Siglato l’accordo per una pesca sostenibile nel Mediterraneo

Uno storico accordo quello che prevede l’impegno per il ripristino degli stock ittici nel Mare Nostrum, da parte dei Paesi che su di lui si affacciano. Un passo che (dovrebbe) segnare la fine della sovra-pesca e di una tutela degli abitanti del mare. I Paesi firmatari, facenti parte della Commissione generale per la pesca nel

Uno storico accordo quello che prevede l’impegno per il ripristino degli stock ittici nel Mare Nostrum, da parte dei Paesi che su di lui si affacciano. Un passo che (dovrebbe) segnare la fine della sovra-pesca e di una tutela degli abitanti del mare.
I Paesi firmatari, facenti parte della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM), hanno siglato un accordo per l’adozione di un nuovo quadro operativo e per rendere le attività di pesca sostenibili, preservando la biodiversità degli ecosistemi marini.

 

Evidente la soddisfazione degli osservatori e delle organizzazioni che da tempo chiedevano un serio intervento. Come Oceana, organizzazione internazionale per la conservazione dell’ambiente marino: “Nel 1949 gli Stati ripariali del Mediterraneo stabilirono di gestire gli stock ittici”, ha affermato Xavier Pastor, direttore esecutivo per l’Europa di Oceana. “60 anni dopo la pesca resta ancora senza una propria gestione e circa l’80% degli stock ittici sono sovra-pescati. Oggi, possiamo finalmente dire che la CGPM non è rimasta passiva davanti a questo quadro allarmante e diamo il benvenuto alla sua forte presa di posizione che ci auguriamo invertirà la marea del futuro del Mare Nostrum”.

 

L’accordo prevede che gli stock ittici debbano essere restaurati e mantenuti ad un grado massimo di rendimento sostenibile. In pratica non si potrà più pescare indiscriminatamente, sia gli esemplari giovani sia gli adulti.

 

Si dovranno adottare dei piani basati su un approccio ecosistemico della pesca, oltre che adottare quelle definite come Aree Ristrette di Pesca, per proteggere gli habitat essenziali – individui giovanili e aree di riproduzione di specie commerciali – e gli ecosistemi marini vulnerabili, sia inseriti che non inseriti in piani di gestione.

 

 

“Questo è un passo importante e storico per il CGPM e si spera anche per la pesca nel Mediterraneo. I grandi sforzi intrapresi dal segretariato della CGPM e dalle parti contraenti nel corso degli ultimi 3 anni ha dato i suoi frutti, la sfida è stata dura ma siamo soddisfatti”, ha dichiarato Sergi Tudela, responsabile del Programma per la pesca al Wwf.

 

Soddisfatta anche la Commissaria europea responsabile degli affari marittimi e della pesca Maria Damanaki: “Questa riforma renderà l’organizzazione più moderna, credibile ed efficiente. Un’organizzazione ben equipaggiata per ripristinare le risorse marine”.

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