Pezzi unici che conservano la patina del tempo e la memoria della loro storia con legni e metalli di recupero: è il progetto di design sostenibile di Algranti Lab.
Design norvegese, principi ed esempi di una progettazione basata sul senso di comunità
Funzionalità, bellezza e uso di materiali naturali sono le linee guida dell’architettura e del design norvegese. Basati su “fellesskap”, un senso di comunità volto a migliorare la vita quotidiana.
In norvegese, “fellesskap” è una parola speciale intraducibile in altre lingue che si riferisce alla sensazione particolare di essere parte di un gruppo, condividendo insieme idee, progetti ed esperienze. In questa concezione il bene della comunità viene prima di quello dei singoli. Questo concetto è una delle basi del design e dell’architettura scandinavi: la motivazione principale e la forza propulsiva del creare nuovi oggetti e luoghi sta nell’utilità comune unita alla bellezza per migliorare la vita quotidiana. La sostenibilità è un principio condiviso e visto come un bene comune che da sempre guida i progetti di design e architettura. Un concetto apparentemente semplice e naturale, ma molto spesso in altri paesi disatteso soprattutto da designer e aziende per ragioni di mercato che spingono a produrre e consumare molto più del necessario, generando falsi bisogni.
Benessere e architettura pubblica in Norvegia
La Norvegia è un paese scarsamente popolato, con 5,2 milioni di abitanti secondo dati del 2016, ma con un alto reddito pro capite dovuto, tra le altre cose, alla presenza di giacimenti di petrolio e alla fiorente industria della pesca, soprattuto gli allevamenti di salmone e merluzzo che vengono esportati in tutti il mondo. La politica di welfare è la più avanzata d’Europa, con incentivi ai giovani, alle famiglie e un sistema scolastico che garantisce studi pressoché gratuiti fino all’università. Non a caso in giro per le città principali, la capitale Oslo ma anche Bergen e Trondheim, si incontrano molte famiglie giovani con più bambini.
Fanno parte della politica del welfare gli investimenti importanti che vengono fatti nei progetti di architettura pubblica, quelli capaci di favorire aggregazione sociale e culturale, e quelli che puntano sull’innovazione. Ad esempio, in pochi anni l’intera area centrale di Oslo che si affaccia sul fiordo della città si è trasformata grazie a nuovi luoghi dedicati alle arti e alla musica diventati le pietre miliari della vita sociale. Primo tra tutti il progetto della National opera house dello studio di architettura norvegese Snøhetta, formato da circa 150 architetti e designer con sedi, oltre che nella capitale norvegese, anche in altre città come San Francisco, New York e Singapore. La sede dell’opera nazionale ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, fra cui il World architecture award, il Great places award dell’Edra, associazione di ricerca sul design ambientale, il Premio europeo dello spazio pubblico urbano, l’International architecture award e il Global award for sustainable architecture.
Architettura e design come strumenti di aggregazione sociale
Le architetture museali del nuovo paesaggio urbano di quest’area si integrano con l’ambiente circostante e gli altri edifici, rispettando la tradizione scandinava storicamente basata su una stretta relazione tra architettura e natura. Hanno un comune denominatore: nascono con l’obiettivo di essere luoghi d’incontro stimolanti per il pubblico, oltre che centri della cultura. Tutti gli edifici hanno terrazzi e camminamenti sul tetto accessibili con una vista spettacolare sul municipio di Oslo, la fortezza di Akershus, il quartiere di Aker Brygge e l’Oslofjord. Dotati di posti a sedere all’aperto tra alberi, piante e rocce naturali, si pongono nei mesi caldi come luoghi di riferimento per incontrarsi per un caffè, un pranzo, per ascoltare musica dal vivo, impegnarsi in attività creative e assistere a eventi temporanei che coinvolgono giovani artisti in un palcoscenico all’aperto che in inverno viene trasferito all’interno degli edifici.
