dall’avvento dei ratti neri. La Iucn lo ha dichiarato estinto nel 2017.
Dryolimnas augusti
Uccello non volatore dall’aspetto simile a un pollo, che viveva nell’isola della Réunion, nell’oceano Indiano, dichiarato estinto nel 2014. La specie si sarebbe evoluta in assenza o quasi di predatori e non avrebbe avuto gli strumenti per difendersi da gatti e ratti introdotti dall’uomo.
Eclectus infectus
I naturalisti hanno descritto questa specie di pappagallo solo di recente, grazie alle ossa fossili rivenute nell’arcipelago di Tonga. Caccia e specie invasive ne avrebbero causato l’estinzione. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2014.
Leggi anche: La natura avrà bisogno di circa 5 milioni di anni per rimediare alle estinzioni che stiamo causando
Foudia delloni
Specie di uccello canoro famoso per tessere nidi particolarmente intricati che viveva nell’isola della Reunion. L’introduzione umana di topi nell’isola ne ha probabilmente sancito l’estinzione verso la fine del 1600. La Iucn l’ha aggiunta alla lista delle specie estinte nel 2016.
Hemignathus lucidus
Uccello hawaiano caratterizzato dal becco lungo e ricurvo, osservato per l’ultima volta alla fine del Diciannovesimo secolo. La sua scomparsa è probabilmente legata alla deforestazione e all’introduzione di specie invasive come ratti e manguste, e al conseguente proliferare di nuove malattie. La Iucn ne ha ufficializzato l’estinzione nel 2016.
Himatione fraithii
Questo uccello viveva sull’isola hawaiana di Laysan e i naturalisti lo hanno osservato l’ultima volta nel 1923. Sarebbe scomparso a causa della competizione con i conigli introdotti dall’uomo, che avrebbero distrutto le piante da cui dipendeva per nutrirsi. La Iucn l’ha aggiunto all’elenco delle specie estinte nel 2017.
Loxops wolstenholmei
I naturalisti non osservano un esemplare di questo uccello hawaiano dal 1930. La specie, come altre specie simili, si è probabilmente estinta causa dell’introduzione di specie aliene e dei patogeni da loro portati. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2016.
Nesoenas Cicur
Questa tortora delle Mauritius è stata descritta recentemente grazie ai resti rinvenuti dai naturalisti. È probabilmente scomparsa a causa della deforestazione e dei ratti invasivi. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2014.
Nyctanassa carcinocatactes
Specie di airone che frequentava gli specchi d’acqua dell’isola di Bermuda fino al Diciassettesimo secolo. La caccia e l’arrivo dei gatti ne hanno probabilmente causato l’estinzione, resa ufficiale dalla Iucn nel 2014.
Pipilo naufragus
Passeriforme descritto solo di recente grazie ai resti rinvenuti in alcune grotte delle Bermuda. Come altri uccelli nativi dell’isola, si sarebbe estinto a causa dell’arrivo di predatori invasivi, come i gatti. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2016.
Porphyrio paepae
La caccia e la predazione da parte di gatti e ratti avrebbero causato l’estinzione, certificata dalla Iucn nel 2014, di questo piccolo uccello polinesiano verso la fine degli anni Trenta del secolo scorso.
Prosobonia cancellata
Uccello acquatico della famiglia degli Scolopacidi endemico dell’isola di Natale. La specie si è probabilmente estinta intorno il 1850 a causa dei predatori invasivi. La Iucn l’ha aggiunta all’elenco delle specie estinte nel 2014.
Pyrocephalus dubius
Il pigliamosche vermiglio di San Cristòbal era un piccolo uccello del genere Pyrocephalus, caratterizzato dal rosso acceso del suo piumaggio. Era endemico dell’isola di San Cristóbal, nelle Galapagos, e si ritiene sia scomparso intorno agli anni Ottanta del secolo scorso, probabilmente a causa dell’introduzione dei ratti e dell’influenza aviaria. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2016.
Tachybaptus rufolavatus
Uccello acquatico che popolava le acque del lago Alaotra, in Madagascar. L’ultima osservazione confermata risale al 1982 e la Iucn lo ha dichiarato estinto nel 2010. Vari fattori combinati hanno portato probabilmente questo uccello all’estinzione. Piante e pesci invasivi hanno compromesso le sue fonti alimentari, mentre l’agricoltura e l’erosione del suolo causata dalla deforestazione hanno alterato la qualità dell’acqua in cui viveva.
Leggi anche: Biodiversità, a rischio estinzione un milione di specie vegetali e animali per colpa dell’uomo
Tribonyx hodgenorum
Resti risalenti al Diciassettesimo secolo di questa specie di uccello sono stati scoperti dai ricercatori su alcune isole della Nuova Zelanda. Questo volatile è stato dichiarato estinto nel 2014 e non sarebbe sopravvissuto alla caccia praticata dai coloni europei e all’arrivo dei ratti arrivati insieme a loro.
