L’albero potrebbe avere fino a mille anni, ma è stato scoperto solo dal 2009, dopo la segnalazione di una band della zona, che ora gli dedicherà un brano.
La regina dell’avorio condannata a 15 anni di carcere per il traffico di elefanti, finalmente
La cinese Yang Feng Glan, arrestata nel 2015, era al vertice di un’organizzazione criminale responsabile del traffico internazionale illegale di avorio.
Sono passati oltre tre anni da quando Yang Feng Glan, donna cinese di 69 anni, fu arrestata in Tanzania, con l’accusa di aver contrabbandato, tra il 2000 e il 2014, 860 zanne di elefante per un valore di 5,6 milioni di dollari. La donna era una delle principali trafficanti di avorio che operava in Africa ed era soprannominata la “regina dell’avorio”. Huruma Shaidi, magistrato del tribunale di Kisutu, ha riconosciuto la sua colpevolezza, condannando Yang Feng Glan e i suoi due complici a scontare quindici anni di carcere, a cui saranno aggiunti due anni di prigione se non pagheranno una multa da 2,8 milioni di sterline, ovvero il doppio del valore di mercato delle zanne di elefante. Tutti e tre gli imputati hanno presentato ricorso per la sentenza.
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Un segnale importante
Carcere e multa non ci restituiranno naturalmente gli oltre 400 elefanti africani massacrati per ottenere le loro preziose zanne, contribuendo ulteriormente al declino di questa specie, che in appena cinque anni, tra il 2009 e il 2014, in Tanzania ha perso oltre il 60 per cento degli esemplari. La sentenza testimonia però la volontà del Paese africano di combattere il bracconaggio e preservare la propria biodiversità. “È una condanna altamente significativa”, ha commentato Tom Milliken, responsabile del monitoraggio del commercio illegale di avorio per la Cites. Avrebbe voluto invece una pena più severa Reuters Amani Ngusaru, direttore del Wwf. “Non è una punizione sufficiente per le atrocità commesse, essendo responsabile del bracconaggio di migliaia di elefanti in Tanzania”.
La condanna della Cina
La corte tanzaniana ha sentenziato che Yang Feng Glan “ha intenzionalmente organizzato, gestito e finanziato un racket criminale raccogliendo, trasportando o esportando e vendendo illegalmente avorio”. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Geng Shuang, ha appoggiato la sentenza sostenendo che la Cina ha ferree leggi sulla protezione della fauna in via di estinzione. “Non proteggiamo le attività illegali dei cittadini cinesi e sosteniamo le indagini e l’applicazione della legge da parte delle autorità tanzaniane”. La nazione asiatica ha però un ruolo importante nel declino delle popolazioni elefante, essendo il più grande consumatore mondiale di avorio del mondo, nonostante lo storico recente divieto sulla compravendita di avorio.
Un monito per i bracconieri
La condanna della “regina dell’avorio” e dei suoi complici, è comunque un segnale che la Tanzania manda ai bracconieri: state alla larga dagli elefanti. Se le condanne per bracconaggio non sono così infrequenti, è però raro che vengano condannati, anziché gli esecutori materiali, i mandanti degli atti di bracconaggio. La condanna di persone al vertice della catena criminale rappresenta dunque un passo fondamentale nella lotta al contrabbando di avorio.
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