![Clima, ambiente e fake news tra i principali rischi per l’umanità](https://cdn.lifegate.it/p_VtB5an8gHebYiKmHmw6UGAMTs=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2025/01/la-sede-del-forum-economico-mondiale-a-davos.jpg, https://cdn.lifegate.it/EWrz4hfe6d5Ejp5NMVS_5gOQVVc=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2025/01/la-sede-del-forum-economico-mondiale-a-davos.jpg 2x)
Il Global risks report del Forum economico mondiale pone clima, ambiente e fake news ai primi posti tra le minacce sul lungo periodo.
Nel corso dell’ultimo secolo, l’estensione del deserto del Sahara è aumentata del 10 per cento. Soprattutto a causa del calo delle precipitazioni.
La superficie del deserto del Sahara, dal 1920 ad oggi, è aumentata del dieci per cento. A rivelarlo è uno studio curato dal dipartimento di Scienze dell’atmosfera e degli oceani dell’università del Maryland, negli Stati Uniti, e pubblicato sul Journal of Climate. Si tratta della prima volta che un’analisi scientifica indica quali effetti stanno avendo i cambiamenti climatici sul più grande deserto del mondo.
Secondo gli autori del paper, l’aumento dell’estensione del Sahara, che oramai copre 8,6 milioni di chilometri quadrati, è principalmente legato alla rarefazione delle precipitazioni nella regione (che invece sono aumentate nell’Africa tropicale del sud). I ricercatori citano in particolare i dati registrati dell’ultimo secolo, che indicano come gli inverni siano diventati via via meno piovosi nella porzione settentrionale del continente e nel Sudan.
Le precipitazioni, che già sono evidentemente molto limitate nelle regioni desertiche (meno di 25 centimetri di acqua all’anno) sono diminuite anche nel golfo di Guinea, così come nelle regioni bagnate dai fiumi Niger e Congo. Al contempo, le temperature risultano sempre più elevate, con una tendenza all’aumento in tutte le stagioni.
The Sahara desert, which currently covers more than 3.5 million square miles of Earth’s surface, has grown by 10% since 1920. https://t.co/Qc9a1cUnyW pic.twitter.com/foPSwuuSP9
— Yale Environment 360 (@YaleE360) April 4, 2018
Di qui la progressione del deserto, che è andato ad erodere soprattutto la fascia semi-arida del Sahel, porzione di territorio che taglia da ovest ad est l’Africa sub-sahariana, estendendosi nel suo limite meridionale fino alla savana sudanese. Così, una porzione non indifferente di tale banda è oggi ricoperta dalla sabbia.
Inoltre, lo studio sottolinea il fatto che l’estensione del Sahara arriva a toccare nei mesi estivi un +16 per cento rispetto al 1920, il che conferma il legame tra la mancanza di pioggia e l’aumento della superficie desertica. Ma qual è la ragione del calo delle precipitazioni? Secondo gli esperti americani, in parte si tratta di un ciclo climatico naturale, in parte la responsabilità ricade sui cambiamenti climatici, originati a loro volta dalle attività dell’uomo.
Ciò che è chiaro è che il processo non sembra arrestarsi. E le conseguenze per le popolazioni che abitano la fascia del Sahel potranno rivelarsi disastrose: gli ecosistemi locali potranno essere sconvolti dall’avanzata del deserto, così come tutte le attività umane legate alla terra (a cominciare dall’agricoltura). Un esempio lampante di cosa può accadere è osservabile nel lago Ciad, che nel giro di soli 50 anni si è prosciugato fino a perdere il 90 per cento della propria estensione.
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