La Capri è la nuova elettrica Ford, con l’addio a modelli come Fiesta e Focus un tassello importante nella transizione ecologica del marchio. Vi raccontiamo come va nella nostra prova.
Auto elettrica, adesso sì che sta diventando “per tutti”
Da un lato, l’offerta di modelli è in costante aumento, dall’altro i prezzi continuano a calare. Sullo sfondo, un contesto sempre più favorevole.
Auto elettrica, stavolta ci siamo davvero. Al momento, escluso qualche “early adopter”, cioè chi è aperto al cambiamento, anche nei consumi, l’auto a batterie è guardata con molta diffidenza, frenata sì da limiti oggettivi, ma anche da pregiudizi. Prezzo d’acquisto elevato, autonomia limitata, scarsità di colonnine di rifornimento e tempi lunghi di ricarica sono i principali. Ora, però, qualcosa sta cambiando. Qualcosa che si vede, si può toccare con mano e pesare nel portafoglio. Insomma, la rivoluzione elettrica di cui tanto si parla è avviata. Non si può dire compiuta, ma il percorso è segnato. Ecco perché.
Sempre più modelli
Nei giorni scorsi si è chiuso il Salone dell’auto di Francoforte. Fra le novità – in verità non tantissime – presentate dalle case automobilistiche, alcune spiccavano su tutte le altre. Non tanto, non ancora almeno, per i volumi di mercato che saranno capaci di generare, bensì per la loro portata simbolica. Auto diversissime fra loro e di cui vi abbiamo già scritto tutto in un articolo dedicato, ma con due punti in comune: essere elettriche e prossime alla commercializzazione. A queste vanno aggiunte le non poche vetture a batteria di introduzione sul mercato nell’ultimo anno, anno e mezzo. Insomma, l’offerta di modelli si sta allargando non solo dal punto di vista strettamente numerico ma anche da quello delle fasce di mercato. In altre parole, l’auto elettrica non è più soltanto un vezzo per ricchi, ma un’alternativa vera di mobilità. Qui sotto vi spieghiamo perché.
Colonnine: anche in Italia stanno aumentando
Facile dire colonnine, ma poi ce ne sono di tanti tipi diversi. Un elemento molto importante è la loro potenza, legata a filo diretto con il tempo necessario per la ricarica. In Italia la situazione è migliore di quanto si possa pensare, soprattutto perché i punti di ricarica al di sopra degli 11 kW di potenza sono in deciso aumento. Detto questo, come al solito, la situazione è a macchia di leopardo. In questo rapporto di Legambiente ci sono tutti i numeri di dettaglio, che mettono in luce un trend indiscutibilmente positivo. Se si prendono infatti i punti oltre gli 11 kW – quelli meno potenti, dato l’aumento di capacità dei pacchi batteria delle ultime elettriche, non vale molto la pena tenerli in considerazione – sono aumentati un po’ ovunque. In Lombardia sono passati dai 519 del 2018 ai 1.134 del 2019 (anno peraltro ancora non finito…). In Emilia Romagna da 239 a 464, in Piemonte addirittura da 86 a 488, in Trentino Alto-Adige da 354 a 709. Al sud? Da 7 a 48 in Abruzzo, da 0 a 79 in Calabria, da 31 a 104 in Campania, da 24 a 126 in Sicilia, per citare alcuni esempi. Detto questo, le criticità restano comunque numerose. Per esempio, l’offerta di punti di ricarica è nettamente sbilanciata in favore delle città e dei punti di transito come i centri commerciali.
