La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Le dighe sono state rimosse dai fiumi Cogilnik e Sarata, nell’ambito di un ampio progetto di rewilding.
Il delta del Danubio si estende su una superficie di quasi 600mila ettari ed è l’area umida più grande d’Europa. L’area ospita una straordinaria biodiversità, composta perlopiù da uccelli acquatici, come due specie di pellicani, e, soprattutto pesci: in nessun’altra zona europea ne vivono così tante specie. Anche preziosi mammiferi, come castori e sciacalli dorati, stanno tornando a colonizzare questi luoghi.
Leggi anche: Selvaggi, la speranza del rewilding per un mondo migliore
Si tratta di una delle aree meno popolate del Vecchio continente e rappresenta pertanto un’opportunità unica per ripristinare alcuni dei suoi ecosistemi degradati a causa dell’impatto umano. Proprio questo è l’obiettivo di Rewilding Europe, organizzazione nata per restaurare gli ecosistemi europei. Nell’ambito dell’ampio progetto di rinaturalizzazione, l’organizzazione ha rimosso dieci vecchie dighe nell’area ucraina del delta del Danubio, per permettere alla natura di riprendersi i suoi spazi.
Rewilding rivers! The Ukrainian part of the @RewildingDD area has just become a little wilder, with 10 dams removed on the Kogilnik and Sarata Rivers. https://t.co/fG6cfKaJlp #DamRemovalEurope #rewilding #crowdfunding #wildernature
— Rewilding Europe (@RewildingEurope) 25 novembre 2019
Le dighe sorgevano sui fiumi Cogilnik e Sarata e la loro rimozione, oltre a favorire animali e piante, dovrebbe offrire vantaggi economici alle comunità locali. La rimozione delle dighe, che per decenni hanno irrimediabilmente alterato gli ecosistemi fluviali, dovrebbe rivitalizzare rapidamente i fiumi, ripristinare i processi naturali, sostenere il ritorno delle specie selvatiche e sostenere lo sviluppo delle economie locali basate sull’ambiente.
L’operazione è stata finanziata dall’organizzazione conservazionista Endangered landscapes programme e da una campagna di crowdfunding coordinata dal Wwf olandese. “È bello vedere di nuovo scorrere liberamente questi fiumi – ha commentato Mykhailo Nesterenko, direttore esecutivo di Rewilding Ucraina -. Per molti anni queste dighe obsolete hanno avuto un impatto negativo su popolazioni ittiche, altri animali selvatici e persone. Questo progetto di rimozione, che aiuterà significativamente i nostri sforzi di rigenerazione del delta, può fungere da modello”.
Le dighe, ha spiegato Rewilding Europe in un comunicato, “hanno un dannoso effetto ambientale interrompendo le vie migratorie dei pesci, bloccando il trasporto di sedimenti e frammentando gli habitat”. La rimozione delle dieci dighe determinerà la creazione di circa 20 chilometri di nuovo habitat lungo i due fiumi, che nascono in Moldavia e giungono nella laguna di Sasyk, nella parte ucraina del delta del Danubio. Ringrazia sentitamente una vasta gamma di animali selvatici che trarrà grandi benefici dal progetto, come lontre, rane, carpe e un’infinità di uccelli, sia stanziali che migratori.
“Questo progetto andrà a beneficio di una vasta gamma di animali selvatici, ma soprattutto di pesci – ha affermato Alexander Voloshkevich, direttore della Riserva della biosfera del Danubio -. La rimozione delle dighe migliorerà il flusso del fiume, rivitalizzando la vegetazione locale che funge da terreno di riproduzione. Più pesce è ovviamente una buona notizia per i pescatori”. La migliore canalizzazione delle acque, non più ostacolate dalle dighe, aumenterà inoltre le aree idonee al pascolo del bestiame e ridurrà i rischi di alluvioni.
Lo scorso maggio, sempre nella parte ucraina del delta del Danubio, Rewilding Europe aveva introdotto una piccola mandria di bufali d’acqua (Bubalus bubalis) sull’isola di Ermakov, sperando che i grandi erbivori potessero contribuire a ripristinare le zone umide.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Il 21 ottobre è iniziata in Colombia la Cop16, la conferenza delle Nazioni Unite per tutelare la biodiversità del nostro Pianeta.
L’Australia amplia la riserva marina delle isole Heard e McDonald, superando i suoi stessi obiettivi di tutela degli oceani.
Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.
I polpi lavorano in gruppo, ognuno con un ruolo ben preciso, per cacciare. Triglie e cernie sono gli “amici” più stretti.
Il Living planet report del Wwf testimonia che la crisi della biodiversità è reale e intrecciata alla crisi climatica. Ma possiamo invertire la rotta.