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Secondo uno studio pubblicato su Nature Sustainability la chiusura di oltre 330 centrali a carbone in dieci anni e il passaggio al gas per la produzione di energia elettrica evitato l’emissione di 300 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Il fatto che il carbone sia causa di decessi per inquinamento è ormai un dato di fatto, ma con i numeri alla mano la consapevolezza aumenta. Secondo uno studio dell’Università della California pubblicato su Nature Sustainability il passaggio dal carbone al gas per la produzione di elettricità in un decennio ha salvato più di 26mila vite negli Stati Uniti.
?? Jennifer Burney: Between 2005 and 2016 the damages caused by coal-fired power plants contributed to 329,417 premature deaths and the loss of 10.2 billion bushels of crops, roughly equivalent to half of year’s typical production in the U.S. https://t.co/4IBMUp0eYm
— EnvMkts (@EnvMkts) January 7, 2020
A causa di un eccesso di gas naturale a basso costo che ha reso fuori mercato il carbone, nel periodo tra il 2005 e il 2016 negli Stati Uniti 334 impianti a carbone sono usciti di produzione, contro 612 unità alimentate a gas che sono state messe in linea durante lo arco di anni.
La chiusura degli impianti a carbone ha ridotto la quantità di sostanze inquinanti emesse e conseguentemente si sono ridotti i decessi per i problemi di salute associati, come le malattie cardiache e i problemi respiratori per gli abitanti residenti nelle comunità situare nei pressi delle centrali. Lo studio stima che negli Stati Uniti siano state salvate 26.610 vite umane grazie all’abbandono del carbone nel decennio analizzato.
Con la chiusura delle centrali a carbone sono state risparmiate oltre 300 milioni di tonnellate di anidride carbonica, mentre i livelli di biossido di azoto e di anidride solforosa, emessi dalle centrali a carbone e causa di irritazioni del naso e della gola, sono scesi rispettivamente del 60 per cento e dell’80 per cento.
“Quando si spengono le unità a carbone si vedono diminuire i decessi. È qualcosa che possiamo vedere in modo tangibile”, ha detto Jennifer Burney, dell’Università della California e autrice dello studio. “C’è un costo per il carbone che va oltre l’economia. Dobbiamo pensare attentamente a dove si trovano gli impianti e come ridurre le sostanze inquinanti emesse”.
La ricerca evidenzia come il gas naturale che sta sostituendo il carbone non sia comunque innocuo. Il gas è, come il carbone, un combustibile fossile e la sua produzione comporta il rilascio di grandi quantità di metano, un potente gas serra. Numerosi studi dimostrato come sia il carbone sia il gas dovranno essere rapidamente sostituiti da alternative a zero emissioni di carbonio, come il solare e l’eolico, se si vuole evitare di superare i 2°C di innalzamento delle temperature.
L’amministrazione Trump, nonostante le evidenze, continua a sostenere l’industria statunitense del carbone e ha ritirato gli standard di contenimento delle emissioni varate durante la presidenza Obama per ridurre l’inquinamento delle centrali elettriche a carbone.
Secondo Rob Jackson, un esperto di clima e ambiente dell’Università di Stanford, “l’abbassamento degli standard di emissione non solo danneggerà il clima, ma ucciderà le persone, soprattutto quelle più povere che hanno maggiori probabilità di vivere vicino alle centrali elettriche a carbone”.
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