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Bosch, come si vince, due volte, al Ces di Las Vegas
Display intelligenti e tecnologia per evitare l’abbagliamento: due soluzioni che migliorano la sicurezza e portano Bosch a trionfare al Ces, Consumer Electronics Show
Aggiudicarsi l’Innovation award al CES (Consumer electronics show) di Las Vegas, per un’azienda il cui core business è la creazione di tecnologia, è un po’ come per un giornalista vincere il premio Pulitzer. O per un tennista affermarsi a Wimbledon. Bosch è riuscita due volte nell’impresa, in occasione del CES 2020 (7-10 gennaio), con altrettante innovazioni. Prima di entrare nel merito, una doverosa spiegazione sui motivi per i quali tali riconoscimenti siano tanto importanti. Innanzitutto, il CES è la più grande e prestigiosa esposizione di elettronica e tecnologia al mondo. Qui, per 4 giorni, si ha un’anticipazione di come sarà il mondo nei prossimi anni, di come cambierà l’utilizzo di oggetti comuni (il frigorifero e gli occhiali, per esempio) e, in definitiva, la nostra vita. 5G, intelligenza artificiale, Internet delle cose (IoT), smart cities, etc.: il futuro è qui.
Una giuria di esperti
In secondo luogo, ad assegnare l’Innovation Award è la CTA, la Consumer technology association: l’associazione di aziende coinvolte a vario titolo nel ramo della tecnologia e che, tutte insieme, generano un volume d’affari di 398 miliardi di dollari all’anno. Per capirci meglio: si tratta dei giudici più severi, che giudicano gli attori migliori, sul palcoscenico più ambito. E Bosch, come anticipato, si è affermata ben due volte.
L’intelligenza umana viene comunque prima di quella artificiale
Un doppio successo figlio soprattutto dell’attenzione e degli investimenti in direzione dell’intelligenza artificiale; fra gli altri, da segnalare i 100 milioni di euro pianificati per la costruzione di un nuovo campus IA in Germania. Michael Bolle, membro del Board of management di Bosch, ha dichiarato: “Nel 2025, tutti i prodotti Bosch conterranno intelligenza artificiale o saranno stati sviluppati o realizzati con l’aiuto dell’IA”. E se si pensa che l’intelligenza artificiale possa prescindere dall’uomo, ecco la risposta di Bolle: “Prevediamo circa 20.000 collaboratori formati sull’IA nei prossimi due anni. Dobbiamo investire sull’intelligenza umana oltre che su quella artificiale”. Infine, una rassicurazione per tutti coloro i quali diffidano dagli “oggetti pensanti”. Sempre Bolle afferma: “Vogliamo utilizzare il potenziale dell’intelligenza artificiale non per creare modelli di comportamento umano, ma per migliorare la tecnologia a vantaggio delle persone”.
„The decisive factor for responsibility in the digital world is #TRUST. This trust will be just as important for our digital business as product quality is for our traditional business. We have to work on developing both #AI and trust in AI.” Dr. Bolle, Bosch CTO/CDO #BoschCES pic.twitter.com/glmz7ij10M
— BoschPress? (@BoschPress) January 6, 2020
Display 3D
Il display 3D per uso automobilistico è una delle due soluzioni di Bosch che si è aggiudicata il Best of innovation e che si basa sull’intelligenza artificiale. Si tratta di una tecnologia 3D passiva per generare un effetto tridimensionale realistico e che può sembrare fine a sé stessa, fino a che se ne leggono le caratteristiche su carta. Quando la si prova, invece, non se ne può più fare a meno. Il passo avanti in termini di leggibilità delle informazioni, infatti, è tangibile, innegabile. Soprattutto oggi che i vecchi cruscotti a lancette stanno sparendo, sostituiti dagli schermi digitali, il display 3D permette di mettere immediatamente in risalto qual è l’informazione più importante in ogni momento, fra le tante fornite.
Informazioni come ologrammi
In che modo funziona il display 3D? Se per esempio davanti a noi c’è un blocco stradale, per incidente o per traffico intenso, l’alert relativo sembra quasi “uscire” dallo schermo verso il guidatore, che così sarà tempestivamente informato anche se non ha lo sguardo sul display. Oppure, quando si percorrono strade fiancheggiate da edifici molto alti, l’effetto 3D gioca un ruolo decisivo per la funzione di navigazione, perché grazie alla profondità spaziale della mappa è subito chiaro a quale edificio corrisponda la svolta successiva. Insomma, stabilito che nessuno – pare – voglia rinunciare a essere costantemente connesso anche quando guida, soluzioni come questa migliorano la sicurezza nel momento in cui si fruisce dei servizi online, perché l’intelligenza artificiale seleziona cosa sottoporre, e come, al guidatore.
L’aletta parasole diventa intelligente
Quante volte nella vostra vita da automobilisti avete abbassato l’aletta parasole? Probabilmente, molte volte lo avete fatto senza rendervene conto. Di sicuro, però, avrete fatto caso che spesso il sole è comunque troppo basso all’orizzonte. Risultato: la visibilità, e di conseguenza la sicurezza, ne risentono non poco. Bosch ha trovato la soluzione a questo problema. Si chiama Virtual Visor, ed è un’aletta parasole digitale collegata all’intelligenza artificiale. Come funziona? Prima di tutto, è previsto un display LCD trasparente, che è connesso alla telecamera interna per il monitoraggio delle attività a bordo; fra le altre cose, rileva se il guidatore potrebbe avere un colpo di sonno o se sta guardando lo smartphone mentre guida. Questa telecamera identifica la posizione degli occhi e, mediante algoritmi molto sofisticati, il Virtual Visor rende più scura solo la porzione di parabrezza attraverso la quale passa lo sguardo del guidatore. Questa invenzione è valsa a Bosch il punteggio più alto della sua categoria al Best of Innovation Awards del CES 2020.
Il rispetto ambientale nei processi produttivi
E se tutto ciò vi continua a sembrare “slegato” dalla realtà, o comunque poco determinante per le sorti del mondo, beh, ecco come Bosch affronta il tema ambientale. Il gruppo tedesco ha stabilimenti in tutto il mondo. Ben 270 di questi dispongono di un sistema di gestione basato su intelligenza artificiale che, fra le altre cose, identifica gli scostamenti nel consumo di energia. Tradotto: questi stabilimenti hanno ridotto le emissioni di CO2 di oltre il 10 per cento negli ultimi due anni. Tornando a Michael Bolle: “Non solo Bosch sviluppa soluzioni a basso impatto ambientale, ma si pone anche come modello da imitare. Entro la fine del 2020, le nostre 400 sedi in tutto il mondo raggiungeranno la neutralità climatica e saranno a zero emissioni dallo sviluppo alla produzione fino alla gestione. Abbiamo già raggiunto questo obiettivo nelle nostre sedi tedesche”. Un traguardo raggiunto propri grazie all’intelligenza artificiale.
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