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Per prepararsi ad ospitare la Coppa del mondo di calcio la Russia starebbe uccidendo migliaia di animali randagi.
La vita di un cane randagio in Russia vale più o meno 130 euro. È quanto riceverebbero i volontari sovvenzionati dal governo per andare in giro e sopprimere gli animali randagi prima dell’inizio di mondiali di calcio. L’accusa è stata lanciata da Ekaterina Dmitrieva, direttrice dell’organizzazione animalista City animal protection foundation.
A giugno la Russia ospiterà la ventunesima edizione dei campionati mondiali di calcio, proprio come avvenuto in occasione delle Olimpiadi di Sochi del 2014, le autorità russe riterrebbero un problema la grande presenza di animali che vagano per le città, temendo che possano danneggiare l’immagine dei mondiali. Secondo quanto denunciato dall’attivista russa, il governo avrebbe stanziato circa 110 milioni di rubli, oltre un milione e mezzo di euro, destinati all’abbattimento di cani e gatti randagi presenti nelle undici città ospitanti, Mosca, San Pietroburgo, Rostov sul Don, Sochi, Ekaterinburg, Saransk, Kaliningrad, Nizhny Novgorod, Kazan, Volgograd e Samara.
Il governo russo ha respinto le accuse, il vice premier Vitaly Mutko, ha riferito che il governo ha incaricato le città ospitati di realizzare rifugi temporanei per cani e gatti randagi. In queste strutture gli animali saranno curati, vaccinati e sterilizzati. Ekaterina Dmitrieva ha però affermato che i soldi per i rifugi sarebbero invece stati investiti per acquistare veleno e reclutare squadre anti-randagi.
Per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica la donna ha lanciato una petizione su Change.org, firmata da oltre 455mila persone, in cui chiede al premier russo Vladimir Putin, all’allenatore della nazionale russa Stanislav Cherchesov e al presidente della Fifa Gianni Infantino, di fermare la strage di animali senza padrone.
Il mese scorso, Vladimir Burmatov, presidente del comitato della duma di stato per l’Ecologia e la protezione ambientale, ha scritto una lettera al ministro dello Sport Pavel Kolobkov, invitandolo a verificare la situazione e a fermare l’eventuale abbattimento degli animali e a trovare una soluzione umana. “Ne va della reputazione del nostro Paese – ha scritto Burmatov – non siamo così selvaggi da uccidere in massa gli animali per strada, buttare le loro carcasse sanguinanti nei veicoli e andare in giro per la città”.
Non è dunque ancora chiaro se le accuse lanciate al governo dagli animalisti siano fondate, quel che è certo è che in Russia il randagismo rappresenta un’emergenza reale, i cui effettivi numeri sono sconosciuti. Altrettanto reale è la presenza dei cosiddetti “dog hunter”, volontari che sterminano gli animali randagi (ma non solo) disseminando in giro bocconi avvelenati.
L’organizzazione City animal protection foundation ha denunciato la vicenda alla Fifa, federazione che si occupa dell’organizzazione dei mondiali di calcio, ricevendo però una risposta poco soddisfacente. “Comprendiamo l’importanza di iniziative come la vostra che meritano di essere affrontate e supportate. Siamo tuttavia sicuri che capirete che, a causa dei numerosi impegni pianificati collegati agli eventi Fifa, non possiamo supportare la vostra causa più attivamente”.
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