Zosterops conspicillatus
Questo passeriforme della famiglia degli Zosteropidae era endemico delle isole Marianne Settentrionali. Un tempo diffuso anche nelle aree urbane, l’introduzione di specie alloctone di serpenti ne avrebbe causato la repentina scomparsa. La specie non viene avvistata dal 1983 e la Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Zosterops semiflavus
Questo uccello, che viveva in diverse isolette delle Seychelles, si è probabilmente estinto intorno al 1888 a causa degli effetti negativi correlai all’introduzione di specie invasive nel suo habitat. La Iucn ne ha ufficializzato la scomparsa nel 2016.
Rettili
Alinea luciae
Fino al 1937 questo piccolo rettile della famiglia degli Scincidi viveva nell’isola caraibica di Santa Lucia, ma da allora, nonostante numerose ricerche, non venne più avvistato. Si ritiene che la sua scomparsa fu causata dall’introduzione della mangusta. La Iucn lo ha ufficialmente dichiarato estinto nel 2015.
Chelonoidis abingdonii
Tra tutte le specie inserite in questo elenco questa è indubbiamente la più nota e carismatica. La tartaruga gigante dell’isola di La Pinta era una sottospecie della tartaruga delle Galapagos. Questi enormi rettili sono stati spazzati via dalla caccia e dall’introduzione delle capre sulla loro isola, le quali sono entrate in competizione per il cibo con le tartarughe. L’ultimo esemplare conosciuto era noto con il triste nome di George il solitario, morto nel 2012 alla presunta età di cento anni. La Iucn ha dichiarato la specie estinta in natura nel 1996.
Clelia errabunda
Grande serpente endemico dell’isola caraibica di Santa Lucia, le cause della sua estinzione, avvenuta nel 1800, non sono chiare. Ma l’impatto antropico sull’isola potrebbe aver alterato irrimediabilmente il suo habitat. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2016.
Contomastix charrua
Questa specie di lucertola è stata segnalata per l’ultima volta nel 1977, osservata su uno sperone di granito nella città costiera uruguaiana di Cabo Polonio. Si è probabilmente estinta a causa del crescente disturbo antropico, causato in particolare dal turismo, durante la stagione riproduttiva. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016, anche se non è chiaro se fosse effettivamente una specie a sé stante o una variazione di un’altra specie simile di lucertola.
Leggi anche: Requiem per una tartaruga (e forse per un intero ordine)
Copeoglossum redondae
Specie di lucertola che abitava l’isola caraibica di Redonda, isola rocciosa e disabitata dell’arcipelago delle Antille. Fu descritta per la prima volta nel 1863, ma subì un rapido declino a causa dell’introduzione di capre e ratti e dal 1873 non venne più avvistata. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Ciclura onchiopsis
L’iguana di Navassa, era una sottospecie di iguana rinoceronte che viveva sull’isola caraibica di Navassa. L’ultimo esemplare fu avvistato nel 1878, per quanto riguarda le cause dell’estinzione alcuni indicano, anche in questo caso, mammiferi alieni come capre e gatti invasivi, mentre altri incolpano i minatori che lavoravano sull’isola e che avrebbero deliberatamente sterminato questi grandi rettili. La specie è stata dichiarata estinta nel 2011.
Emoia nativitatis
Un tempo questa lucertola era comune nelle rigogliose foreste dell’isola di Natale, situata nell’Oceano Indiano a sud dell’Indonesia. I ricercatori hanno iniziato a notare il suo declino nel 1998, a causa di vari fattori, come la perdita di habitat e l’introduzione di predatori alloctoni, e appena sette anni dopo non è più stata osservata in natura. L’ultimo esemplare noto era una femmina di nome Gump, morta in cattività nel 2014. La Iucn ha dichiarato estinta la specie nel 2017.
Erythrolamprus perfuscus
Questo serpente endemico delle Barbados non viene osservato dal 1963. Probabilmente si è estinto a causa dell’intenso sviluppo urbano e dell’introduzione di manguste, gatti e ratti. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2016.
Leiocephalus cuneus
Questa grande lucertola viveva su quattro isole delle Piccole Antille, almeno fino al Diciassettesimo secolo. Dopodiché le popolazioni si sono gradualmente assottigliate, a causa dell’introduzione dei topi, fino a scomparire. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Leiolopisma ceciliae
Piccolo sauro della famiglia degli Scincidi, noto solo da resti fossili ed estintosi, probabilmente, almeno 300 anni fa. La Iucn lo ha inserito nell’elenco delle specie estinte solo nel 2019.
Leggi anche: Il canale di Panama potrebbe diventare l’autostrada delle specie invasive
Nactus soniae
Questa specie di geco dell’isola della Reunion, descritto dalle ossa fossili rinvenute, avrebbe popolato l’isola fino al 1500 e potrebbe essere scomparso a causa delle specie invasive. La Iucn ne ha ufficializzato l’estinzione solo nel 2019.
