Dove sono andate per portare una petizione contro il riscaldamento globale e per la protezione dei migranti climatici.
Le storie dietro ai cartelli della più grande mobilitazione per il clima
Ogni cartello, un volto. Ogni volto, una storia. Chi sono i giovani, e non, che hanno marciato in nome del Pianeta durante il terzo sciopero globale per il clima.
7,6 milioni di persone di ogni età, nazionalità, religione o appartenenza sociale hanno unito le proprie forze e le proprie voci e hanno marciato sotto un’unica bandiera: quella del Pianeta. Sono le 7,6 milioni di persone che durante tutta la Climate action week, la settimana di mobilitazione per il clima che si è conclusa il 27 settembre con il terzo sciopero globale, hanno riempito le strade, le piazze e bloccato intere città dando vita alla più grande dimostrazione ambientale mai organizzata nella storia. Chiedendo una cosa: azione per la giustizia climatica. Perché l’emergenza ambientale e climatica a cui ci troviamo di fronte riguarda tutti, al di là di confini, muri e barriere.
Ci rifiutiamo di studiare il passato se non abbiamo il futuro. Gaia, 17 anni, e Marta, 18 anni
I volti e le storie di chi sciopera per il clima
A dimostrarlo è questo movimento, che ha finalmente preso vita crescendo in ogni angolo del mondo ed è diventato inarrestabile e dirompente, come un fiume in piena che, quando schiacciato, corre ancor più veloce.
Sono qui per salvare il mondo. Dafne, 6 anni
Ma dietro la folla, le urla collettive, i cartelli e gli striscioni, ci sono gli individui. Ognuno con la propria storia, la propria motivazione che li ha spinti, e ancora li spingerà, ad afferrare il proprio cartello e a varcare la soglia – non di scuola, non del lavoro – ma dell’azione. A Milano, durante lo sciopero, abbiamo incontrato bambini, studenti, maestre e adulti, gli abbiamo chiesto di posare per noi, raccontandoci cosa li ha portati fin qui.
Un movimento planetario
Per qualcuno, questo terzo sciopero globale per il clima, è stato l’ennesimo venerdì in piazza per chiedere azione ai leader del mondo. Ma c’è per chi ha invece rappresentato il primo passo nella presa di coscienza della propria volontà di agire nel caos della questione climatica attuale, e di fare la differenza.
Sono una professoressa. I miei ragazzi sono qua in autonomia e io sono qui per loro. È il mio primo sciopero, non è mai troppo tardi. Micaela, 45 anni
Ognuna di queste persone ha contribuito a rendere questa grande mobilitazione planetaria vera, e le motivazioni alla base – spesso contestate – reali. Ognuno di loro è il volto dietro ai numeri che per alcuni sono stati inaspettati ma, in realtà, sono attesi da tempo.
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Tutti, nessuno escluso, sono la conferma del fatto che ormai la strada è stata imboccata, che non si torna indietro, perché come ha detto qualcuno, colei che questo movimento l’ha iniziato come un individuo, “il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no”. E ogni pensiero dietro a ogni slogan scritto è la consapevolezza che è da quando si posano i cartelli che inizia la vera rivoluzione.
Progetto fotografico a cura di Camilla Soldati, fotografie di Alba Russo
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