Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Con il 2019 si sta per concludere il decennio più caldo della storia
Gli ultimi dieci anni sono stati i più caldi di sempre e il 2019 è stato caratterizzato da fenomeni estremi che hanno colpito duramente la popolazione e gli ecosistemi. I dati dell’Organizzazione meteorologica mondiale in occasione della Cop 25 a Madrid.
Il 2019 è stato un anno eccezionale, insolito. Poche volte come negli ultimi dodici mesi così tante persone, animali ed ecosistemi sono stati colpiti dagli effetti sempre più pesanti e frequenti dei cambiamenti climatici. E proprio mentre l’anno volge al termine arriva la conferma che il 2019 chiuderà un decennio di caldo eccezionale ed eventi estremi: questi ultimi dieci anni sono infatti stati i più caldi di sempre.
Il decennio più caldo della storia
Secondo i dati pubblicati dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) la temperatura media registrata tra gennaio e ottobre 2019 è stata di 1,1 gradi centigradi al di sopra dei livelli preindustriali (ovvero tra il 1850 e il 1900). Non a caso, ottobre è stato il più caldo mai registrato. Con questi dati alla mano, gli scienziati prevedono che il 2019 sarà anche il secondo o il terzo anno più caldo della storia – il primo rimane il 2016. E, in ogni caso, dagli anni Ottanta ogni decennio è stato più caldo del precedente, con un aumento di 0,1-0,2 gradi per decade.
Non siamo neanche lontanamente sulla giusta strada per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.Petteri Taalas, segretario generale Wmo
Con la pubblicazione dei dati in occasione della Cop 25 a Madrid, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in cui si stanno tirando le somme su ciò che è stato, non è stato e ancora deve essere fatto, il segretario generale della Wmo Petteri Taalas ha commentato che “se non intraprendiamo con urgenza azioni climatiche ora, andremo verso un aumento della temperatura di più di 3 gradi entro la fine del secolo, con effetti ancor più gravi sul benessere umani”. Taalas spiega che in questo momento, ancora, non ci stiamo avvicinando agli obiettivi per mantenere l’aumento della temperatura ben al di sotto dei 2 gradi entro la fine del secolo.
I fenomeni anomali del 2019
Ma non si tratta solo delle temperature. È di novembre la notizia che il 2018 ha registrato un nuovo record di CO2 nell’atmosfera, toccando le 407,8 parti per milione, un valore così elevato che l’ultima volta che è stato riscontrato fu tra 3 e 5 milioni di anni fa. E il 2019, di nuovo, ha registrato emissioni sempre in crescita, con un nuovo record: 36,8 miliardi di tonnellate di CO2.
Il rapporto della Wmo ci mostra che a ottobre 2019 si è registrato il livello dei mari più alto da quando sono iniziate le misurazioni altimetriche di precisione nel 1993, la temperatura degli oceani è in continuo aumento, raggiungendo livelli quasi da record, così come l’acidificazione degli oceani: l’acqua del mare è il 26 per cento più acida rispetto all’era industriale. Non sono stati risparmiati i ghiacci: nel 2019 l’Antartide ha registrato la minor estensione del ghiaccio in alcuni mesi e nell’Artico si è registrato il secondo livello più basso di ghiaccio.
Ancora una volta, nel 2019, i rischi legati al clima hanno colpito duramente.Petteri Taalas, segretario generale Wmo
La nuova normalità
Il documento, intitolato rapporto provvisorio sullo stato del clima globale nel 2019 (Provisional statement on the state of the global climate in 2019) e che sarà pubblicato nella sua forma completa e definitiva a marzo 2020, presenta anche un approfondimento sugli effetti del clima sulla salute umana (ad esempio, a causa delle ondate di calore di questa estate migliaia di persone sono morte solo in Europa), sulla sicurezza alimentare (12,3 milioni di persone solo nella regione del Corno d’Africa ), sulle migrazioni (le cause naturali dietro gli spostamenti nel 2019 sono state alluvioni, seguite da siccità e tempeste).
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“Ogni giorno gli effetti dei cambiamenti climatici si manifestano con un meteo estremo e ‘anomalo’. Paesi dalle Bahamas al Giappone e il Mozambico hanno sofferto gli effetti di cicloni tropicali devastanti”, ha concluso Petteri Taalas. “Gli incendi hanno devastato l’Artico e l’Australia. Ondate di calore e inondazioni che si verificavano una volta ogni cento anni stanno diventando più regolari”. Ed è questa parola, “regolare”, che meglio suona nel contesto della crisi climatica in cui ci troviamo oggi, e che rimpiazzerà la parola “anomalo” nel caso in cui continueremo sulla strada dell’inazione.
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