Scelotes guentheri
Rettile sudafricano di notevoli dimensioni della famiglia degli Scincidi. Gli scienziati non ne osservano esemplari da oltre 150 anni e la Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2017.
Pesci
Alburnus nicaeensis
Piccolo pesce d’acqua dolce della famiglia dei Ciprinidi endemico del lago İznik, in Turchia. Sarebbe scomparso alla fine del Ventesimo secolo a causa dell’introduzione nel suo habitat di un’altra specie di pesce, l’Atherina boyeri, da parte dei pescatori. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2014.
Anabarilius macrolepis
Pesce della famiglia dei Ciprinidi che viveva esclusivamente nel lago Yilong, in Cina. A causa del massiccio sfruttamento dell’acqua del lago per l’agricoltura, lo specchio d’acqua si prosciugò per oltre venti giorni nel 1981. Da allora la specie non è più stata avvistata e la Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2011.
Aphanius splendens
Pesce endemico del lago Gölçük, lago montano di origine vulcanica in Turchia. La specie sarebbe scomparsa negli anni Ottanta a causa della competizione con pesci alloctoni introdotti per favorire la pesca. La Iucn lo ha dichiarato nel 2014.
Atherinella callida
Piccolo pesce appartenente alla classe degli attinopterigi, viveva nei corsi d’acqua con fondale roccioso di Veracruz, in Messico. È stato visto l’ultima volta nel 1957 e si è probabilmente estinto a causa del degrado dell’habitat, dell’inquinamento delle acque e della costruzione di dighe. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2019.
Leggi anche: Nei fiumi italiani saranno introdotte specie alloctone, a rischio la biodiversità
Cyprinodon arcuatus
Questo piccolo pesce della famiglia Cyprinodontidae era endemico del fiume Santa Cruz, in Arizona. La sua scomparsa definitiva sarebbe stata causata dal crescente prelievo di acqua per l’agricoltura e dall’introduzione del persico trota. La Iucn l’ha aggiunta all’elenco delle specie estinte nel 2013 dopo decenni senza avvistamenti.
Labeo worthingtoni
Questo pesce dell’ordine dei Cipriniformi abitava sul fondale del lago Malawi, nell’Africa centrale, dove i naturalisti lo hanno osservato per l’ultima volta nel 1932. Le cause della sua scomparsa sono ignote. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2018.
Megupsilon aporus
Il ciprinodonte Catarina era un piccolo pesce endemico di una sorgente nella zona di Nuevo León, in Messico. Lo sfruttamento delle acque sotterranee da parte dell’uomo ha quasi prosciugato lo specchio d’acqua, riducendone la popolazione. La sopravvivenza della specie è stata definitivamente compromessa dall’introduzione di specie aliene. In natura la specie non viene osservata dal 1994 e la Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2019.
Noturus trautmani
La presenza di questo pesce era nota solo in un fiume dell’Ohio, il Big Darby creek. Non viene individuato dal 1957, ma la causa della sua estinzione è ancora sconosciuta. La Iucn lo ha ufficialmente dichiarato estinto nel 2013.
Platytropius siamensis
Questo pesce gatto, che popolava fiumi e zone umide della Thailandia, non viene osservato dal 1977. La costruzione di dighe, la distruzione di molte zone umide e il crescente inquinamento ne avrebbero causato l’estinzione, ufficializzata dalla Iucn nel 2011.
Pseudophoxinus handlirschi
Pesce endemico del lago Eğirdir, in Turchia. I biologi non lo vedono dagli anni Ottanta e la sua scomparsa è legata all’introduzione nel lago del persico. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2014.
Leggi anche: Addio al “panda del fiume Azzurro”, il pesce spatola cinese è stato dichiarato estinto
Tristramella sacra
Specie di pesce della famiglia dei Ciclidi endemica del mar di Galilea, in Israele. Secondo la Iucn, che l’ha dichiarata estinta nel 2014, la specie non viene avvistata dal 1990 e sarebbe scomparsa a causa della distruzione del suo habitat palustre.
Invertebrati
Bradycellus chavesi
Questo coleottero della famiglia dei Cerabidi abitava in un piccolo fazzoletto di terra sull’isola di São Miguel, nelle Azzorre. È stata vittima del cambiamento climatico che ha provocato l’aumento della siccità nell’area. È stato osservato per l’ultima volta dai naturalisti nel 1919 e la Iucn lo ha dichiarato estinto nel 2018.
Bythinella gibbosa
Piccola lumaca d’acqua dolce che viveva nei corsi d’acqua intorno a Tolosa, in Francia. Con la progressiva espansione della città, che ha causato la distruzione di molti torrenti, la specie si sarebbe estinta. Non viene osservata da cinquanta anni ed è stata dichiarata estinta nel 2010.
Bythinella limnopsis, Bythinella mauri tanica, Bythinella microcochlia, Bythinella punica
I naturalisti hanno classificato quattro specie di lumache d’acqua dolce in varie sorgenti della Tunisia nel Diciannovesimo secolo. Le cause della scomparsa di questi invertebrati non sono note. La Iucn le ha dichiarate estinte nel 2010.
