La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
La mandria di kulan contribuirà a rigenerare la steppa, mitigare il rischio di incendi e sarà un’ulteriore attrazione ecoturistica.
Fino a pochi secoli fa grandi mandrie di kulan (Equus hemionus kulan), una specie di asino selvatico, pascolavano nelle steppe di Europa orientale, Medio Oriente e Asia centrale, dal Mediterraneo a est della Mongolia. Questi animali modellavano attivamente l’ecosistema in cui vivevano brucando la vegetazione, calpestando e concimando il suolo. Negli ultimi duecento anni, però, le popolazioni di kulan hanno subito un grave declino a causa della caccia e della perdita di habitat, e il loro areale si è ridotto del 95 per cento.
Leggi anche: Selvaggi, la speranza del rewilding per un mondo migliore
Oggi la specie, classificata “in pericolo” nella Lista Rossa della Iucn, sopravvive solo in piccole popolazioni isolate in Turkmenistan, Kazakistan e Uzbekistan. In Ucraina il kulan è scomparso circa 300 fa, presto tornerà però a vagare libero nelle grandi distese erbose che costeggiano il Delta del Danubio.
Rewilding Europe, organizzazione nata per restaurare gli ecosistemi europei anche grazie alla reintroduzione della fauna estinta, ha infatti introdotto una mandria di kulan in una grande area recintata nella steppa di Tarutyns’kyj, una delle porzioni di steppa più vaste e meglio conservate dell’Ucraina.
Leggi anche: In Ucraina sono stati introdotti dei bufali per rinaturalizzare il delta del Danubio
Gli animali, otto maschi e dodici femmine provenienti dalla riserva della biosfera Askania-Nova nell’Ucraina meridionale, dove un piccolo branco è stato introdotto dal Turkmenistan, trascorreranno alcuni mesi nel recinto di acclimatazione di 31 ettari e saranno liberati nell’autunno di quest’anno o nella primavera del 2021.
Leggi anche: Ucraina, ora il delta del Danubio è ancora più selvatico: rimosse 10 vecchie dighe
L’obiettivo del progetto di reintroduzione è quella di creare una popolazione stabile a lungo termine, che conti tra i 250 e i 300 kulan entro il 2035 nell’area ucraina del Delta del Danubio.
Senza l’intervento dell’uomo la steppa sarebbe pascolata da grandi mandrie di erbivori, come kulan, antilopi saiga e cervi. La scomparsa di questi animali, soprattutto a causa della caccia, ha lasciato libera una nicchia ecologica che potrà essere nuovamente occupata dagli asini selvatici, la cui presenza avrà effetti positivi sull’intero ecosistema. Pascolando i kulan manterranno corta l’erba, a beneficio di altre specie, come la marmotta, e mitigando il rischio di incendi riducendo la vegetazione in eccesso.
Leggi anche: Come i bisonti ci salveranno dai cambiamenti climatici. La visione del Pleistocene Park
Forniranno inoltre nuove possibili prede ai predatori, come lupi e sciacalli dorati, mentre le carcasse di kulan sostenteranno gli animali spazzini, come avvoltoi e volpi. “Questo programma è davvero entusiasmante perché il kulan, che una volta era ampiamente distribuito in diverse parti d’Europa, può svolgere un ruolo di pascolo naturale vitale in ambienti asciutti e freddi”, ha spiegato Deli Saavedra, coordinatore dell’area di Rewilding Europe.
La presenza dei kulan rappresenterà inoltre un’ulteriore attrazione in chiave ecoturistica, a beneficio delle comunità locali, consentendo di sviluppare il turismo basato sulla natura.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Il 21 ottobre è iniziata in Colombia la Cop16, la conferenza delle Nazioni Unite per tutelare la biodiversità del nostro Pianeta.
L’Australia amplia la riserva marina delle isole Heard e McDonald, superando i suoi stessi obiettivi di tutela degli oceani.
Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.
I polpi lavorano in gruppo, ognuno con un ruolo ben preciso, per cacciare. Triglie e cernie sono gli “amici” più stretti.
Il Living planet report del Wwf testimonia che la crisi della biodiversità è reale e intrecciata alla crisi climatica. Ma possiamo invertire la rotta.