Il 20 giugno è la Giornata mondiale del rifugiato. Quest’anno forse la vivremo diversamente: l’editoriale della direttrice della comunicazione Avsi.
Better Shelter, la casa per rifugiati sostenibile e dignitosa, vince il Beazley design of the year
Il modulo pieghevole in plastica riciclata Better Shelter, finanziato da Ikea foundation, è stato scelto come miglior oggetto di design del 2016 per il suo contributo all’emergenza globale dei migranti. Altri candidati del Beazley design of the year, premio alla nona edizione annuale curato e ospitato dal Design museum di Londra, erano la copertina di Blackstar, l’ultimo
Il modulo pieghevole in plastica riciclata Better Shelter, finanziato da Ikea foundation, è stato scelto come miglior oggetto di design del 2016 per il suo contributo all’emergenza globale dei migranti. Altri candidati del Beazley design of the year, premio alla nona edizione annuale curato e ospitato dal Design museum di Londra, erano la copertina di Blackstar, l’ultimo album di David Bowie e un casco luminoso per ciclisti. I vincitori delle sei categorie – tra cui la Space cup, una tazza da caffè adatta ad essere usata nello spazio – insieme agli altri 70 oggetti nominati, sono in mostra al Design museum fino al 19 febbraio.
Il Beazley design of the year
In passato il Beazley design of the year ha premiato oggetti quali la torcia delle Olimpiadi di Londra del 2012 e il poster “Hope” di Shepard Fairey, icona indiscussa seppur ufficiosa della campagna presidenziale di Barack Obama. Il premio celebra quegli oggetti e progetti di design che promuovono il cambiamento e sono capaci di far fronte alle questioni più importanti a livello globale.
Com’è nato Better Shelter
Better Shelter è un’impresa sociale nata nel 2010 in Svezia come progetto di design e innovazione, fondata sull’idea che il design sostenibile può fare la differenza sostenendo gli aiuti umanitari attraverso lo sviluppo di soluzioni abitative per le persone sfollate, vittime di conflitti armati e catastrofi naturali. L’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) ha adottato quello che fino ad allora era un prototipo testato in Etiopia e in Iraq, finanziato da Ikea foundation, richiedendone 30mila unità nel 2015. Oggi, migliaia di questi moduli vengono usati come case temporanee, centri di registrazione, ambulatori e centri di distribuzione degli alimenti in Africa, Asia, Europa e Medio Oriente.
Facile da assemblare e sostenibile
Disegnato da Johan Karlsson, Dennis Kanter, Christian Gustafsson e Nicolò Barlera, Better Shelter si compone di moduli che, muniti di un manuale di istruzioni, vengono stipati all’interno di scatole di cartone per il trasporto e possono essere assemblati sul posto in stile fai da te. Non è necessaria un’attrezzatura particolare per il montaggio, che richiede in media otto ore, e pesano meno di cento chili. In questo è evidente la filosofia Ikea che ha reso l’azienda svedese famosa in tutto il mondo.
Altra caratteristica importante è che molti dei pezzi possono essere riutilizzati, diversamente dalle tende, cioè la classica soluzione in situazioni d’emergenza; economiche ma poco accoglienti. Leggeri ma robusti, i moduli termoisolanti sono realizzati in plastica riciclata, quindi perfetti laddove i materiali da costruzione scarseggiano, e formano una struttura che può accogliere fino a cinque persone e può essere utilizzata fino a tre anni. Il tetto ospita pannelli solari che possono alimentare luci a Led per quattro ore o caricare un cellulare. L’elettricità infatti scarseggia nella maggior parte dei campi profughi e ciò rende difficili azioni semplici come cucinare, leggere e socializzare. Inoltre la porta, dotata di serratura e che si può chiudere sia dall’esterno sia dall’interno, permette di sentirsi più sicuri.
Una casa dignitosa
Benché possa sembrare una soluzione umile, per molte persone costrette a essere lontane da casa Better Shelter è diventato un luogo che possono farsi proprio. Come riscontrato nei campi dotati di questi moduli, il fatto di avere una dimora, un diritto fondamentale, può migliorare la vita di molte persone vulnerabili sia da un punto di vista materiale sia psicologico. Persone sfollate in tutto il mondo possono ritrovare pace, dignità e un’identità all’interno di quattro mura, nonostante il futuro incerto.
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