Calathus extensicollis
Grande scarabeo endemico delle foreste d’alta quota dell’isola di Pico, nell’arcipelago delle Azzorre. Non vengono osservati esemplari dal 1859 e la Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2018.
Leggi anche: Il 40% degli insetti è a rischio, e il pianeta trema
Calathus vicenteorum
Come la specie di cui sopra, anche questo scarabeo viveva nelle foreste montane delle Azzorre, in particolare nell’isola di Santa Maria. La sua estinzione è probabilmente legata ai cambiamenti climatici che provocarono un aumento della siccità sull’isola. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2018.
Cambarellus alvarezi
Gambero d’acqua dolce che viveva solo in uno stagno del Messico. Fino al 1989 la popolazione di questi crostacei era stabile, ma il crescente utilizzo dell’acqua per l’agricoltura causò il prosciugamento dello stagno e l’estinzione del gambero. La Iucn ha dichiarato la specie estinta nel 2010.
Cambarellus chihuahuae
Anche questo piccolo gambero viveva solo in uno specchio d’acqua nel deserto messicano, prosciugatosi a causa dell’agricoltura. La Iucn lo ha dichiarato estinto nel 2010, ma nel 2015 un team di scienziati ha riferito di averne trovato una popolazione in uno stagno nel deserto di Chihuahua. Anche questa pozza rischia però di prosciugarsi.
Centrobunus braueri
Ragno che viveva nei boschi dell’isola di Mahé, alle Seychelles. L’ultimo esemplare è stato osservato nel 1894, l’espansione delle piante invasive di cannella ha distrutto il suo habitat decretatone la scomparsa. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2014.
Chambardia letourneuxi
Questa specie di cozza, un tempo diffusa nel delta del Nilo, non viene osservata dall’inizio del Ventesimo secolo. La Iucn ha dichiarato estinta la specie nel 2010.
Leggi anche: Perché la biodiversità è a rischio, anche in Italia
Dicrogonatus gardineri
Grande acaro endemico delle foreste tropicali dell’isola di Mahé, alle Seychelles. La specie non viene più individuata dal 1909 e sarebbe scomparsa causa della distruzione del suo habitat. La Iucn lo ha dichiarato estinto nel 2014.
Eucarlia alluaudi
Questo millepiedi viveva sulla piccola isola di Marianne, alle Seychelles, fino al 1892. L’isola è stata completamente bonificata per scopi agricoli e poi abbandonata dall’uomo, che ha lasciato dietro di sé numerose piante invasive. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2014.
Galba vancouverensis
Lumaca d’acqua dolce che abitava l’isola di Vancouver e le isole di San Juan nello stato di Washington. Si sono perse le sue tracce dal 1939 e probabilmente è scomparsa a causa dell’inquinamento e dell’espansione delle attività umane. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2017.
Geonemertes rodericana
Questo verme è stato visto solo una volta nelle foreste pluviali dell’isola di Rodrigues, nelle Mauritius, nel 1918. Il suo habitat è stato completamente raso al suolo per scopi agricoli, causandone l’estinzione. La Iucn lo ha dichiarato estinto nel 2014.
Leggi anche: Il 22 maggio celebriamo la biodiversità, indispensabile per cibo e salute
Germainaia geayi
Gli scienziati sanno poco di questa specie di mollusco bivalve del Madagascar. La Iucn ha dichiarato estinta la specie nel 2016.
Heleobia spinellii
Mollusco d’acqua dolce endemico dell’Italia, la cui presenza era nota in poche stazioni tra il Lago di Garda ed il Lago d’Idro. La specie non è più stata osservata dal 1850 e la Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2010.
Hirstienus nanus
Di questo ragno, che viveva sull’isola di Mahé, alle Seychelles, si sa poco. È stato osservato l’ultima volta nel 1908 e la Iucn lo ha dichiarato estinto nel 2014.
Islamia ateni
Questo mollusco, il cui areale era circoscritto a una sorgente in Spagna, sarebbe scomparso a causa della costruzione di una strada nei pressi dell’area in cui viveva. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2011.
Labidura herculeana
La forbicina gigante era un dermattero diffuso unicamente sull’isola di Sant’Elena, nell’oceano Atlantico meridionale, e poteva superare gli otto centimetri di lunghezza. La specie è stata osservata per l’ultima volta nel 1967 e sarebbe scomparsa a causa del prelievo delle rocce in cui viveva, usate nell’edilizia, e della competizione con invertebrati alloctoni arrivati con l’uomo. La Iucn ne ha ufficializzato l’estinzione nel 2014.
