Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Scettici sui cambiamenti climatici? Venite sui ghiacciai del Monte Bianco
Una reporter di Bloomberg è tornata dopo ventisette anni sul Monte Bianco. I tre gradini che, nel 1988, la separavano dal ghiacciaio oggi sono 370.
Se c’è ancora qualcuno che non crede ai cambiamenti climatici, il consiglio è di visitare il ghiacciaio del Monte Bianco, in Francia. E, per chi non potesse, di leggere il racconto pubblicato da Helene Fouquet su Bloomberg: la giornalista è tornata sul Mare di Ghiaccio (“La Mer de Glace”) transalpino ventisette anni dopo la sua prima visita, nel 1988, quando era ancora bambina. Trovando uno scenario “cambiato in modo drammatico”.
Lo dimostrano le foto scattate all’epoca con i fratelli: se alla fine degli anni Ottanta bastava fare tre gradini (di numero) per appoggiare le suole sul ghiacciaio, oggi occorre invece munirsi di pazienza, allacciarsi le scarpe e scendere. Per qualche minuto. Percorrendone 370, di gradini. Sulla parete della montagna, una placca metallica gialla segnala il livello del ghiacciaio nel 1985: sotto, il precipizio. “Il ghiaccio azzurro è perduto sotto una sottile coltre di polvere e detriti. È un’immagine triste, e un esempio eclatante dei cambiamenti climatici causati dal riscaldamento globale”, constata Fouquet.
Secondo gli studiosi, la Mer de Glace non ha mai diminuito la propria estensione come negli ultimi quindici anni. Christian Vincent, glaciologo dell’università di Grenoble, ritiene che la spiegazione non possa che essere una: “Non è la natura che determina il destino del ghiacciaio, ma le attività umane. Abbiamo modificato la composizione dell’atmosfera, e questo ha un impatto diretto sul clima”. Sul pendio del Monte Bianco, ciò si traduce in un cammino di pietre lungo due chilometri: è la distanza tra la posizione del ghiacciaio nel 1850 e quella attuale. Come venti campi da calcio incolonnati uno dopo l’altro. I calcoli di Vincent dicono che entro il 2040 occorrerà aggiungere altri 12, pari a 1.200 metri: “Forse 1.400…”.
Anche la società Compagnie du Mont Blanc – che da oltre un secolo gestisce il collegamento tra la cittadina di Chamonix e il ghiacciaio, tramite un piccolo treno d’epoca – corre ai ripari. I responsabili prevedono già di spostare il punto di accesso alla Mer de Glace di almeno 700 metri. Ovvero dove, presumibilmente, si troverà il primo blocco di ghiaccio nel 2030.
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