
Per anni Chevron ha inquinato e alterato la costa vicino a New Orleans, negli Stati Uniti, andandosene senza bonificare
È la Terra come non l’avevamo mai vista. Un cerchio (quasi) perfetto del quale si riesce a scorgerne la profondità. Un’immagine scattata il 15 gennaio 2017 dal satellite Goes-16, lanciato dalla Nasa, che permetterà alla Noaa di studiare e monitorare le condizioni meteo più estreme, come uragani, incendi, eruzioni vulcaniche. È la nuova generazione di
È la Terra come non l’avevamo mai vista. Un cerchio (quasi) perfetto del quale si riesce a scorgerne la profondità. Un’immagine scattata il 15 gennaio 2017 dal satellite Goes-16, lanciato dalla Nasa, che permetterà alla Noaa di studiare e monitorare le condizioni meteo più estreme, come uragani, incendi, eruzioni vulcaniche. È la nuova generazione di satelliti geostazionari in grado di scattare immagini della Terra come non l’avevamo mai vista.
Le prime immagini arrivate sulla terra sono state realizzate grazie alla tecnologia ABI (Advanced Baseline Imager), capace di usare 16 diversi canali spettrali e scattare immagini ad altissima risoluzione. Il satellite Goes-16 è infatti in grado di mandare a terra un’immagine del disco completo ogni 15 minuti, una dell’intero emisfero occidentale ogni 5 e scattare fotografie ad alta risoluzione di area specifiche ogni 30 secondi. È la nuova frontiera dello studio climatico e meteorologico.
“Vedere queste prime immagini mandate da Goes-16 – ha detto stephen Volz, Ph .D., del NOAA – è un momento importantissimo per la squadra di scienziati ed ingegneri che hanno lavorato per portare il satellite in orbita e sono ora pronti ad esplorare nuove possibilità di previsioni meteorologiche con questi dati e le immagini. Siamo ansiosi di sfruttare queste nuove immagini, insieme ai nostri partner della comunità meteorologica, per sfruttare al meglio questo fantastico nuovo satellite”.
Immagini uniche scattate da circa 36mila chilometri di altezza, ovvero da dove il satellite si è posizionato dopo il lancio dello scorso 19 novembre dalla base di Cape Canaveral, in Florida. Entro novembre 2017 il satellite dovrebbe essere operativo anche per l’emisfero ovest.
“L’immagine è molto di più di un bello scatto, è il futuro delle osservazioni e delle previsioni meteo. Le immagini ad alta risoluzione inviate dal satellite Goes-16 ci forniranno una visuale più nitida e dettagliata dei sistemi meteorologi pericolosi e ci forniranno caratteristiche che gli strumenti precedenti potrebbero avere perso”, ha detto Louis W. Uccellini, Ph.D e direttore del Noaa National Weather Service a Silver Spring. “Il rapido refresh di queste immagini ci permetterà di monitorare e prevedere l’evoluzione di questi sistemi in modo più accurato. Come risultato, i meteorologi potranno emettere avvisi più accurati, tempestivi ed affidabili”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Per anni Chevron ha inquinato e alterato la costa vicino a New Orleans, negli Stati Uniti, andandosene senza bonificare
Donald Trump ritiene che abbattendo le foreste si possano limitare gli incendi e produrre più legname. Gli esperti gli danno torto.
In un nuovo decreto previsti limiti più stringenti per queste molecole chimiche eterne, ma ancora superiori a quelle indicate dalle agenzie ambientali.
Trovato un accordo sul testo del trattato di pace con Baku, che non è ancora stato firmato e presuppone grosse concessioni da parte di Erevan. Intanto il parlamento approva un disegno di legge per la richiesta di adesione all’Ue.
Siamo stati a Montespluga per lo Skialp Fest di Homeland per capire perché lo scialpinismo sia un modo bellissimo e meno impattante di vivere la montagna.
Il premio Wood Architecture Prize by Klimahouse ha rappresentato anche un modo per celebrare la Giornata internazionale delle foreste.
Per la prima volta nel 2025 si celebrano le più grandi fonti di acqua dolce del pianeta, che fronteggiano la sfida dei cambiamenti climatici.
Un tribunale condanna Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari. L’accusa? Aver difeso ambiente e diritti dei popoli nativi dal mega-oleodotto Dakota Access Pipeline.
In Italia sono 265 gli impianti ormai disuso perché non nevica più: rimangono scheletri e mostri di cemento. E l’esigenza di ripensare la montagna e il turismo.