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Sostenibilità Ikea: anche nei negozi di Bari e Brescia
Prosegue il tour di Ikea Italia per presentare il suo report di sostenibilità, giunto al 10° anno consecutivo, in tutte le città in cui è presente. Venerdì 13 la presentazione è avvenuta all’interno dell’antico Fortino di Sant’Antonio Abate, a Bari Vecchia, di fronte a numerosi studenti della facoltà di economia. I risultati di sostenibilità di
Prosegue il tour di Ikea Italia per presentare il suo report di sostenibilità, giunto al 10° anno consecutivo, in tutte le città in cui è presente. Venerdì 13 la presentazione è avvenuta all’interno dell’antico Fortino di Sant’Antonio Abate, a Bari Vecchia, di fronte a numerosi studenti della facoltà di economia.
I risultati di sostenibilità di Ikea Bari
Il negozio di Bari è ricoperto da 6.836 pannelli fotovoltaici, che coprono in media il 10% del fabbisogno (il resto è assicurato da altre forniture da fonti rinnovabili). L’efficienza energetica è tra le più elevate degli store italiani (112 kWh/mq). Il trattamento dei rifiuti ha raggiunto l’88% di corretta differenziazione e conseguente recupero dei materiali.
I progetti socio-ambientali di Ikea Bari
Sono diversi i progetti di collaborazione tra Ikea Bari e realtà locali con finalità sociali e ambientali, come quella con il Comune di Bari e l’Amiu Puglia per il concorso Chi differenzia ci ri-guadagna, per l’incentivazione e la promozione della raccolta differenziata nell’area metropolitana. I cittadini baresi iscritti al concorso, che conferiscono i rifiuti differenziati presso i centri di conferimento Amiu, potranno infatti scegliere di ricevere come premio uno o più buoni spesa Ikea del valore di 5 euro.
L’assessore all’Ambiente e sport del Comune di Bari, Pietro Petruzzelli, ha raccontato di come 400 bambini delle scuole locali abbiano passato un’intera giornata nello store facendo attività educative ai comportamenti ecologici quotidiani; nonché di come Ikea abbia messo a disposizione una delle sue nuovissime biciclette (verranno messe in vendita da agosto) da donare a un partecipante allo European Cycling Challenge che dal 1° al 31 maggio avrà percorso almeno 15 chilometri in bici, nell’ambito della sfida tra città europee sull’uso della bicicletta per gli spostamenti urbani.
Un cenno è stato poi fatto a un’iniziativa i cui dettagli verranno svelati nei prossimi giorni e che vede come partner le Ferrovie Appulo Lucane per la riqualificazione di un tratto degradato di ferrovia, anche attraverso la street art dei writers.
Il mondo accademico era presente, oltre che con gli studenti, con Roberta Pace, docente di demografia economica presso l’università di Bari, che ha commentato positivamente i risultati concreti raggiunti da Ikea rispetto ai propri impegni verso una maggiore sostenibilità.
L’assessore al welfare del Comune di Bari, Francesca Bottalico, ha poi raccontato della cena di solidarietà a favore dei senza fissa dimora, ospiti del ristorante Ikea. Le stesse persone sono state oggetto di un’altra campagna, “Riscalda la notte”, promossa dall’associazione di volontariato InConTra e da Ikea Bari.
I volontari e i dipendenti Ikea hanno raccolto e selezionato le coperte usate donate dai clienti per aiutare i senza dimora baresi ad affrontare il freddo dell’inverno. Dal 1° al 21 ottobre, infatti, è stato possibile consegnare una coperta ed avere in cambio un buono Ikea del valore di 10 euro. Quest’anno le coperte raccolte sono state 2410, senza considerare quelle donate liberamente senza il rilascio alcun buono.
Infine, Mariella De Napoli, presidente di Aipd Bari ha raccontato dell’inserimento di un ragazzo Down nel negozio barese, dove lavora al fianco degli altri colleghi e in contatto col pubblico, in un percorso di acquisizione della propria autonomia, anche economica.
Ikea Brescia, una lunga storia da raccontare
La presenza di Ikea nella città lombarda l’ha vista cambiare già una sede nel corso degli anni. La prima, abbastanza vicina al centro, è stata completamente smontata e rimossa, senza praticamente lasciar tracce. La seconda, a Roncadelle, ha costretto il colosso svedese ad una lunga opera di bonifica del terreno, dove precedentemente sorgeva un’altra industria. Ora, accanto al negozio Ikea, sta per nascere un centro commerciale che dovrebbe aprire ad ottobre (145 negozi).
Mercoledì 18 maggio Ikea Brescia ha presentato il suo bilancio sociale in un locale particolare: il 21 grammi della cooperativa Big Bang, cui Ikea Brescia ha fornito parte dell’arredamento. In questo locale lavorano alcuni ragazzi con sindrome di Down.
La sostenibilità di Ikea Brescia
Nello store di Roncadelle, in cui sono stati installati 6.709 pannelli fotovoltaici, il consumo di acqua è stato ridotto a 7 litri per visitatore (erano 8 nel 2014), ed è stata raggiunta quota 94% di raccolta differenziata. Quest’ultimo obiettivo è stato conseguito anche per merito della cooperativa Cauto che opera all’interno del negozio per il recupero dei materiali “e delle persone”, come dice Francesco Venturi, visto che almeno il 30% del loro personale appartiene a categorie “in difficoltà”. Venturi sottolinea quanto si sentano accolti all’interno di Ikea, e riescano a lavorare bene.
I progetti sociali di Ikea Brescia
Oltre a quello accennato poc’anzi, c’è un altro progetto per l’inserimento nel mondo del lavoro di persone (provenienti da altri paesi europei) in condizioni in difficoltà; il partner è la cooperativa Tempo Libero i cui rappresentanti hanno detto di apprezzare la comunicazione semplice e diretta con il personale Ikea per gestire a portare a buon fine questi tirocini.
Altri tirocini sono volti all’acquisizione di autonomia per persone con disabilità in collaborazione con la cooperativa La Mongolfiera Onlus. In particolare da due anni e mezzo un ragazzo Down sta lavorando nella cucina del ristorante Ikea. Il rappresentante della cooperativa sottolinea come Ikea abbia accolto Francesco (questo il nome del ragazzo) in un’ottica formativa, non come “parcheggio” dove relegarlo.
Infine, il responsabile del personale del negozio di Brescia, Jason Passmore Cox, sottolinea come i 264 collaboratori diretti siano stati sottoposti a 7.655 ore di formazione, pari al 2% delle ore lavorate, contro una media generale delle imprese italiane dell’1,4%.
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