Costi di utilizzo in discesa
Il prezzo di acquisto dell’auto è un concetto per molti versi 1.0, superato. Oggi, e soprattutto domani, si parlerà sempre di più di formule di utilizzo. Versi una determinata cifra su base mensile, in cambio ottieni l’auto e una serie di servizi. Pacchetti commerciali interessanti in modo particolare per l’auto elettrica, dal momento che il suo utilizzo implica (non per forza, ma facilmente sì) l’adeguamento della rete elettrica domestica e l’installazione di una colonnina nel box, “complicazioni” che spesso le Case si prendono in carico per il cliente. Non solo: a oggi, nessuno sa prevedere quale sarà il valore residuo di un’auto elettrica fra 3/5/10 anni. Ecco perché, per esempio, il Gruppo PSA per la Opel Corsa-e offre un canone mensile particolarmente basso: per la versione Edition sono richiesti 279 euro al mese per 48 mesi. Cifra nella quale sono compresi 15.000 km all’anno di percorrenza, assicurazione RC, furto/incendio, Kasko, copertura conducente e tutela legale, manutenzione ordinaria e straordinaria e assistenza stradale h24. Non meno importanti, il caricatore da 11 kW di potenza e Opel Connect, anch’essi compresi nel prezzo. Alla base di questa offerta c’è la scelta di PSA di assumersi il rischio di un eventuale forte deprezzamento della Corsa-e, cosa che con diesel e benzina non accade, perché il costo del canone è formulato – fra le altre cose – anche sul valore residuo presunto, che per le alimentazioni tradizionali è facile da prevedere (in quanto esiste uno storico). Insomma, avrete capito il perché del titolo di questo paragrafo: se si parla di pura convenienza, non si può pensare di comprarla, un’elettrica. La scelta migliore è il pay-per-use.
Ha ancora senso parlare di “ansia da autonomia”?
L’ansia da autonomia è storicamente un altro forte fattore limitante per la diffusione dell’auto a batterie. Le distanze tra una ricarica e l’altra, però, negli ultimi pochi anni si sono decisamente allungate. Inoltre, sempre più spesso le aziende offrono pacchi batteria differenziati (a costi, ovviamente, conseguenti). Su uno stesso modello si può avere un’autonomia compresa fra poco più di 300 e oltre 500 km. Anche questo è un modo per avvicinare l’auto elettrica alle esigenze delle persone.
Incentivi e agevolazioni
A tutto ciò si aggiunge l’Ecobonus statale: per le auto con emissioni fino a 20 g/km di CO2 (in pratica solo le elettriche) è di 4.000 euro. 1.500 euro, invece, per le vetture con emissioni fra 21 e 70 g/km (ciclo NEDC). L’Ecobonus è riservato a tutte le persone fisiche e giuridiche che immatricoleranno (le due condizioni sono obbligatorie ai fini dell’erogazione) un’auto nuova con CO2 al di sotto dei limiti sopra esposti, e non più costose di 61.000 euro, entro il 31 dicembre 2021. La misura, questo è molto importante, vale anche per i leasing. Alle cifre di cui sopra si aggiungono, rispettivamente, 2.000 e 1.000 euro (per un totale di 6.000 e 2.500 euro) nel caso si rottami un’auto Euro 1, 2, 3, 4 (stranamente non una Euro 0). Altro elemento molto importante è che gli incentivi statali si possono cumulare con quelli regionali e provinciali: in alcuni casi limite, dunque, si può usufruire di un bonus – per le auto a zero emissioni – pari a 11.000 euro totali. Questo accade in Friuli Venezia-Giulia, nelle province di Trento e Bolzano e in Emilia Romagna.
Auto elettrica, scelta ideale per tutti?
Fino a qui, abbiamo visto tutto ciò che spinge in direzione dell’auto elettrica. Una soluzione, è bene specificarlo, da adottare dopo aver ben valutato le proprie esigenze di mobilità, in funzione anche di dove si vive. Ad esempio, chi percorre tanti km ogni giorno (di cui buona parte in autostrada) e chi abita in zone a bassa densità di punti di ricarica, potrebbe forse trovare risposte migliori alle proprie esigenze nei motori endotermici. Ma lo sviluppo del settore elettrico è in rapida evoluzione, e tutto lascia pensare che in tempi brevi anche questi limiti saranno superati, a vantaggio di tutti.
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