La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Grazie ai crescenti sforzi del governo, nel 2019 il numero di rinoceronti uccisi è calato a 594, contro i 769 del 2018.
In tutto il mondo i rinoceronti sono minacciati dal bracconaggio e potremmo presto perdere, per sempre, due delle cinque specie esistenti. Negli ultimi anni, tuttavia, sono stati fatti dei timidi passi avanti e il numero di rinoceronti è passato dai 21mila di dieci anni fa agli attuali 27.300.
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Il numero di animali vittime della caccia di frodo, seppur ancora insostenibile, è, almeno in Sudafrica, fortunatamente in calo. Lo ha riferito in un comunicato il dipartimento dell’Ambiente, della silvicoltura e della pesca sudafricano.
Il punto più basso è stato toccato nel 2015, quando in Sudafrica 1.175 rinoceronti furono vittime dei bracconieri. Da allora il numero è in calo anno dopo anno. Nel 2018 gli animali uccisi per il loro corno furono 769, mentre nel 2019 sono stati uccisi 594 rinoceronti. Rallegrarsi per il fatto che siano stati uccisi “solo” 594 rinoceronti è francamente impossibile, è tuttavia evidente il miglioramento del trend e il maggiore impegno del Paese nel tutelare la propria fauna selvatica.
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Il calo di rinoceronti vittime dei cacciatori di frodo è dovuto a una combinazione di misure, tra cui l’impiego di tecnologie più sofisticate che permettono di ridurre il tempo di reazione in caso di episodi di bracconaggio, una migliore raccolta e condivisione di informazioni tra le forze dell’ordine, una migliore cooperazione regionale e nazionale e un coinvolgimento più significativo del settore privato e delle ong.
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“Il calo del bracconaggio per cinque anni consecutivi è il riflesso del lavoro diligente di uomini e donne che ogni giorno mettono in pericolo la propria vita per proteggere i rinoceronti, spesso entrando in contatto diretto con spietati bracconieri”, ha affermato il ministro dell’Ambiente, della silvicoltura e della pesca del Sudafrica, Barbara Creecy.
Per ridurre ulteriormente i crimini contro la fauna selvatica, il governo sudafricano ha annunciato l’adozione, prevista per la prima metà del 2020, della strategia chiamata National integrated strategy to combat wildlife trafficking (Niscwt). La Niscwt prevede un approccio multidisciplinare e amplia le possibilità di combattere il traffico di specie selvatiche, non solo il bracconaggio di rinoceronti.
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“Poiché il traffico di fauna selvatica costituisce una forma altamente sofisticata di grave crimine organizzato transnazionale che minaccia la sicurezza nazionale, l’obiettivo è quello di stabilire un quadro strategico integrato per un approccio basato sull’intelligence, multidisciplinare e consolidato, per focalizzare le risorse e dirigere le forze dell’ordine, supportate dal governo e dalla società”, ha dichiarato il ministro sudafricano.
Anche il numero di elefanti vittime di bracconaggio è diminuito in Sudafrica, passando dai 71 pachidermi abbattuti nel 2018, ai 31 del 2019. Lo scorso anno le forze dell’ordine hanno arrestato, solo nel parco nazionale di Kruger, 178 presunti bracconieri. Mentre a livello nazionale sono stati effettuati complessivamente 332 arresti, tra bracconieri e trafficanti di corni.
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