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Riscaldamento globale, è giunto il momento di abbandonare i combustibili fossili. E in fretta
Gli scienziati del clima hanno una cattiva notizia per i governi e per le imprese del settore energetico: per contenere il riscaldamento globale entro i limiti stabiliti dalla comunità internazionale alla conferenza di Parigi dello scorso dicembre, si dovrà ridurre l’uso dei combustibili fossili a un ritmo ancora più veloce, almeno del doppio, di quanto previsto
Gli scienziati del clima hanno una cattiva notizia per i governi e per le imprese del settore energetico: per contenere il riscaldamento globale entro i limiti stabiliti dalla comunità internazionale alla conferenza di Parigi dello scorso dicembre, si dovrà ridurre l’uso dei combustibili fossili a un ritmo ancora più veloce, almeno del doppio, di quanto previsto dagli accordi.
Cos’è il carbon budget e quanto manca prima che si esaurisca
Joeri Rogelj, ricercatore presso l’International institute for applied systems austriaco, insieme ai suoi colleghi europei e canadesi, ha pubblicato su Nature Climate Change uno studio dove sostiene che tutte le precedenti stime sulla quantità di anidride carbonica emessa in atmosfera siano in realtà troppo generose e che i livelli indicati come potenzialmente catastrofici per l’ambiente siano raggiungibili molto prima del previsto. Infatti, il carbon budget della Terra, cioè il bilancio che indica la quantità di CO2 che possiamo ancora emettere in atmosfera senza sforare la soglia dei 2 gradi centigradi di aumento della temperatura globale, è la metà di quel che finora è stato stimato. Questo significa che invece di 2.390 miliardi di tonnellate di CO2, la nostra atmosfera potrà sopportarne 1.240 miliardi, circa la metà, prima che gli effetti siano irreversibili.
Dalla rivoluzione industriale a oggi la temperatura globale è salita di 1 grado e il livello del mare di 14 centimetri. Nel 2014 le emissioni di CO2 ammontavano a poco meno di 36 miliardi di tonnellate. Secondo i calcoli contenuti nello studio di Rogelj, proseguendo a questo ritmo il budget di carbonio disponibile terminerà nel giro di 34 anni. Ciò significa che dal 2050 in poi tutti gli stati del mondo dovrebbero essere a emissioni zero per evitare che il termometro della Terra salga di oltre 2 gradi. “Il bilancio globale della CO2 è davvero l’equilibrio tra ciò che gli animali e gli esseri umani emettono e quanto le piante e le alghe sono in grado di assorbire” aggiunge Rogelj. “è molto importante conoscere questo bilancio perché solo così possiamo definire la quantità di anidride carbonica che ci è permesso di rilasciare in atmosfera”.
Nel 2015 abbiamo superato il picco delle emissioni?
Ma le buone notizie non mancano. Guardando ai dati pubblicati da Global Carbon Project, il 2015 è stato il primo anno a mostrare una diminuzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera: meno 0,6 per cento rispetto al 2014. Era dal 2009 che non si assisteva a un’inversione di rotta. Gli esperti associano a questo fattore la crescente conversione — in special modo nei paesi più industrializzati — di impianti di energia da fonti fossili a impianti di energia da fonti pulite e rinnovabili. Il trend è quindi quello giusto ma, come detto in apertura, bisogna accelerare questo processo affinché non esaurisca in troppo poco tempo il budget di carbonio a disposizione.
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