Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
G20, Stati Uniti e Cina ratificano l’Accordo di Parigi
Stati Uniti e Cina hanno ratificato l’Accordo di Parigi. La notizia arriva da Hangzhou in Cina, dove è in corso il G20. I leader dei due paesi hanno infatti consegnato a Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, i documenti contenenti la dichiarazione d’intenti. Una notizia storica, visto che i due paesi messi insieme producono
Stati Uniti e Cina hanno ratificato l’Accordo di Parigi. La notizia arriva da Hangzhou in Cina, dove è in corso il G20. I leader dei due paesi hanno infatti consegnato a Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, i documenti contenenti la dichiarazione d’intenti.
Una notizia storica, visto che i due paesi messi insieme producono più del 39 per cento delle emissioni di CO2 totali.
“Non si tratta di una battaglia che ogni singolo paese per quanto potente può fare da solo”, ha dichiarato il presidente Obama in una nota rilasciata dallo staff della Casa Bianca. “Un giorno potremo vedere tutto ciò nel momento in cui finalmente decideremo di salvare il pianeta”.
“We’re leading by example” – @potus on US & China ratifying Paris climate change deal https://t.co/CeFwrWfd21 https://t.co/sfWJojCaWN
— BBC Breaking News (@BBCBreaking) 3 settembre 2016
Anche da parte del Congresso nazionale dei rappresentanti del popolo, è arrivata la notizia della storica firma: i legislatori infatti hanno votato “la proposta di ratificare l’Accordo di Parigi”, si legge in una nota.
“Si tratta di un segnale molto forte per tutto il pianeta. Gli impegni presi nel dicembre 2015 a Parigi si stanno trasformando da semplici accordi ad azioni concrete, e l’entrata in vigore del trattato è ora molto più vicina”, ha dichiarato Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. “L’annuncio odierno non deve però essere visto come un punto di arrivo, l’Accordo di Parigi deve infatti rappresentare un punto di partenza per i prossimi negoziati mondiali sul clima, non il raggiungimento di un obiettivo” conclude Onufrio.
“La ratifica dell’accordo raggiunto alla Cop21 di Parigi da parte di Stati Uniti e Cina segna un passaggio storico nell’azione di contrasto ai cambiamenti climatici e verso la trasformazione in senso sostenibile del modello economico globale. Nella cornice dell’ambizioso impegno europeo, l’Italia è a lavoro per definire la sua legge di ratifica, con l’obiettivo di trasmetterla entro settembre alle Camere e di poter completare l’iter parlamentare nel più breve tempo possibile”, hanno scritto in una nota congiunta il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
Cosa prevede l’Accordo di Parigi
L’adozione del testo finale dello scorso dicembre, durante la Cop 21, prevede che i paesi firmatari si impegnino nel limitare l’aumento della temperatura globale del pianeta al di sotto dei 2 gradi centrigradi, e di “proseguire gli sforzi per tentare di non superare gli 1,5 gradi”. Tra gli altri anche gli impegni da parte degli Stati per “raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile” per arrivare a “rapide riduzioni dopo quel momento” e raggiungere “un equilibrio tra le emissioni da attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda meta’ di questo secolo”.
Chi ha ratificato fino ad oggi
Ad oggi, 3 settembre 2016, sono 180 i paesi firmatari. Di questi, 26 stati hanno depositato gli strumenti di ratifica, di accettazione o di approvazione. Firme che rappresentano in totale il 39,06 per cento del totale delle emissioni globali di gas a effetto serra. Perché entri in vigore dovranno aderire almeno 55 paesi raggiungendo la quota del 55 per cento di emissioni globali.
“Così come credo che l’Accordo di Parigi alla fine si rivelerà un punto di svolta per il nostro pianeta – conclude Obama – la storia giudicherà gli sforzi di oggi come fondamentale”.
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