Le novità introdotte dal governo per contenere la pandemia in Italia, a partire dal green pass rafforzato, o super green pass.
La solidarietà europea durante il coronavirus
Durante l’emergenza coronavirus, i paesi dell’Unione europea si sono fatti avanti, aiutandosi a vicenda in quello spirito di solidarietà che da sempre li contraddistingue.
Solidarietà. Una parola su cui l’Unione europea ha basato tutta la sua esistenza, fin dai primi giorni. Un sentimento di aiuto reciproco e di fratellanza che l’Europa sta dimostrando anche durante l’emergenza sanitaria scatenata dall’epidemia di coronavirus, responsabile della malattia Covid-19. È proprio questa solidarietà che la Rappresentanza a Milano della Commissione europea vuole celebrare in un video, un ringraziamento a tutti coloro che durante la crisi non si sono tirati indietro e hanno teso la mano all’Italia e agli altri paesi maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria.
Solidarietà e unità sono le parole europee di questa crisi
“Penso che questa emergenza ci faccia scoprire due parole chiave: solidarietà e unità – ci ha raccontato Massimo Gaudina, capo della rappresentanza a Milano della Commissione europea –. Uniti si può affrontare meglio problemi transnazionali. Anche se passa il messaggio che non ci sia stata solidarietà verso l’Italia, non è vero. Bisogna credere nella solidarietà e non alla tanta disinformazione che sta circolando”.
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Se è vero che nei primi giorni d’emergenza alcuni paesi dell’Ue hanno esitato ad offrire un aiuto all’Italia, è altrettanto vero che sono tanti i paesi europei che, passata la prima fase di assestamento, hanno inviato materiale sanitario, personale medico o hanno preso in cura pazienti italiani nelle terapie intensive dei loro ospedali.
Istantanee di solidarietà europea verso l’Italia
“La solidarietà europea ha ricevuto meno visibilità rispetto agli aiuti inviati da paesi extra-Ue, ma non è stata meno importante: penso all’invio di ventilatori, di medici e infermieri, da Romania, Germania, Polonia, persino a un ospedale da campo inviato in Lombardia dalla Danimarca”, ha commentato Gaudina.
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Infatti, all’interno dell’Unione sono tanti i paesi che hanno aiutato l’Italia nella comune lotta contro il coronavirus. Germania, Lituania, Francia, Austria, Slovacchia e Danimarca hanno offerto dispositivi medici, ventilatori e mascherine. Germania, Lussemburgo e Austria non si sono tirati indietro e hanno accolto pazienti italiani nelle loro terapie intensive. Romania, Polonia e Norvegia hanno inviato i loro medici e infermieri per aiutare il personale italiano a far fronte a una situazione ospedaliera molto delicata. E questi sono solo alcuni degli innumerevoli esempi di nazioni europee che sono andate oltre ai loro confini nazionali e politici e hanno teso la mano verso gli altri paesi.
Un aiuto contro le conseguenze del coronavirus
Nel corso di questa emergenza sanitaria è stato anche attivato il meccanismo europeo di protezione civile (RescEu), attraverso il quale sono arrivati in Italia mascherine e altri dispositivi di protezione individuale.
L’Europa stessa ha stanziato finanziamenti per la ricerca scientifica, fondi per l’economia, un sostegno a chi è in difficoltà. Un aiuto concreto alle regioni e ai paesi più colpiti, perché è la storia ad insegnarci che solo la solidarietà ci fa andare avanti.
“Dobbiamo ricordarci che l’Unione europea è nata all’indomani della guerra – ha concluso Gaudina –. Ha fatto dei passi avanti enormi dopo essersi confrontata con dei grossi shock e quindi si spera che anche dopo uno shock come questo possa nascere un’Europa ancora più unita e ancora più forte”.
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