Il 27 novembre aprono le candidature per la seconda edizione di Women in Action, il programma di LifeGate Way dedicato all’imprenditoria femminile.
Cinema, sogno ed evasione
Fuga dalla realtà lasciandosi cullare dall’oscurità uterina della sala cinematografica. E’ la magia del cinema.
Già dalla nascita, la settima arte venne definita “la
fabbrica dei sogni” soprattutto per l’accostamento alla dimensione
onirica. Un film, infatti, ci permette, attraverso le immagini, di
costruire dentro di noi delle aspettative e ci permette di
identificarci sia con la storia che con i personaggi.
Cesare Musatti, celebre psicoanalista affermò che ogni film
è un test proiettivo del regista, così come degli
autori, che investono le loro fantasie attraverso un
decoupage di immagini.
Senza entrare strettamente nell’ambito della psicologia dinamica si
può affermare che il cinema riveste un ruolo terapeutico
perché ci introduce in una realtà spazio temporale
che compensa in parte le nostre ansie, è come entrare in una
“scatola” in cui, per due ore, dimentichiamo la realtà
tangibile, le preoccupazioni lavorative e tutto il resto.
E’ anche vero che in soggetti particolarmente sensibili,
l’identificazione con le pellicole può provocare forti
emozioni fino a indurre il pianto o la commozione, ma è
necessario distinguere quanto di queste emozioni abbiano in
realtà a che fare con la vita personale. Ne consegue che lo
sfogo ci aiuta a estrarre ed esprimere ciò che abbiamo
dentro. Un film ci fa sorridere, ci fa fantasticare, ci fa
innamorare e fa prendere corpo ai desideri.
Il distacco dalla vista esterna avviene anche attraverso il luogo
in sé, la sala, che funge da chiusura, quasi chiudessimo le
palpebre. Esattamente come colui che dorme, lo spettatore necessita
di una sala scura e buia, per poter rilasciare l’alta soglia di
attenzione che inevitabilmente dobbiamo sostenere nella vita
reale.
Indubbiamente esiste l’elemento “consapevolezza” che aumenta il
principio del sapere, proprio perché lo spettatore sa di
trovarsi in un cinema e quindi lo si può definire un
sognatore sveglio che non assorbe solamente, attraverso
l’identificazione, ma si arricchisce estrapolando le sue dinamiche
interne e favorendo così una piacevole evasione.
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