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Report di sostenibilità, d’ora in poi le cose cambieranno
È un periodo pieno di novità per chi si occupa di responsabilità sociale d’impresa. A metà ottobre, infatti, il Gri (Global Reporting Initiative) ha pubblicato le nuove linee guida per stendere il report di sostenibilità, quel documento con cui l’azienda fa il quadro dell’impatto sociale, ambientale ed economico che ha avuto sul mondo che la
È un periodo pieno di novità per chi si occupa di responsabilità sociale d’impresa. A metà ottobre, infatti, il Gri (Global Reporting Initiative) ha pubblicato le nuove linee guida per stendere il report di sostenibilità, quel documento con cui l’azienda fa il quadro dell’impatto sociale, ambientale ed economico che ha avuto sul mondo che la circonda. E, di fronte a tutti i suoi stakeholder, elenca i traguardi raggiunti così come gli insuccessi.
Cos’è il Gri e come funziona
Qualcuno potrà pensare che si tratti di questioni tecniche per addetti ai lavori, ma le cose sono molto diverse. Fino alla fine del 2016, infatti, il report di sostenibilità non è un obbligo. Lo diventa solo a partire dal 2017, con l’entrata in vigore della direttiva 2014/95/UE. E non per tutti, ma solo per le aziende europee di interesse pubblico o con più di cinquecento dipendenti, il cui bilancio consolidato soddisfi determinati criteri stabiliti dalla legge (il totale dell’attivo dello stato patrimoniale dev’essere superiore a 20 milioni di euro oppure, in alternativa, il totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni deve superare i 40 milioni).
Ad oggi non esistono paletti vincolanti, che indichino alle aziende come trattare determinati argomenti o se devono fare uso di certi indicatori e non di altri. Le linee guida sono soltanto volontarie. E quelle del Gri sono in assoluto le più celebri a livello globale, anche perché sono il risultato di un percorso iniziato ormai quindici anni fa.
Come cambia il report di sostenibilità
A partire dal 1 luglio 2018, i nuovi standard del Gri per il report di sostenibilità sostituiranno del tutto le linee guida attuali (Gri G4 Guidelines). Nel concreto, si tratta di 36 linee guida da seguire per fare relazioni trasparenti e corrette su tematiche come le emissioni di gas serra, l’impronta idrica, il consumo di energia, le politiche adottate con i lavoratori.
Questo nuovo metodo permetterà agli esperti del Gri di aggiornare di volta in volta i singoli elementi, senza dover rivoluzionare l’intero sistema. Le aziende, a loro volta, potranno seguire queste linee guida per pubblicare un report di sostenibilità a tutto tondo, ma anche per stilare relazioni dettagliate su singoli aspetti, sulla base delle richieste dei loro stakeholder.
Verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile
L’intento dichiarato dei promotori è quello di fornire alle aziende un linguaggio comune per rendicontare le cosiddette informazioni non finanziarie. Informazioni preziose per “prendere decisioni migliori” e contribuire, così, al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Gli Sdgs, in sintesi, devono diventare una vera e propria pietra miliare. I 17 obiettivi sanciti dall’Onu circa un anno fa, d’altra parte, sono estremamente ambiziosi: porre fine alla povertà e alla fame, garantire l’equità di genere, ridurre le diseguaglianze, promuovere una crescita economica duratura e sostenibile e altro ancora (l’elenco completo è qui). Non si può pensare che siano soltanto i capi di stato e di governo a occuparsene: anche le aziende possono – e devono – fare la loro parte.
Foto in apertura: Photolife / Getty Images
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