Costruito sull’acqua, il museo d’arte moderna Astrup Fernley dell’architetto Renzo Piano nelle calde giornate estive è meta di famiglie che vanno a prendere il sole e fare il bagno nelle acque limpide del fiordo oltre che a visitare le mostre che ospita. Il completamento del museo dedicato al pittore norvegese Edvard Munch vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, firmato dall’architetto spagnolo Juan Herreros, e del nuovo Museo nazionale progettato dagli architetti Kleihues + Schuwerk, che sarà il più grande centro per le arti del nord Europa, è previsto per il 2020.
Design norvegese, per migliorare la vita quotidiana
Nella cultura scandinava la parola “design”, cioè la ricerca della qualità come concetto guida della progettazione sia di luoghi che oggetti, è diffuso e popolare da sempre. Quando si parla di oggetti di uso quotidiano non c’è distinzione tra quelli di design e quelli non: funzionalità, essenzialità, naturalità e valore estetico sono i fattori intrinsechi che da sempre accompagnano la loro creazione e produzione risultando in una qualità media percettibilmente elevata. Si potrebbe affermare che queste caratteristiche fanno parte del dna scandinavo e del profondo legame tra le persone e la natura.
La qualità media della produzione scandinava di arredamento, ad esempio, è sempre stata molto alta, sia nelle forme che nell’uso dei materiali, con il legno predominante. Negli anni Cinquanta e Sessanta lo stile nordico ha conquistato il mondo, cambiando radicalmente la visione di come arredare la casa e i luoghi di lavoro con la sua semplicità minimalista, i materiali naturali, i colori ispirati all’ambiente. Meno noto rispetto a quello di Danimarca, Svezia e Finlandia, il design norvegese è cresciuto negli ultimi anni e si è affacciato al panorama internazionale, acquisendo una crescente visibilità.
Giovani designer norvegesi
Prototipi di nuovi prodotti per la vita domestica semplici, essenziali, utili e belli, realizzati con materiali naturali, esposti in un allestimento altrettanto minimalista che trasmettono un senso di pace e armonia: prodotti definiti “onesti”, un aggettivo desueto e poco usato nel mondo del design, che non cercano necessariamente di stupire o innovare a ogni costo. Questo lo scenario della mostra Norwegian presence che ad aprile ha portato a Milano una selezione di progetti di un gruppo di dieci designer, quattro artigiani-artisti e sei aziende, organizzata da Doga (Design and architecture Norway), Klubben e l’associazione di artigianato Norwegian crafts.
Ogni espositore è stato selezionato sulla base di tre fattori: la qualità dei materiali impiegati, la sostenibilità del lavoro e il senso di “fellesskap” – cioè il focus sulla comunità, sugli obiettivi condivisi e sulla propensione alla collaborazione. Tra tavoli, sedie, poltrone, lampade e vasi l’atmosfera positiva e non convenzionale della mostra ha evidenziato come questi tre fattori modellino oggi il design norvegese in termini di idee, sviluppo e processi di produzione.
Creatività collettiva
La Norvegia investe molto sulla creatività e sul futuro, promuovendo progetti collettivi che coinvolgono giovani progettisti locali. A partire dalle immagini stampate sulle nuove banconote circolate a partire dal 2017, con un disegno grafico che coniuga presente e passato: la Banca centrale di Norvegia ha chiesto, infatti, a otto designer di ridisegnare la valuta. I due vincitori di questo concorso si sono aggiudicati ciascuno un lato della banconota. Da una parte i disegni degli architetti di Snøhetta e dall’altra quelli di The Metric System, studio grafico di Oslo. Il risultato: immagini pixelate che rappresentano le coste della Norvegia da una parte e immagini più tradizionali come barche vichinghe, fari, pesci e le icone storiche del paese dall’altra per le banconote da 50, 100, 200, 500 e 1000 corone. Presente e futuro racchiusi in un’unico oggetto e nell’approccio al design di questo paese.
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