La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Le cure verso i figli non sono una prerogativa della nostra specie, molti altri animali adottano comportamenti per promuovere lo sviluppo della prole. Ecco le mamme più amorevoli del mondo animale.
C’è chi trasporta i propri piccoli sulla schiena, chi crea un branco a misura di cucciolo, chi compie lunghe traversate per sfamare i pulcini, in ogni caso la mamma è sempre la mamma e fa di tutto per proteggere la prole. Numerose specie sono in grado di adottare comportamenti straordinari per difendere, nutrire e allevare i propri piccoli, ricordandoci ancora una volta che in fondo non siamo così diversi dagli altri animali con cui condividiamo il Pianeta. Il 9 maggio si celebra la festa della mamma, scopriamo alcune delle mamme più premurose del regno animale.
La famiglia Dendrobatidae comprende alcune delle rane più spettacolari esistenti, caratterizzate da colori brillanti e da un’elevata tossicità. A differenza degli altri anuri, che depositano centinaia di uova e puntano sulla grande quantità di prole, queste piccole rane depongono solo poche uova alla volta. Offrono però notevoli cure parentali alla progenie, le mamme di diverse specie, come i dendrobati pigmei (Oophaga pumilio) del centro America, trasportando sulla schiena i girini, depositando ciascuno al sicuro dentro il fiore di una Bromeliacea pieno d’acqua, provvedendo poi alla nutrizione giornaliera a base di uova non fecondate.
Uno dei legami più forti tra madre e figlio in natura è quello che si instaura tra una mamma orango e il suo piccolo. Per i primi due anni di vita il cucciolo dipende totalmente dalla madre per il cibo e il trasporto. I giovani oranghi restano con le madri per sei o sette anni, imparando così dove trovare il cibo e come costruirsi un giaciglio sicuro. Anche quando sono ormai cresciute le femmine sono solite tornare a trovare le proprie madri fino all’età di 15 o 16 anni.
Le mamme elefante partoriscono i cuccioli più grandi tra gli animali terrestri (circa 120 chili!) e hanno il periodo di gestazione più lungo tra i mammiferi, che dure quasi due anni. Le elefantesse allattano i piccoli fino a sei anni dalla loro nascita, per fortuna possono contare sull’aiuto dell’intero branco, gli elefanti vivono infatti in una società matriarcale, le altre femmine aiutano le madri nel processo di formazione insegnando ai piccoli come procacciarsi il cibo.
Se ci si soffermasse sulle apparenze l’alligatore potrebbe non sembrare un animale particolarmente dolce. Le femmine sono invece mamme amorevoli e attente, dopo aver costruito il nido tra la vegetazione vi ripongono i piccoli custodendoli al sicuro tra le fauci. Durante il primo anno di vita la mamma non perderà mai di vista i figli che sotto il suo sguardo impareranno a cacciare pesci, insetti, lumache e crostacei.
Questi grandi cefalopodi (Enteroctopus dofleini) si dedicano anima e corpo nella difesa della prole. Dopo aver deposto quasi 200mila uova la mamma polpo le monitora costantemente durante il primo mese, rischiando perfino di morire di fame. L’animale si indebolisce a tal punto che spesso, dopo che le uova si sono schiuse e i piccoli polpi possono iniziare la loro vita, cade vittima di predatori.
Bizzarri e variopinti uccelli i buceri di Sulawesi (Aceros cassidix) mettono in campo una grande determinazione per proteggere i pulcini dai predatori. Il nido viene realizzato all’interno delle cavità degli alberi e viene poi “murato” con un misto di fango, frutta e feci, lasciando solo un piccolo spiraglio attraverso cui far passare il cibo. La mamma resta nel nido per tutto il periodo di incubazione che dura due mesi, ignorando la fame per proteggere i suoi piccoli.
Quando si parla di cure parentali si pensa immediatamente ai mammiferi, anche i ragni possono però essere genitori irreprensibili e adottare comportamenti che di solito si osservano in animali superiori. I ragni appartenenti al genere Lycosidae, ad esempio, trasportano inizialmente il “sacco” che contiene le uova sotto l’addome, quando i piccoli nascono si trasferiscono sul dorso della madre, dove vengono scarrozzati al sicuro dai pericoli.
Ultimo aggiornamento: 8 maggio 2021
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