Fantastic! Labidura herculeana from St Helena, Type specimen. https://t.co/A8Yb3d9sgf
— Max Barclay (@Coleopterist) 30 gennaio 2016
Leiorhagium solemi
Gli scienziati hanno visto per l’ultima volta questo mollusco fluviale della Nuova Caledonia nel 1928. Lo sviluppo degli insediamenti umani, che ha provocato il prosciugamento di molte sorgenti e l’abbattimento di grandi aree boschive, ne ha probabilmente causato l’estinzione. La Iucn ha dichiarato la specie estinta nel 2011.
Macrobrachium leptodactylus
È noto un solo esemplare di questa specie di gambero d’acqua dolce, rinvenuto nel 1888 sull’isola di Giava, in Indonesia. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2013.
Leggi anche: Dove scompaiono gli animali, la mappa delle specie a rischio estinzione
Margatteoidea amoena
Questa specie di blatta è stata descritta in seguito al ritrovamento di un unico esemplare, prelevato dall’isola di Desroches, alle Seychelles, nel 1905. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2012.
Melanoplus spretus
L’estinzione di questa cavalletta dà la misura dell’impatto dell’uomo sulle altre specie. Un tempo era uno degli invertebrati più comuni del Nord America, un rapporto del 1875 descrive uno sciame che si estendeva ininterrottamente per oltre 2.800 chilometri di lunghezza. Le cause del brusco declino delle popolazioni non sono chiare, si ritiene siano legate ai cambiamenti nell’uso del suolo o all’aratura nei loro terreni di riproduzione. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2014.
Mercuria letourneuxiana
Dichiarata estinta nel 2010, questa specie di mollusco viveva solo in una sorgente termale della regione di Annaba, in Algeria, ed è nota solo grazie ad alcuni documenti risalenti al Diciannovesimo secolo.
Metazalmoxis ferruginea
Ragno endemico dell’isola di Mahé, alle Seychelles, probabilmente estintosi a causa dell’introduzione di specie vegetali invasive di piante sull’isola. La sua presenza non viene segnalata dal 1892 e la Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2014.
Neocnemis occidentalis
Coleottero endemico di una piccola foresta dell’isola di Santa Maria, nelle Azzorre. Gran parte del suo habitat è andato perduto a causa della deforestazione e dei cambiamenti climatici. I naturalisti non individuano dal 1867 e la Iucn lo ha dichiarato estinto nel 2018.
Neoplanorbis tantillus
Questa lumaca acquatica viveva solo nel fiume Coosa, in Alabama. Una serie di dighe costruite lungo il fiume dal 1914 al 1967 ne ha irrimediabilmente distrutto e frammentato l’habitat. La Iucn ha dichiarato la specie estinta nel 2012.
Orthomorpha crinita
Specie di millepiedi endemica dell’isola di Mahé, nelle Seychelles. Come altre specie native dell’isola questo invertebrato si è probabilmente estinto a causa delle piante invasive arrivate con l’uomo. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2014.
Leggi anche: Australia, distrutti oltre 7 milioni di ettari di habitat di specie minacciate
Pacifastacus nigrescens
Questo crostaceo appartenente alla famiglia degli Astacidi viveva solo nei corsi d’acqua attorno alla baia di San Francisco, è stato descritto nel 1857 ma non è più stato osservato nel Ventesimo secolo. Il suo declino sarebbe legato all’arrivo di specie di pesce invasive e allo sviluppo urbano che ha interessato la baia. La specie è stata dichiarata estinta dalla Iucn nel 2010.
Peromona erinacea
Come altre specie di ragni presenti in questa lista, anche questa specie di aracnide endemica dell’isola di Mahé si probabilmente estinta a causa dell’introduzione, più o meno volontaria, di piante invasive da parte dell’uomo. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2014.
Plectostoma sciaphilum
Questa specie di lumaca è stata osservata solo in un’area circoscritta della Malesia. Il suo habitat è stato letteralmente raso al suolo agli inizi degli anni Duemila da un’azienda edile e la Iucn ha dichiarato estinta la specie nel 2014.
Pleorotus braueri
Dichiarata estinta nel 2014, anche questa specie di ragno endemica dell’isola di Mahé ha pagato a caro prezzo l’arrivo sull’isola delle piante invasive che ne hanno compromesso l’habitat.
Pleurobema perovatum
Questo mitilo d’acqua dolce viveva in alcune parti del Mississippi e del bacino del fiume Mobile, in Alabama. Non viene osservato dagli inizi del secolo scorso e la Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2012.
Leggi anche: Brasile, uccello estinto da trent’anni in natura viene reintrodotto nella foresta atlantica
Procambarus angustatus
Specie di gambero georgiano descritta nel 1958 da un biologo, in seguito al rinvenimento di un singolo esemplare, e mai più osservata. La Iucn lo ha dichiarata estinta nel 2010.
Pseudamnicola barratei, Pseudamnicola desertorum, Pseudamnicola doumeti, Pseudamnicola globulina, Pseudamnicola latasteana, Pseudamnicola oudrefica, Pseudamnicola ragia, Pseudamnicola singularis
Nel 2010 la Iucn ha dichiarato estinte queste otto specie di piccole lumache d’acqua del genere Pseudamnicola. Questi molluschi gasteropodi, estremamente sensibili ai cambiamenti ambientali delle sorgenti in cui abitavano, sarebbero scomparsi nel Diciannovesimo secolo.
