La manovra all’interno della legge di bilancio prevede una riduzione del 75% delle risorse destinate al miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano.
Le montagne si innalzano sopra di noi, ma sono invisibili nei programmi educativi. Imparare a gestire meglio le nostre risorse montane è essenziale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e assicurare un futuro alle popolazioni del mondo.
Nel mondo, più di un miliardo di persone vive in aree montane ma tutti noi dipendiamo dalle montagne e dalle risorse che ci danno, tra cui acqua, cibo, energia, biodiversità e lavoro. Per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, è indispensabile proteggere e conservare gli ecosistemi montani, migliorando la qualità della vita alle persone che le abitano.
Trasformare interessi che sembrano andare in direzioni opposte in una visione condivisa è essenziale per una gestione efficace delle risorse montane. E su questo aspetto entra in gioco l’educazione alla sostenibilità.
Ghanshyam Pande lavora per promuovere lo sviluppo sostenibile delle comunità montane, principalmente negli stati himalayani dell’India. Come coordinatore del programma dell’Istituto centrale himalayano per la natura (Chinar), è uno dei 32 studenti di 25 paesi che si sono iscritti a un corso nelle Alpi italiane sulla gestione sostenibile delle montagne.
Leggi anche: Perché abbiamo bisogno delle aree montane per uno sviluppo sostenibile
Il Programma internazionale di ricerca e formazione sulla gestione sostenibile delle aree montane (Ipromo), offre un corso organizzato ogni estate dal segretariato della Mountain partnership – che fa parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) – insieme con l’Università di Torino e l’Università della Tuscia.
“This year’s IPROMO course has 33 participants from 25 countries and instructors from 10 countries focusing on how a #landscape approach can support #sustainable mountain development.” #FAO‘s @rosalauraromeo https://t.co/IYj0irzmmu #MountainsMatter #IPROMO2019 pic.twitter.com/lfMBKGH11r
— FAO Forestry (@FAOForestry) 2 luglio 2019
Dal 2007, circa 400 persone provenienti da diversi paesi hanno raggiunto l’Italia per partecipare a questo corso, che è stato progettato per rafforzare le capacità di professionisti e ricercatori provenienti da paesi che appartengono alla Mountain partnership. Questo partenariato mira a proteggere gli ecosistemi di montagna, migliorando allo stesso tempo il benessere sociale ed economico delle popolazioni che vi abitano, molte delle quali sono tra le più vulnerabili del mondo.
Mentre i partecipanti provengono da diversi paesi, molti condividono preoccupazioni e sfide simili, come i cambiamenti climatici, la deforestazione, l’estrazione mineraria, l’agricoltura non sostenibile e l’insicurezza alimentare che flagella le montagne dei paesi in via di sviluppo.
Il corso di quest’anno si offre strumenti e crea competenze sull’approccio paesaggistico integrato per la gestione delle risorse montane. Questo approccio riconosce che le montagne sono vasti paesaggi transfrontalieri e che lo sviluppo di politiche e pratiche sostenibili richiede una visione sistematica delle diverse situazioni, esigenze e obiettivi delle persone, delle istituzioni e dei settori che più si affidano alle montagne.
Le lezioni di Ipromo affrontano temi come la conservazione dell’ambiente, la gestione delle risorse idriche, la creazione di reddito e la sicurezza alimentare, con moduli su argomenti specifici come biodiversità e suolo per la resilienza in montagna, tecnologie per la gestione delle acque, gestione dei rischi e miglioramento delle capacità di comunicazione. Il corso esamina anche casi di studio legati alla politica di conservazione della silvicoltura in Costa Rica e in Messico; è prevista inoltre una visita sul campo alle comunità montane italiane.
Come il suo collega himalayano, Gilbert Muvunankiko del Ruanda rappresenta una ong che lavora con le comunità montane ed ha anche lui aderito al corso Ipromo di quest’anno. Di ritorno a casa, sarà coinvolto nella Albertine rift conservation society (Arcos), che si occupa di promuovere progetti sul campo a livello regionale.
Il corso pone particolare enfasi sull’importanza di coinvolgere direttamente le comunità locali nella gestione degli ecosistemi e delle economie montane, in stretta collaborazione con le autorità. Promuove inoltre l’accesso sia all’innovazione che alle conoscenze tradizionali, inclusa quella delle popolazioni indigene.
La visita sul campo in Valle d’Aosta, in collaborazione con l’Institut agricole régional e il Comune di Gressoney la Trinité, consente ai partecipanti di vedere vari esempi di gestione sostenibile delle risorse montane e imparare direttamente dagli agricoltori e imprenditori locali.
Con la data prevista per il raggiungimento degli SDGs a poco più di dieci anni di distanza, la formazione legata alla montagna è urgente. Le idee, le informazioni e le tecnologie pro-montagna che possono essere acquisite in classe per essere poi utilizzate in montagna possono e devono aiutare a velocizzare i progressi verso l’attuazione dell’Agenda 2030 e degli SDGs, in particolare l’obiettivo 15.4 (protezione degli ecosistemi montani).
Queste occasioni di studio e formazione fanno molto più che fornire nozioni. Mettono insieme le persone, aiutano gli esperti, le organizzazioni e le comunità a costruire reti per condividere conoscenze e idee, aumentando così le loro opportunità di proteggere gli ecosistemi montani e migliorare la vita non solo di chi vi abita ma di tutti noi che dipendiamo dalle montagne per l’acqua e molto altro anche se non lo sappiamo.
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