
Dal super airbag al sistema che impedisce la guida contromano, dallo sharing per disabili al primo retrovisore virtuale, fino alle auto senza conducente. Ecco 5 innovazioni per una mobilità più sicura
Salva vite umane, scongiura gli incidenti, risolve i problemi e protegge l’ambiente. No, non è un nuovo supereroe. Più semplicemente, si tratta dell’auto connessa. Vale a dire la vettura del futuro, rigorosamente a propulsione elettrica, o in ogni caso sostenibile, e in perenne contatto sia con gli altri veicoli sia con le infrastrutture. Un singolo
Salva vite umane, scongiura gli incidenti, risolve i problemi e protegge l’ambiente. No, non è un nuovo supereroe. Più semplicemente, si tratta dell’auto connessa. Vale a dire la vettura del futuro, rigorosamente a propulsione elettrica, o in ogni caso sostenibile, e in perenne contatto sia con gli altri veicoli sia con le infrastrutture. Un singolo apparato facente parte di un organismo più complesso che risponde al nome di mobilità 2.0.
Il Gruppo Bosch, storico fornitore globale di soluzioni e servizi legati alla mobilità, da oltre vent’anni è impegnato nello sviluppo della tecnologia che porterà, entro il 2025, all’auto connessa al 100 per cento con la realtà circostante. Un impegno che ha consentito al colosso tedesco, in partnership con l’istituto di ricerca Prognos, specializzato nel settore dei trasporti, d’immaginare concretamente il futuro e valutare quali saranno le capacità dei veicoli collegati in rete. Veicoli che, nell’arco di dieci anni, disporranno senza dubbio della guida autonoma, dell’assistenza alla frenata d’emergenza – già oggi un must – e della totale integrazione con i device portatili. Lo studio, basato sui trend che stanno rivoluzionando la mobilità in Germania, Stati Uniti e Cina, oltre che sull’evoluzione di dodici soluzioni hi-tech per il trasporto privato, ha riscontrato come nel 2025 non saranno più solo i computer, gli smartphone e il web a essere parte attiva della vita quotidiana, ma anche – e soprattutto – le auto connesse.
L’auto connessa diventerà una sorta di “centralina” per la gestione delle esperienze ed esigenze di tutti i giorni. Dalla tradizionale funzione di mezzo di trasporto evolverà nel ruolo di centro di smistamento e soluzione di molteplici necessità, spaziando dall’ottimizzazione del tempo libero al controllo delle smarthome, dalla soluzione degli imprevisti alla protezione dell’ambiente, dall’organizzazione del lavoro all’immagazzinamento dell’energia per finalità diverse dalla mobilità. In aggiunta, salverà delle vite. Più precisamente, nel solo 2025 ben 11mila persone verranno “graziate” dalle nuove tecnologie e 260mila incidenti saranno scongiurati dal dialogo della vettura con gli altri veicoli. Una rivoluzione. Anzi, un’evoluzione verso una mobilità migliore.
Rabbia da traffico? Ditele addio. Grazie alla guida autonoma il congestionamento delle arterie urbane non sarà più fonte di stress. Nella sola Germania, ogni abitante delle metropoli potrà dedicare una media di 95 ore, altrimenti spese in coda, per coltivare i propri hobby o lavorare in vettura. Un lasso di tempo sufficiente, per gli amanti del cinema, per una maratona di tutte le otto stagioni del Trono di Spade! E il parcheggio? Uno scherzo per l’auto connessa che dialoga in rete. Le informazioni condivise tra i veicoli consentiranno di risparmiare sino a 480 milioni (!) di chilometri di percorrenze a vuoto, pari alla distanza della Terra da Venere e ritorno. Con conseguenti, enormi, vantaggi a livello ambientale.
La connessione a Internet dei sistemi di assistenza consentirà di risparmiare fino a 4,43 miliardi di euro in costi materiali e danni da collisione, dei quali 100 milioni dovuti alla sola integrazione con gli smartphone. Un’evoluzione che garantirà grandi risparmi alle compagnie di assicurazione e, conseguentemente, ai proprietari dei veicoli. La svolta più radicale avverrà però in ambito ambientale. Si pensi che, ad oggi, il parco nazionale della Foresta Nera, un “polmone” verde di oltre 100 chilometri quadrati nella Germania meridionale, assorbe 400mila tonnellate di CO2 ogni tre anni. Ebbene, entro dieci anni le funzioni di mobilità connesse in rete consentiranno di ridurre le emissioni della stessa quantità. I veicoli a elevata automazione richiedono infatti meno carburante (o energia), mentre le tecnologie che semplificano la logistica abbattono il numero dei mezzi circolanti. L’unica controindicazione legata all’auto connessa? È necessario attendere il 2025 per vederla pienamente in azione.
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