Sitalcicus gardineri
Opilione della famiglia dei Podoctidae che abitava nell’isola di Mahé alle Seychelles. È stato osservato per l’ultima volta nel 1908 ed è scomparso in seguito alla distruzione del suo ecosistema. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2014.
Spirobolellus praslinus
I biologi hanno visto l’ultima volta questo millepiedi, endemico dell’isola di Praslin, alle Seychelles, nel 1902. Le piante invasive hanno distrutto il suo habitat nativo e la Iucn lo ha dichiarato estinto nel 2014.
Stagnicola pilsbryi
Gasteropode d’acqua dolce che abitava solo una sorgente dello Utah. Non viene osservato dal 1968 e la sua scomparsa sembra legata al degrado del suo ambiente. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2012.
Stipax triangulifer
Unica specie nota di ragno della famiglia degli Sparassidae. Come molti altri invertebrati dell’isola di Mahé presenti in questo elenco si è probabilmente estinta a causa delle piante invasive che hanno alterato il suo habitat. La Iucnl’ha dichiarata estinta nel 2014.
Thomasettia seychellana
Ennesimo ragno che viveva sull’isola di Mahé fino all’arrivo dell’uomo e delle specie vegetali alloctone che ha introdotto alle Seychelles. La Iucn ha dichiarata estinta la specie nel 2014.
Tokea orthostichon
Uno scienziato ha rinvenuto un solo esemplare di questa specie di lombrico sul monte Wellington, ad Aukland, in Nuova Zelanda, oltre 150 anni fa. La sua estinzione è probabilmente collegata all’arrivo dei coloni europei e delle colture introdotte. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2017.
Unio madagascariensis
Questa cozza viveva nei fiumi vicino alla costa orientale del Madagascar, e secondo i biologi nell’Ottocento era “relativamente abbondante”. I pesticidi e gli scarichi dell’agricoltura ne hanno probabilmente causato l’estinzione, resa ufficiale dalla Iucn nel 2016.
Leggi anche: La Malesia piange Iman, è morto anche l’ultimo rinoceronte di Sumatra del Paese
Unio malgachensis
La tassonomia di questo mollusco bivalve, di cui è stato raccolto un solo esemplare nel 1909 in Madagascar, non è ancora chiara. Da allora la specie non è più stata rinvenuta ed è stata dichiarata estinta nel 2016.
Vitrea storchi
Di questa specie di lumaca è stato trovato un solo esemplare, senza vita, sulle rocce dell’isola di Chios, nel Mar Egeo. La Iucn ha dichiarato estinta la specie nel 2017.
Zonites santoriniensis
Questa specie di lumaca di terra è stata descritta solo grazie ai resti rinvenuti sull’isola di Santorini, il suo declino è stato probabilmente causato oltre 1.400 anni fa da un’eruzione vulcanica. La Iucn l’ha dichiarata ufficialmente estinta nel 2017.
Zonites siphnicus
Non vengono segnalati esemplari di questo piccolo gasteropode, che popolava tre isole del Mar Egeo, dal 1933-1935. La Iucn l’ha dichiarato estinto nel 2017.
Piante
Acalypha dikuluwensis
Questa pianta era endemica dell’altopiano del Katanga, nella Repubblica Democratica del Congo. La sua estinzione è probabilmente stata causata dalla massiccia estrazione di rame effettuata nella zona. La specie non viene osservata dal 1959 e la Iucn l’ha dichiarato estinta nel 2012.
Acalypha wilderi
Questo piccolo arbusto cresceva solo aree boschive dell’isola di Rarotonga, appartenente all’arcipelago delle isole Cook e localizzata nel Pacifico meridionale. Non è più stata vista sull’isola dal 1929 e la Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2014.
Amaranthus brownii
Pianta di dimensioni modeste della famiglia delle Amarantacee che cresceva solo sulla piccola e disabitata isola hawaiana di Nihoa. Nonostante vivesse in un piccolo lembo di terra nella vastità dell’oceano Pacifico, la nostra specie è riuscita a raggiungerla e a causarne l’estinzione introducendo specie vegetali invasive. Non viene avvistata dal 1983 ed è stata dichiarata estinta nel 2018.
Angraecopsis dolabriformis
Questa pianta è stata descritta grazie al ritrovamento di un singolo esemplare prelevato dall’isola di São Tomé e Principe, al largo della costa atlantica dell’Africa centrale nel 1892. Si crede sia scomparsa a causa della distruzione del suo habitat tra il Diciannovesimo e il Ventesimo secolo. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2018.
Angraecum astroarche
Un solo esemplare di quest’orchidea è stato rinvenuto nel Diciannovesimo secolo nello stato insulare africano di São Tomé e Principe. Non ne fu più trovato un altro e la Iucn ha dichiarato estinta la specie nel 2018.
