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La Sierra Leone balla per festeggiare la sconfitta di ebola
In Sierra Leone ebola è stato sconfitto. L’ha annunciato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il 7 novembre, 42 giorni dopo che che è stato effettuato il test sull’ultima persona risultata positiva. Il Social mobilisation action consortium (Smac) che opera in Sierra Leone per combattere ebola tramite il coinvolgimento della comunità ha festeggiato la notizia postando un
In Sierra Leone ebola è stato sconfitto. L’ha annunciato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il 7 novembre, 42 giorni dopo che che è stato effettuato il test sull’ultima persona risultata positiva. Il Social mobilisation action consortium (Smac) che opera in Sierra Leone per combattere ebola tramite il coinvolgimento della comunità ha festeggiato la notizia postando un video che ha fatto il giro dei social network. In Bye Bye Ebola alcune persone che hanno contratto il virus ballano con quelle che il virus hanno cercato di debellarlo al ritmo di Azonto, un successo di Fuse ODG e Itz Tiffany. La versione della famosa canzone ganese ispirata a ebola è di Block Jones featuring Freetown uncut.
Non è la prima volta che un paese dell’Africa occidentale racconta la propria lotta contro ebola tramite la musica. Dopo che nel 2014 è stata creata una nuova versione del pezzo del 1984 di Bob Geldof Do they know it’s Christmas? – ampiamente criticata per aver perpetuato stereotipi negativi sull’Africa – per mettere in primo piano la questione di ebola, alcuni tra i più celebri musicisti africani si sono uniti per registrare la canzone Africa stop ebola, lanciata nell’ottobre del 2014.
Il virus si è abbattuto sull’Africa occidentale tra il 2014 e i primi mesi del 2015. Ha causato la morte di oltre 11mila persone in Liberia, in Sierra Leone e in Guinea. Da maggio del 2014, solo in Sierra Leone, 8.700 persone lo hanno contratto e sono quasi morte. L’Oms spiega che a favorirne la propagazione nell’Africa occidentale è stato il fatto che in Guinea, Liberia e Sierra Leone non c’è mai stata un’epidemia di questa portata. Questi paesi, tra i più poveri al mondo, si sono appena risollevati dopo anni di guerra civile e sono stati incapaci di affrontare tutte le fasi di contenimento della malattia, a partire dall’insorgenza fino alla cura e alla prevenzione.
Tra settembre e ottobre del 2014 in Sierra Leone l’epidemia ha raggiunto l’apice: partner internazionali tra cui Medici senza frontiere (MSF) congiuntamente all’Oms, al governo britannico e a quello americano hanno cercato di affrontare il problema insieme alle comunità locali garantendo strutture sanitarie e metodi di sepoltura migliori. Le pratiche di sepoltura dell’Africa occidentale sono state identificate come una delle cause maggiori della rapida diffusione del virus e hanno determinato l’80 per cento degli episodi di contagio, secondo l’Oms.
A maggio l’organizzazione aveva già annunciato la scomparsa della malattia in Liberia e grazie a un approccio olistico è stato possibile fermare l’epidemia anche in Sierra Leone sebbene Medici senza frontiere abbia sottolineato che la vicina Guinea continua a registrare nuovi casi di contagio. “La Sierra Leone ha raggiunto questa pietra miliare grazie al duro lavoro e all’impegno nella battaglia contro un’epidemia di ebola senza precedenti nella storia dell’umanità” ha commentato l’Oms. Nei prossimi 90 giorni la situazione nel paese continuerà a essere attentamente monitorata.
Nella lotta contro ebola, una malattia potenzialmente fatale che causa febbre improvvisa, vomito, diarrea e perdite di sangue interne ed esterne, in Sierra Leone sono state costruite strutture sanitarie che permetteranno di prevenire epidemie future. Come evidenzia la campagna sociale di mobilitazione della Smac, “Community get di power for tap ebola”, la comunità ha i mezzi e il potere per contrastare ebola. E quale modo migliore per festeggiare, se non ballare.
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