L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
Nel 2016 installati 31mila pannelli fotovoltaici ogni ora
Tagliato il traguardo dei 2000 gigawatt di rinnovabili installate nel mondo, 75 nuovi GW di pannelli fotovoltaici e quasi 10mila occupati nel settore, ma la strada per la transizione energetica è ancora lunga. Sono i dati contenuti nel rapporto di Ren21.
La crescita delle rinnovabili nel mondo ha toccato quota 9 per cento, con 161 gigawatt di nuova potenza installata raggiungendo i 2.017 gigawatt di energia pulita installati a fine 2016. È la fotografia scattata dall’ultimo rapporto annuale – Renewables 2017 Global Status Report – sullo stato delle energie rinnovabili di REN21, l’organizzazione delle Nazioni Unite che riunisce governi, organizzazioni internazionali, Ong e associazioni di settore.
Crescono le rinnovabili, ma l’Accordo di Parigi è ancora lontano
A partire dal 2015, l’energia rinnovabile ha fornito circa il 19,3 per cento dei consumi finali di energia globale e la crescita della capacità e della produzione è proseguita nel 2016. Il buon risultato è merito soprattutto del crollo dei costi che, in diversi Paesi, hanno consentito all’energia pulita di costare meno di quella prodotta da fonti fossili o con il nucleare. Nell’ultimo anno, le fonti pulite sono cresciute soprattutto nel settore elettrico mentre il settore del riscaldamento e raffreddamento ecocompatibili e quello delle auto elettriche si stanno adeguando con relativa lentezza, rallentando quella transizione che, secondo Ren21, sta mancando gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. In compenso, lo stoccaggio di energia è aumentato di 0,8 gigawatt e gli investimenti sulle mini-reti alimentate dal sole sono arrivati a 223 milioni di dollari (erano 158 nel 2015).
L’ascesa inarrestabile del solare
Nella crescita delle rinnovabili nel 2016, il solare ha fatto la parte del leone. Lo scorso anno, in tutto il mondo, sono stati installati almeno 75 nuovi gigawatt di capacità fotovoltaica, equivalenti all’installazione di più di 31mila pannelli ogni ora. Un risultato estremamente positivo che supera la capacità cumulativa installata nei cinque anni precedenti. Rispetto al 2015, il solare è cresciuto del 47 per cento superando l’eolico che ha registrato un più 34 per cento, e l’idroelettrico (+15,5 per cento). A fine 2016, la capacità solare globale ha raggiunto almeno 303 GW. L’ottimo risultato si deve in particolare a una riduzione dei costi senza precedenti – in particolare per i pannelli fotovoltaici – e a un parallelo miglioramento delle tecnologie che, in una situazione di crescita della domanda, hanno attirato nel settore nuovi competitors, compresi i servizi elettrici e le compagnie petrolifere e del gas.
Il solare installato nel mondo potrebbe soddisfare la domanda elettrica italiana
Stati Uniti, Giappone, India e Regno Unito guidati dalla Cina sono i Paesi che contribuiscono all’85 per cento della crescita del solare nel mondo. Alla fine del 2016, ogni continente aveva installato almeno 1 gigawatt di solare; 24 Paesi avevano una capacità di 1 GW o superiore e almeno 114 potevano contare su più di 10 megawatt. I leader per capacità fotovoltaica per abitante sono Germania, Giappone, Italia, Belgio e Australia.
Il fotovoltaico svolge un ruolo sostanziale nella produzione di elettricità in diversi Paesi. Nel 2016, rappresentava il 9,8 per cento della generazione netta in Honduras e ha raggiunto il 7,3 per cento della domanda elettrica in Italia, il 7,2 in Grecia e il 6,4 in Germania. Almeno 17 paesi (tra cui Australia, Cile, Honduras, Israele, Giappone e altri Paesi europei) alla fine del 2016 avevano una capacità fotovoltaica sufficiente a soddisfare il 2 per cento o più della loro domanda di elettricità. Nel mondo, lo scorso anno, il solare ha prodotto quasi 375 terawattora di energia elettrica, sufficiente a soddisfare la domanda energetica italiana (316,9 TWh nel 2015).
Le rinnovabili danno lavoro a quasi dieci milioni di persone
Nel 2016, il settore dell’energia rinnovabile ha impiegato 9,8 milioni di persone, con un incremento dell’1,1 per cento rispetto al 2015. In alcuni mercati, ci sono state alcuni passi indietro dovuti a modifiche delle politiche pubbliche in tema di energia oppure alla diminuzione degli investimenti e all’aumento dell’automazione. Nonostante questi rallentamenti, i numeri globali sull’occupazione continuano ad aumentare grazie alla diffusione record delle rinnovabili. Il fotovoltaico è stato il settore che ha fornito il maggior numero di posti di lavoro, seguito da quello dei biocarburanti. L’occupazione si è spostata ulteriormente verso l’Asia che, guidata dalla Cina, rappresenta oggi il 62 per cento di tutti i posti di lavoro nelle rinnovabili (escluso l’idroelettrico su vasta scala).
Si stabilizzano le emissioni di CO2
Una buona notizia contenuta nel rapporto di Ren21 riguarda le emissioni globali di CO2 che, per il terzo anno consecutivo, sono rimaste stabili e tutto ciò nonostante la crescita del 3 per cento dell’economia e un aumento della domanda di energia. Un risultato che si deve in gran parte alla diminuzione del consumo di carbone in tutto il mondo, ma anche al maggior uso di energie rinnovabili e ai miglioramenti in termini di efficienza energetica nei settori dell’edilizia, dell’industria e dei trasporti che sono stati introdotti in molti Paesi del mondo.
Una transazione energetica troppo lenta
Nonostante le buone notizie, la transizione energetica sembra arrancare. Ren21 sottolinea come, ai ritmi attuali, non è facile ipotizzare di raggiungere gli obiettivi sottoscritti a Parigi durante la Cop21. In particolare, gli investimenti nelle energie rinnovabili non sono stati adeguati, con una riduzione del 23 per cento rispetto al 2015. Il ruolo fondamentale rimane quello della politica, a tutti i livelli – dal locale al regionale, dal nazionale agli organismi internazionali – per fare in modo di garantire lo sviluppo delle rinnovabili. È questa l’unica strada che permetterà di conseguire l’obiettivo di mantenere le temperature del nostro Pianeta al di sotto dei 2°C.
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