Basananthe cupricola
Questa pianta cresceva solo in un’area circoscritta della Repubblica Democratica del Congo e necessitava di particolari condizioni del suolo. Condizioni che vennero irreparabilmente alterate con le intese operazioni minerarie che hanno interessato la nazione africana. La specie è stata dichiarata estinta nel 2012.
Centaurea pseudoleucolepis
Questa pianta cresceva nei pressi delle coste del mar d’Azov, in Ucraina. I naturalisti non la osservano dal 1930 e la Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2011.
Cyanea eleeleensis, Cyanea linearifolia, Cyanea mauiensis, Cyanea minutiflora, Cyanea parvifolia, Cyanea sessilifolia
Questo variegato gruppo di arbusti del genere Cyanea cresceva un tempo nelle foreste umide hawaiane. La Iucn, dopo numerose ricerche infruttuose, lo ha dichiarato estinto nel 2016. La scomparsa sarebbe da imputare alle specie invasive introdotte dall’uomo, sia animali che vegetali, tra cui maiali, capre, ratti, lumache e varie piante infestanti.
Leggi anche: Le piante si stanno estinguendo ad una velocità doppia degli animali. Già perse 571 specie
Cyperus rockii
Questa pianta cresceva lungo un ruscello che attraversa l’isola hawaiana di Kauai. È stata osservata per l’ultima volta nel 1916, e probabilmente si è estinta a causa dell’introduzione di piante invasive e di suini. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Cyrtandra olona
Di questo arbusto che cresceva sulle montagne dell’isola di Kuai, nelle Hawaii, non si hanno notizie dal 1909. La specie non è probabilmente sopravvissuta alla competizione con le piante alloctone introdotte sull’isola. La Iucn l’ha aggiunta all’elenco delle specie estinte nel 2016.
Delissea sub cordata, Delissea undulata
Questi due arbusti del genere Delissea vivevano nelle foreste planiziali hawaiane e si sarebbero estinti a causa dell’avvento di piante e animali invasivi introdotti dall’uomo. Sono stati dichiarati estinti, rispettivamente, nel 2015 e nel 2016.
Eulophia stenopetala
Questa orchidea è stata osservata dagli scienziati una sola volta, sulle colline aride del Bhutan nel 1859. Da allora, nonostante le ricerche, non è più stata individuata. La causa dell’estinzione non è chiara, la Iucn ne ha ufficializzato la scomparsa nel 2017.
Euphrasia mendoncae
I naturalisti osservarono questa pianta per la prima volta nel 1936, in alcune praterie sommitali del Portogallo. Da allora non è più stata individuata ed è stata aggiunta all’elenco delle specie estinte dalla Iucn nel 2011.
Leggi anche: Più tutela per la fauna selvatica, cosa si è deciso alla Cop 18 della Cites
Fissidens microstictus
Questo muschio era un tempo abbondantemente diffuso nell’isola di Madeira, in Portogallo. Il suo habitat ha subito un rapido degrado a causa del crescente afflusso turistico e non viene osservato dal 1982. La Iucn lo ha dichiarato ufficialmente nel 2019.
Habenaria petromedusa
Questa pianta viveva sulle isole di Capo Verde, nell’oceano Atlantico, ed è nota solo da un esemplare raccolto nel 1787. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2017.
Heliotropium pannifolium
Arbusto fiorito endemico dell’isola di Sant’Elena, situata nell’oceano Atlantico centro meridionale. L’introduzione delle capre e la competizione con specie di piante invasive ne avrebbero probabilmente distrutto l’habitat. La Iucn ha dichiarata estinta la specie nel 2016.
Hibiscadelphus woodii
Arbusto dai fiori giallo brillante che cresceva sull’isola di Kuai, nell’arcipelago delle Hawaii, tra gli ultimi superstiti di un genere di piante estinte. Capre, maiali e piante invasive ne hanno causato l’estinzione in natura. O almeno così si credeva fino a pochi mesi fa, dato che nel 2019, tramite un drone, un gruppo di ricercatori ne ha individuato tre individui su una parete rocciosa dell’isola.
Lepidium amissum
Questa pianta erbacea della Nuova Zelanda, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, è stata descritta solo dopo la sua estinzione, avvenuta agli inizi del Novecento. Il degrado della costa sarebbe la principale causa della sua scomparsa, ufficializzata dalla Icun nel 2014.
Lepidium obtusatum
Pianta grassa costiera neozelandese, che non viene avvistata dal 1950. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2014.
Logania depressa
I naturalisti hanno osservato per la prima e ultima volta questa pianta nelle praterie della Nuova Zelanda nel 1847, ma da allora la specie non è più stata rinvenuta. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2014.
