La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
Come funzionano gli strumenti per finanziare salute, sviluppo, ambiente
Social bond, green bond e non solo: sono innumerevoli ormai gli strumenti finanziari che permettono di sostenere cause ambientali e sociali.
Chi ha detto che la finanza, l’ambiente e i diritti delle persone debbano correre su binari paralleli? Ormai esistono innumerevoli strumenti per finanziare lo sviluppo sostenibile. Delle peculiarità e delle prospettive delle obbligazioni, ad esempio, si è parlato il 9 novembre al Fintech District di Milano, in occasione della conferenza “Finanza sostenibile e social bond: lo stato dei lavori in Italia”.
Social bond, social impact bond e charity bond
Il vocabolario non è semplicissimo e può trarre in inganno anche gli esperti. Per questo, è bene dedicare un po’ di spazio alle definizioni.
Un bond, o obbligazione, è un titolo di debito emesso da una società o da un ente pubblico per raccogliere liquidità. A una determinata scadenza, l’acquirente ha diritto a riavere indietro il valore nominale dell’obbligazione, più una cedola (o coupon), vale a dire una quota di interesse che gli viene pagata periodicamente.
The exceptional opportunity behind a Social Bond. Our perspective and expectations explained during #settimanasri @ItaSIF @BancaSella pic.twitter.com/ANcyYzUZqq
— MainStreet Partners (@MSPartners_2008) 10 novembre 2017
Le obbligazioni tematiche tecnicamente funzionano come tutte le altre, ma vincolano l’emittente a usare la liquidità raccolta per progetti specifici. Nel caso dei green bond, questi progetti sono per la tutela dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici; con i social bond sono iniziative di interesse sociale; i sustainability bond, infine, servono a finanziare progetti sia sociali sia ambientali. Le obbligazioni tematiche possono essere labelled, cioè avere un’etichetta ufficiale, oppure unlabelled (spesso infatti le etichette comportano vincoli che possono scoraggiare gli investitori).
I social impact bond, invece, sono obbligazioni con cui il settore pubblico raccoglie investimenti privati per pagare chi gli fornisce servizi di welfare. In questo caso cambia il metodo per remunerare gli investitori, che viene definito pay for success: si stabilisce un certo risultato sociale e, se questo viene raggiunto, l’acquirente riceve il suo premio. L’amministrazione si trova nelle condizioni di pagarlo perché ha risolto un problema sociale, svincolandosi dai costi che esso comporta; l’investitore, da parte sua, si accolla un maggiore rischio ma anche la possibilità di un rendimento più alto. In Italia questi strumenti finanziari ancora non esistono, ma la Fondazione Sviluppo e Crescita Crt sta studiando una loro possibile applicazione per la casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino.
I charity bond infine sono un’emissione obbligazionaria standard, che però paga una cedola più bassa perché la quota restante viene devoluta a una ong.
Dai vaccini alle piccole imprese, i mille volti dei social bond
Comprese le definizioni, possiamo passare a qualche esempio più concreto. Nel 2006 arriva la prima emissione di vaccine bond da parte dell’Iffim (International Finance Facility for Immunisation), che raccoglie circa un miliardo di dollari per le campagne di vaccinazione nei paesi in via di sviluppo. All’epoca l’idea è rivoluzionaria, tanto da ricevere il supporto di nomi eccellenti come l’allora papa Benedetto XVI, Rania di Giordania, Bono degli U2, Bob Geldolf.
Spostandoci in Sudamerica, troviamo il Fondo Mivivienda, che si è dato la missione di garantire il diritto al tetto anche alle fasce più deboli della popolazione, facendo da ponte tra lo Stato, le istituzioni finanziarie e il settore immobiliare. Una delle strade che ha scelto è un social housing bond, garantito dal governo peruviano.
In Europa in questi ultimi anni si stanno diffondendo i cosiddetti Sme bonds, obbligazioni che raccolgono liquidità per finanziare le piccole e medie imprese. Una boccata d’ossigeno dopo la crisi finanziaria che ha costretto le banche a chiudere sempre di più i cordoni della borsa.
Un altro esempio da tenere d’occhio nel mondo dei social bond è quello di Retail Charity Bonds, una piattaforma (amministrata da Allia Impact Finance Limited) nata per emettere obbligazioni, destinate a investitori privati, per le organizzazioni no profit britanniche. Così facendo, queste ultime accedono a una nuova fonte di finanziamenti; dal canto loro, gli investitori responsabili contribuiscono a progetti che hanno un valore sociale. L’obiettivo dichiarato è quello di rastrellare una somma compresa tra i 10 e i 50 milioni di sterline, tramite obbligazioni quotate alla Borsa di Londra.
Roma 8/11 #settimanasri | Apertura dedicata alla ricerca “Il risparmiatore responsabile” condotta con @doxa_research https://t.co/0yJLFOPYGH pic.twitter.com/ghJXQ1ZIvL
— Finanza Sostenibile (@ItaSIF) 16 ottobre 2017
La Settimana Sri entra nel vivo
Questo tema è stato al centro del dibattito organizzato da Sella Gestioni giovedì 9 novembre, nella sua nuova sede al Fintech District di Milano. Dopo l’introduzione di Francesco Bicciato, segretario generale del Forum per la finanza sostenibile, la tavola rotonda ha visto il confronto tra l’amministratore delegato di Sella Gestioni Nicola Trivelli, Rodolfo Fracassi di MainStreet Partners e Marco Camoletto, responsabile analisi e sviluppo di Fondazione CRT. Parecchi gli interventi da parte del pubblico, che si è rivelato particolarmente sensibile al tema.
La Settimana Sri, il più importante appuntamento in Italia in materia di finanza responsabile, ha preso il via l’8 novembre alla Camera dei Deputati con la presentazione della ricerca sui risparmiatori responsabili in Italia. Martedì 14 novembre, invece, appuntamento al Palazzo delle Stelline di Milano con il Salone Sri organizzato da EticaNews. Il programma completo della settimana si può consultare nel sito del Forum per la finanza sostenibile.
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