Melicope macropus
La scomparsa di questo agrume, che cresceva nella valle di Kalalau, nell’isola hawaiana di Kauai, è stata causata dall’introduzione di erbivori alieni, come capre, maiali e cervi, che hanno devastato la vegetazione autoctona. La specie non viene osservata in natura dal 1995 e la Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Melicope nealae
Altra specie di agrume che viveva nelle foreste montane di Kauai. I naturalisti non l’hanno più individuata dal 1960 ed è stata dichiarata estinta nel 2016.
Miconia abscondita
Piccola specie arborea che cresceva sui ripidi pendii di Pic Macaya, la seconda montagna più alta di Haiti. La specie è stata descritta solo nel 2015, sulla base di un esemplare raccolto nel 1926, ma non è più stata avvistata. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2018.
Myosotis laingii
Pianta fiorita della famiglia delle Boraginaceae, endemica di un’isola della Nuova Zelanda. Non viene individuata dal 1912 ed è stata dichiarata estinta nel 2014.
Nobregaea latinervis
Muschio appartenente alla famiglia delle Brachytheciaceae, un tempo diffuso solo ai margini delle foreste di alloro nella parte nord-orientale dell’isola di Madeira, in Portogallo. Non viene segnalato dal 1946 ed è stato dichiarato estinto nel 2019.
Ornithogalum visianicum
Questa pianta della famiglia delle Asparagaceae, che viveva su un’isola disabitata al largo della costa della Croazia, non viene vista dagli scienziati dal 1911. Il suo habitat è rimasto perlopiù inalterato e le cause della sua estinzione sono ignote. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2018.
Leggi anche: Come l’uomo ha causato l’estinzione della megafauna del Madagascar
Sanicula kauaiensis
Specie vegetale endemica dell’isola di Kuai, dove cresceva su ripidi pendii erbosi. Non viene osservata dagli anni Cinquanta e il suo declino è stato probabilmente causato dalla concorrenza con le piante invasive giunte sull’isola con l’uomo. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Schiedea amplexicaulis
Come altre piante autoctone delle Hawaii, probabilmente questa specie che cresceva sull’isola di Kauai si è estinta a causa dell’introduzione di specie invasive. Scomparsa verso il 1850, la Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Stachytarpheta fallax
Specie di pianta nota agli scienziati solo grazie ad aluni esemplari raccolti nel 1908 nelle isole di Capo Verde. Da allora non è più stata individuata e la Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2017.
Stellaria elatinoides
Specie di pianta spermatofita della famiglia delle Caryophyllacea che cresceva lungo le sponde di laghi e fiumi in Nuova Zelanda. Scomparsa intorno agli anni Quaranta in seguito all’arrivo di erbacce invasive che ne hanno alterato la nicchia ecologica. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2014.
Trilepidea adamsii
Questo arbusto viveva ai margini delle foreste dell’isola del Nord, in Nuova Zelanda. Non viene osservato dal 1954 e potrebbe essere scomparso a causa di una combinazione di fattori, come il degrado dell’habitat, la perdita di insetti impollinatori e l’avvento di specie invasive come gli opossum. La Iucn ha dichiarato la specie estinta nel 2014.
Viola cryana
Pianta della famiglia delle Violaceae che cresceva esclusivamente sulle colline calcaree di Yonne, dipartimento francese della regione Borgogna-Franca Contea. Non viene segnalata dal 1927 e il suo declino sarebbe legato all’eccessivo prelievo e all’estrazione del calcare. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2011.
Wikstroemia hanalei
Di questo arbusto, che viveva nell’isola hawaiana di Kuai, non si hanno notizie dal 1897. La sua estinzione è stata probabilmente causata dalla competizione con piante alloctone. La Iucn l’ha dichiarata estinta nel 2016.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
A Curridabat, sobborgo di San José, e in altre aree della regione metropolitana, è stata creata una serie di corridoi verdi per supportare gli impollinatori e riportare la biodiversità in città.
Dalla riforestazione alla conservazione, dall’agricoltura biologica al taglio dei pesticidi. L’Ue ha presentato la nuova strategia per la biodiversità 2020-2030.
La Giornata della natura del 3 marzo è dedicata alla tutela di tutte le specie animali e vegetali selvatiche, componenti chiave della biodiversità mondiale.
A partire dalla seconda metà del Novecento la specie ha vissuto un rapido declino. La scomparsa di questo grande predatore avrà effetti negativi sull’intero ecosistema del bacino.
La popolazione di api nel mondo è in costante diminuzione. Ma ciò che l’Unione europea sta facendo per salvarle non è sufficiente. Se ne parla nella puntata di Presadiretta dal titolo “L’ultima ape”.
Gli ultimi esemplari dell’antichissimo pino di Wollemi sono stati salvati dagli incendi che hanno colpito il Nuovo Galles del Sud da una squadra specializzata di vigili del fuoco.
Il 2020 è stato proclamato Anno internazionale della salute delle piante dalle Nazioni Unite. L’obiettivo? Ricordarci che dal mondo vegetale dipende la vita sulla Terra.
Gli ecologi dell’università di Sydney hanno provato a quantificare le vittime animali dei roghi. Le stime sono spaventose.